L'ANALISI
23 Novembre 2023 - 09:02
Uno spettacolo del coreografo giapponese Saburo Teshigawara (© Akihito Abe)
CREMONA - Promette di essere una stagione ‘senza confini’, contaminata nei linguaggi e aperta come sempre a quanto avviene oggi sulle scene di tutto il mondo: la danza, al Ponchielli, è contemporanea per tradizione, da quando Carolyn Carlson chiuse la stagione lirica proponendo Blue Lady scalza e in sottoveste di fronte a un pubblico abituato a tutù e scarpette di raso. Era l’87, era il secolo scorso ma in questo il Ponchielli non è cambiato. «Insieme a Bolzano, Torino, Reggio Emilia e Ferrara - ha sottolineato Andrea Cigni, sovrintendente del teatro, presentando la nuova stagione - vorremmo che Cremona diventasse sempre più punto di riferimento anche grazie ad alcuni progetti produttivi e a iniziative che vanno oltre gli spettacoli».
È il caso dei workshop che avranno come protagonisti coreografi, danzatori e preparatori delle compagnie in cartellone: un’occasione unica e imperdibile offerta agli studenti (non solo delle scuole di danza). I laboratori sono a numero chiuso e gratuiti e l’unica richiesta è l’acquisto del biglietto per lo spettacolo cui si riferisce il workshop. Il prezzo è volutamente contenuto - gli studenti pagano dai 12 ai 15 euro, meno di un’uscita in pizzeria - e quest’anno ai ragazzi viene proposto anche un abbonamento speciale.
«Non tutti i teatri lo fanno - spiega Cigni -, ma per noi è importante pensare anche al pubblico di domani. Anche nella rassegna Oltreibanchi abbiamo inserito, oltre agli spettacoli di prosa e alla lirica, la musica e la danza. Sin da piccoli ci si dovrebbe abituare a tutti i linguaggi». E tanti sono gli stili e i percorsi che il pubblico potrà sperimentare. Tanta Italia emergente (spesso più nota all’estero che da noi) e grandi nomi internazionali, in un equilibrio che può accontentare tutti i gusti e contemporaneamente incuriosire i più esigenti. A Paola Coelli il compito di illustrare il cartellone, che si snoda dal 28 gennaio al 7 maggio.
Si parte con una prima assoluta, l’incontro/dialogo tra Nicola Galli, tra i massimi esponenti della danza italiana contemporanea, e Rodrigo D’Erasmo, violinista degli Afterhours. Sarà un’improvvisazione quanto mai reale, perché i due artisti (e i loro mondi così diversi) si conosceranno il giorno stessodello spettacolo. Il nitore e alla pulizia stilistica del neoclassico contraddistinguono i due appuntamenti successivi: la Cenerentola di Jean-Christophe Maillot e ai suoi Ballets de Monte Carlo (17 febbraio) e The Red Shoes di Philippe Kratz per il Nuovo Balletto di Toscana (9 marzo). A seguire Ezio Schiavulli, Premio Danza&Danza 2022 come autore/interprete, che sarà al Ponchielli il 16 e il 17 marzo con Heres: nel nome del figlio, e l’Hofesh Shechter Company II, versione giovane e più sperimentale del gruppo guidato dal coreografo israeliano al Ponchielli, il 21 marzo, con From England with Love.
Si ispira a un’opera di Giovanni Segantini, tra i principali esponenti del Divisionismo, la coreografia White Room di Adriano Bolognino: Opus Ballet la porterà in scena il 14 aprile in un doppio appuntamento in palcoscenico. Il 19 aprile, dopo aver vinto il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia lo scorso anno, Saburo Teshigawara e la sua musa e compagna Rihoko Sato presenteranno in prima italiana Ofelia, tragedia di un amore folle e impossibile, dell’incontro doloroso di due anime perdute. Sarà la chiesa di San Michele a ospitare, il 7 maggio, La nuova abitudine di Claudia Castellucci, ispirata al repertorio storico dei Canti Znamenny di San Pietroburgo che saranno eseguiti da un coro bulgaro. Oltre la guerra, solo l’arte è senza confini.
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