L'ANALISI
14 Settembre 2023 - 11:33
La brava pianista Ester Fusar Poli mentre esegue le composizioni del maestro cremonese nel teatro cittadino
CREMONA - Ottima partenza per Casa Ponchielli, che inaugura la rassegna 2023 di quattro preziosi appuntamenti con un concerto dedicato al repertorio pianistico del compositore. La rassegna, che si pone l’obbiettivo di una Ponchielli reinassance, è iniziata ieri sera sul palcoscenico del Teatro Ponchielli. La scelta di ospitare pianoforte e pubblico sul palco, dando come sfondo alla musica la platea e i palchi del Ponchielli, non è dettata soltanto da ragioni di spazio, è anche, forse, il simbolo della necessità di un cambio di prospettiva: Ponchielli non è solo ‘quello della Danza delle Ore’, per com’è noto al pubblico non specialistico, ma è anche un grande compositore, vero e proprio punto di sutura di due epoche della storia della musica italiana. Tutto esaurito, con tanti cremonesi, ma anche tanti stranieri, segno che questo festival può diventare qualcosa di veramente grande. Per ora, si limita ad appuntamenti di autentico pregio, volti alla riscoperta di Ponchielli non solo operista, ma anche organista e pianista.
Il concerto di ieri, in particolare, proponeva una selezione di quattordici brani per pianoforte. Esemplare l’esecuzione di Ester Fusar Poli, che, oltre ad aver selezionato i brani (facenti parte del suo ultimo disco: ‘Ponchielli piano music’), ha proposto un’interpretazione flessibile, virtuosa e comunicativa, risaltando da una parte, in alcuni brani particolarmente languidi, gli aspetti di sublime lirismo (Il primo affetto, Notturno, Elegia, T’amerò sempre), valorizzando l’ornatus salottiero che avvicina Ponchielli alla grande tradizione cameristica europea, dall’altra, nei brani ballabili di più spiccata inflessione popolare, la natura bandistica e d’occasione (Tutti ebbri, La staffetta di Gambolò, Saltellina-polka). Al centro del concerto, lei: la Danza.
La trasposizione per piano dell’iconico ballabile dalla Gioconda non ha il fascino e le sfumature che l’esecuzione strumentale le garantisce, nella sua alternanza complessa e ben riuscita di motivi leggeri e frivoli e quell’alone cupo e vagamente angosciante, che poi è l’atmosfera dominante in tutta l’opera. Eppure la grande interpretazione di Poli carica la trascrizione di un senso tutto nuovo, sì cameristico, ma pure fortemente virtuosistico ed espressivo. Insomma, buona la prima, in attesa del secondo concerto di domani, dedicato alle arie d’opera di Ponchielli e dei suoi contemporanei.
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