L'ANALISI
STRADIVARIFESTIVAL: L'INTERVISTA
09 Novembre 2023 - 05:20
CREMONA - Sabato sera alle 21, all’Auditorium del Museo del Violino torna l’ormai consueto appuntamento con il Krylov Violin Project, l’appendice novembrina di Stradivarifestival che vede coinvolto Sergej Krylov, ambassador e artista in residenza della rassegna cremonese. A corredo di questo importante appuntamento, il Consiglio Comunale di Cremona ha conferito, lunedì scorso, la cittadinanza onoraria al violinista di origine russo che si formò musicalmente, in gioventù, proprio a Cremona. Krylov si presenta nella doppia veste di solista e direttore della Lithuanian Chamber Orchestra, con un programma che, dopo il pirotecnico Divertimento per Orchestra di Béla Bartok, vera e propria prova di virtuosismo orchestrale per i musicisti della Lithuanian, e il Concerto in la minore di Johann Sebastian Bach, si conclude con l’Esoconcerto, il primo concerto per violino e orchestra scritto da Ezio Bosso, amico fraterno di Krylov.
Maestro Krylov, è emozionato per questa onorificenza?
«Sono ‘stra-emozionato’ e commosso. Vorrei ringraziare tutte quelle persone e quegli amici che hanno creduto in me quando ero a Cremona da ragazzo. Molti oggi non ci sono più. Unire in una singola serata il ricevimento di questa onorificenza e il concerto all’Auditorium del Museo del Violino sarà davvero commovente».
Lei si sente cremonese?
«Certamente, Cremona è la mia città d’adozione».
C’è qualcosa che le è rimasto particolarmente caro dei suoi anni a Cremona?
«Sicuramente i primi anni, all’inizio degli anni ‘90: furono anni di importante formazione. Poi ricordo con grande affetto e nostalgia i tanti amici che oggi non ci sono più: questa onorificenza è dedicata anche a loro. Un momento emozionante fu anche quando suonai, all’inizio degli anni 2000, per il Maestro Rostropovich, quando anche a lui fu conferita la cittadinanza onoraria».
Conosciamo un Krylov virtuoso, ma l’anno scorso abbiamo conosciuto un Krylov che valorizza una giovane e talentuosa musicista, come la pianista Alexandra Dovgan. Sabato tornerà a Cremona con la Lithuanian Chamber Orchestra, che lei dirige dal 2008, nella doppia veste di direttore e solista. Cosa dobbiamo aspettarci?
«In questi anni di Festival Stradivari, ho voluto offrire al pubblico una scelta molto vasta di repertorio: brani solistici e orchestrali, tradizionali e contemporanei. Naturalmente, c’è anche il virtuosismo, che per un musicista, al giorno d’oggi, è una componente fondamentale».
C’è un fil rouge che unisce i tre brani - Bartok, Bach e Bosso - del programma?
«Tra Bach e Bosso c’è sicuramente un filo conduttore. Barocco e moderno. Bach, lo sappiamo, era un visionario, avanti anni luce. E Bosso, che fu mio amico fraterno, amava la musica di Bach, la sentiva estremamente vicina alla sua. Questo concerto è ovviamente dedicato alla memoria di Ezio Bosso: ha fatto tantissimo sia per la musica sia per comunicare un messaggio di speranza e bellezza pur nella sua sofferenza. Il suo brano, Esoconcerto, sarà davvero cruciale nel concerto di sabato. La serata si concluderà proprio con il brano di Bosso, mentre si aprirà con il Divertimento per Orchestra di Béla Bartok».
Il concerto è già sold-out, ma vuole comunque dire qualcosa al pubblico di Cremona?
«Ho sempre ricevuto un’accoglienza davvero straordinaria a Cremona. Ci tengo a ringraziare anche il direttore Roberto Codazzi perché è anche merito suo. Sono felice che Cremona apprezzi così tanto la mia arte e la mia passione per la musica, elementi che cercherò di trasmettere, ancora una volta, questo sabato. Nell’indelebile ricordo di un amico scomparso troppo presto».
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