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IL GRANDE RESTAURO

Ermentini come Brunelleschi: firma cremasca per il duomo di Firenze

Il team guidato dall’ideatore dell’«architettura timida» si occuperà della maestosa controfacciata della Cattedrale

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

27 Settembre 2023 - 09:31

Ermentini come Brunelleschi: firma cremasca per il duomo di Firenze

Marco Ermentini, Guido Botticelli, Paolo Gasparoli, Roberto Cecchi e Mauro Matteini

CREMA -  È cremasco il Brunelleschi del terzo millennio: l’architetto Marco Ermentini, collaboratore di Renzo Piano e ideatore del «restauro timido», si prenderà cura della controfacciata del duomo di Firenze, gioiello architettonico del Rinascimento e quarta chiesa al mondo per dimensioni.

L’incarico che gli è stato affidato dall’Opera di Santa Maria del Fiore — l’istituzione millenaria fondata dalla Repubblica Fiorentina per sovrintendere alla costruzione della Cattedrale — riempie il petto di orgoglio e vela gli occhi di emozione. Perché quella che attende Ermentini è una missione tanto prestigiosa quanto delicata. Probabilmente il momento apicale, per lo meno sul piano sentimentale, di una carriera costellata di premi, onori e soddisfazioni: nelle sue mani di architetto gentile c’è il futuro di uno dei monumenti simbolo del Belpaese. Ermentini ha ricevuto ufficialmente il mandato del restauro poche ore fa. Le scrivanie e le pareti del suo covo creativo — immerso tra i decori ultrascenografici di un ex teatrino, all’interno di un’antica dimora nobiliare nel cuore della città — sono ancora ingombre dei prospetti del maestoso ‘dorso’ di pietra che viene ammirato ogni anno da un milione e mezzo di visitatori. Sui fogli stampati, spuntano leggeri tratti di pennarello e garbate serpentine di matita: tracce istintive ma discrete che traducono l’immaginazione in gesto e il progetto in sostanza.

«Sono stato contattato dall’Opera l’estate scorsa per partecipare a un concorso a inviti — spiega Ermentini, mentre si scambia sguardi d’intesa con la sorella Laura e il figlio Cino, i suoi più fidati collaboratori —. L’offerta, di per sé, mi ha inorgoglito. Ma ora che siamo stati scelti per occuparci del restauro, siamo letteralmente entusiasti all’idea di dedicarci a una delle opere più sensazionali dell’architettura italiana».

Nel grandioso corpo della Cattedrale di Firenze, la controfacciata, a dispetto delle inevitabili stratificazioni, è l’unica parte in pietraforte ancora fedele al progetto originario di Arnolfo Di Cambio. Una squisita testimonianza di pieno Rinascimento in cui convivono numerosi elementi rivelatori delle diverse tracce di lavorazione. Nella stesura del progetto esecutivo Ermentini e il suo staff dovranno armonizzare gli interventi sulla vetrata del Ghiberti, sull’orologio affrescato da Paolo Uccello (uno dei pochi al mondo che segna l’ora italica dal tramonto del sole con movimento antiorario), sul mosaico trecentesco di Gaddo Gaddi, sull’affresco degli Angeli musicanti di Santi di Tito, sul monumento funerario del vescovo D’Orso e, soprattutto, sulle lesioni che si aprono sulla superficie di pietraforte. Per completare il disegno del restauro — ovviamente «timido», cioè rispettoso, essenziale, prudente — Ermentini ha costituito un dream team di esperti: al sua fianco ci sono, infatti, big come Guido Botticelli, maestro restauratore di affreschi e dipinti murali, Paolo Gasparoli, docente di Tecnologia dell’Architettura al Politecnico di Milano, e Mauro Matteini, esperto chimico ed ex direttore dell’Opificio delle Pietre Dure.

«Torneremo nel ventre del duomo già la prossima settimana per condurre analisi approfondite e dettagliate sui materiali — spiega Ermentini —. Il progetto esecutivo dovrà essere pronto entro febbraio, poi prenderà il via la gara per l’assegnazione dei lavori».

Difficile stabilire, al momento, la durata dei restauri. Quel che è certo, però, è che Ermentini & Co. hanno già previsto l’impiego di un ponteggio innovativo che consentirà ai visitatori di godersi la vista della controfacciata senza troppi sacrifici e, anzi, li inviterà a rallentare il passo per concedersi al piacere della contemplazione.

«Uno dei nostri obiettivi è il contrasto alla visite ‘mordi e fuggi’ — dice l’architetto cremasco —. Una bellezza straordinaria come quella della cattedrale metropolitana di Santa Maria del Fiore va assaporata a fondo. E noi, ora, faremo del nostro meglio affinché l’osservazione possa essere anche riflessione, meditazione, estasi». 

LO STUDIO ERMENTINI

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Marco Ermentini nel ‘ventre’ del duomo di Firenze

Da oltre 70 anni lo studio Ermentini Architetti si occupa di interventi di architettura e in particolare di restauro. Un piccolo laboratorio di studio e applicazione dell’arte millenaria dell’abitare dove si sperimenta un’architettura attenta alle persone e alla materia. Lo studio conta oltre 200 realizzazioni, documentate su pubblicazioni, libri e riviste, e ha vinto diversi premi tra cui il ‘Premio Assisi per il Restauro’ 1996 per il migliore restauro eseguito in Italia.

Lo studio è stato fondato nel 1952 dall’architetto Beppe Ermentini (1919-2003) e ora è portato avanti dai figli Marco (1956) e Laura (1959) con il nipote Cino (1989). Marco Ermentini è fondatore della Shy Architecture Association, il movimento internazionale che propone l’atteggiamento timido nel mestiere dell’architetto, ed è stato nominato Tutor per il progetto G124 da Renzo Piano.

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