L'ANALISI
27 Novembre 2023 - 08:37
CREMONA - «Durante la mia fortunosa esistenza capitai, nei primi anni della Gioventù, in un paese sconosciuto, quasi separato dal resto del mondo, dove lenta e ritrosa passa la vaporiera, dove flebile e smorzato giunge l’eco delle grandi passioni e dei gran fatti umani... Paese perso fra le grigie brume della pianura padana, in aere greve e sonnifero»: così un anonimo viaggiatore descrive Cremona in un quadernino impreziosito da disegni e caricature. Oggi quell’album inedito viene pubblicato - e questa è una storia nella storia - con il titolo Cremona Capitale antidiluviana. La pubblicazione inaugura la serie dei Quaderni della Onlus Cremona Progetto Rinascimento, sodalizio che riunisce un gruppo di appassionati cultori della città, della sua storia e del suo patrimonio, convinti che rivalutarne il passato sia viatico imprescindibile per valorizzare il presente. Il libro avrà una doppia presentazione: Chicca Codini e Roberto Bergonzi ne parleranno domani sera alle 21 all’Antica Osteria del Fico (via Guido Grandi) e venerdì primo dicembre alle 18 a SpazioComune (piazza Stradivari), in questo caso con l’assessore alla Cultura Luca Burgazzi.
Con sguardo da antropologo ma decisamente acido, sbigottito da usi e costumi che gli sembrano arrivati dritti dritti da un’era preistorica, «il nostro eroe», come si definisce l’autore del diario di viaggio, dà una descrizione impietosa di un paesone che vorrebbe essere città e che anela a una modernità irraggiungibile. Nulla si sa del viaggiatore, che è senza dubbio ‘metropolitano’ e forse milanese. Cosa lo abbia portato a stabilirsi a Cremona per un breve periodo e perché annotasse tanti dettagli ci è ignoto. Si ritrae con il mento appuntito, il naso lungo e affilato e un bel paio di baffi all’umberta. Quando passeggia, non gli mancano cappello e bastone, accessori indispensabili per l’uomo elegante dell’epoca.
Il suo album, comunque, gli è sopravvissuto. Negli anni Settanta, per quegli oscuri giri frutto di coincidenze e casualità, il quaderno finisce sulla bancarella di un mercatino o nella bottega di un antiquario. È lì che lo intercetta Iginio Sartori, pittore cremonese dallo stile inconfondibile che ha attraversato il Novecento «desideroso soltanto di fare la sua pittura, di vivere il suo purissimo sogno, con il suo limpido credo di artista e di uomo», come lo ritrae Liliana Ruggeri in Cremona antidiluviana. In una sera del 1972, Sartori è ospite a cena di Antonio Bergonzi e della sua famiglia e porta questo misterioso diario di viaggio in omaggio. Nota a margine: per chi non lo ricordasse, Bergonzi, che si definiva «laureato in cartoleria e commercio», ha gestito per anni il negozio di corso Mazzini, mentre la mamma Elsa regnava sulla cartoleria Moschetti di corso Garibaldi.
Eclettico, curioso, inventivo, appassionato e come pochi amante di Cremona, Bergonzi è stato parte integrante della storia cittadina, generoso di suggerimenti. Ed è ora il figlio Roberto, architetto e componente di Cremona Rinascimento, a voler rendere pubblico il libriccino dell’anonimo viaggiatore. Il quaderno è pubblicato in copia anastatica, trascritto e commentato, arricchito da una ricostruzione storica della Cremona primo-novecentesca, da una nota su Sartori e da una interessante rassegna di fotografie e cartoline d’epoca. Alla stesura del volume hanno contribuito, oltre a Roberto Bergonzi, Mikailla Superti (che di Cremona Rinascimento è presidente), Chicca Codini, Angelo Garioni, Liliana Ruggeri e Antonella Rastelli.
Dal racconto dell’anonimo viaggiatore, sottolinea Roberto Bergonzi, «Cremona non sembra cambiata molto. È una rimasta una città introversa (...) una città tranquilla in cui si vive bene ma che non si è mai presa la briga di mettersi in mostra». L’ignoto viaggiatore visita Cremona oltre un secolo fa - il 1905 è la data presunta dagli autori in base a ben documentate deduzioni -, le sue note oggi possono farci sorridere oppure irritare, ma sono anche un singolare spunto di riflessione su ciò che eravamo.
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