Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CASALBUTANO: L'INTERVISTA

Vladimir Luxuria: «Porto in scena il dialogo muto di Princesa»

Sabato sera apertura di stagione con la pièce ispirata alla storia vera di Fernanda Farias De Albuquerque

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

07 Novembre 2023 - 15:32

Vladimir Luxuria: «Porto in scena il dialogo muto di Princesa»

Una scena di Princesa, interpretata da Vladimir Luxuria

CASALBUTTANO - Princesa è per tanti la canzone di Fabrizio De André, ma Princesa è, soprattutto, la storia di Fernanda Farias De Albuquerque: è la storia di Ferdinando, nato maschio ma col desiderio d’esser donna, nato in Brasile e fuggito in Europa, in Spagna prima e poi in Italia, per dare corpo ai suoi desideri. Princesa è il titolo dello spettacolo di Fabrizio Coniglio che firma regia e drammaturgia, in scena sabato sera (ore 21) al Bellini, in apertura di stagione. E Princesa sarà ed è nella finzione scenica Vladimir Luxuria.

A fornire le coordinate della genesi dello spettacolo è il regista Coniglio – volto noto delle serie tv – che osserva come «Princesa è un romanzo autobiografico di Fernanda Farias De Albuquerque scritto a quattro mani col coautore Maurizio Iannelli durante un comune periodo trascorso nel carcere di Rebibbia a Roma. In quel raccontarsi di Fernanda al suo vicino di cella Giovanni Tamponi, pastore sardo ergastolano, oggi agli arresti domiciliari, attraverso una corrispondenza da cella a cella fatta di bigliettini e lettere, Iannelli ha trovato la chiave per far i conti con sé stesso e il suo passato da brigatista. Da questo testo è nato il lavoro con Luxuria, in cui Fernanda si racconta a un testimone muto, all’interno del carcere».


Vladimir Luxuria fa un doppio salto mortale nell’impersonare Fernanda, un ruolo non facile e ad alto tasso di immedesimazione: «Quando mi è stato proposto di interpretare Princesa ho dovuto pensarci molto, prima di accettare. Ovviamente c’è un coinvolgimento forte e la chiave era quella di riuscire a fare del coinvolgimento non un limite ma una risorsa per lo spettacolo e il mio personaggio».


E c’è riuscita?
«Credo di sì. Certo fare ogni sera Princesa non è facile, c’è un coinvolgimento emotivo molto forte. La storia di Fernanda è la storia di chi ha voluto intensamente essere quello che sentiva di essere al di là del suo corpo. Princesa si racconta senza risparmiarsi, questo accade nel libro e questo accade nello spettacolo. Ma non si tratta di un semplice monologo, ma di un dialogo col testimone muto e vicino di cella, e non solo. Ad un certo punto io scendo dal palco e gli spettatori diventano i carcerati nel cortile durante l’ora d’aria, o i clienti di Fernanda».

Che cosa l’ha colpita di più della storia di Princesa?
«Da un lato la determinazione che ha portato Fernanda ad essere quello che è stata, la sua fame d’amore, il rifiuto della prostituzione a cui era costretta e che visse come un oltraggio al suo corpo, la necessità di stordirsi e di perdersi, fino al tragico epilogo finale. Il perseguire con forza, contro tutto e tutti, la realizzazione della propria identità affettiva non è facile».


Impossibile non pensare alla sua storia. Le è mai capitato di perdersi?
«A differenza di Fernanda io sono stata fortunata, ho avuto una famiglia che mi ha sostenuto, ho avuto la possibilità di istruirmi, di frequentare l’università e di maturare una mia consapevolezza. C’è stato un momento in cui ho cercato di stordirmi, ma per fortuna è durato poco e mi sono ridata a me stessa».


E in che modo?
«Lavorando sulla sobrietà e sostenuta dalla mia curiosità e voglia di sapere. Il processo di transizione è un processo lungo, a tratti doloroso e faticoso. Ho pensato che la sobrietà potesse essere la mia via, mi permettesse di mantenere un equilibrio identitario non facile».


Sobrietà e stile che l’hanno vista impegnata in prima persona a impegnarsi in politica fino ad arrivare in Parlamento nelle fila di Rifondazione Comunista. Che effetto le ha fatto entrare a Montecitorio?
«Mi sentivo come l’uomo che cammina seguito da una folla nel Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, con me c’erano le tante persone della comunità Lgbt in cerca di una propria dignità civile e di diritti da conquistare, oggi solo in parte acquisti. Sono stata la prima persona transgender a essere eletta al parlamento di uno Stato europeo. Con la mia presenza in parlamento il mondo Trans veniva alla luce. Certo fra quegli scranni mi sentivo un po’ un’aliena. Il mio compito è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto la politica sui diritti della comunità Lgbt. Ho collaborato a proposte di legge per i diritti, ma poi il governo Prodi cadde e non se ne fece nulla».


Anche se in tema di diritti delle diversità di genere di passi avanti ne sono stati fatti in questi anni.
«Sicuramente, ma oggi bisogna vigilare. C’è un momento di pausa, di stasi che rischia – col governo oggi al potere – di diventare un ritorno al passato. Le conquiste fatte vanno difese. I segnali non sono incoraggianti quando un ministro alle Pari opportunità considera la famiglia solo quella composta da eterosessuali e quando ci sono politiche che per aiutare le giovani coppie aumentano l’Iva sui prodotti per la prima infanzia».


Da deputata a protagonista della tv, dal Maurizio Costanzo Show all’Isola dei Famosi. Lei ha usato la tv o è stata usata dalla televisione?
«Credo di essere stata in grado di usarla, di aver utilizzato un mezzo potentissimo per portare avanti i valori della diversità, i diritti della pari uguaglianza per tutti. Dai talk show ai reality ho cercato di essere sempre me stessa, mi considero una persona solida che non si fa condizionare. Mi considero un’idealista, sono un essere pensante che esprime i suoi pensieri in molteplici forme».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400