Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

UNA VOCE CREMONESE

«Mi sogno Mimì in La bohème, prediligo i ruoli molto tristi!»

Luisa Bertoli, soprano classe ‘93, studi con Anna Pirozzi, si racconta: il bisnonno, la gavetta e le aspirazioni

Giulio Solzi Gaboardi

Email:

redazione@laprovinciacr.it

05 Settembre 2023 - 11:26

 «Mi sogno Mimì in La bohème, prediligo i ruoli molto tristi!»

CREMONA - Giovane cantante dal futuro promettente, classe ‘93 e tanta voglia di lanciarsi sulla scena, Luisa Bertoli, soprano, è nata a Cremona, dove ha frequentato il liceo classico Manin, ha studiato canto lirico al Conservatorio Monteverdi con Enrica Fabbri, e ha cantato con il Coro Polifonico Cremonese. La musica è di casa in famiglia Bertoli: il bisnonno di Luisa, Aurelio Alberti, voce impostata, grande talento per il canto e la musica, cantava anche nel laboratorio di pasticceria di corso Campi dove lavorava con lo zio Umberto Lanfranchi e amava l’opera, così come la nonna di Luisa, Mariuccia Bertoli, detta Uccia.

Dal 2019 Luisa vive a Milano, lì ha frequentato la facoltà di Scienze linguistiche all’Università Cattolica di Milano dove nel 2017 si è laureata in lingua araba. Durante gli anni di università, allo studio accademico ha affiancato quello musicale, formandosi alla Civica Scuola Claudio Abbado. Il giorno dopo la laurea, ha debuttato al Teatro Sociale di Como, attraverso il progetto AsLiCo, come corista nell’opera in prima esecuzione mondiale Ettore Majorana, cronaca di infinite scomparse, opere lirica innovativa e contemporanea andata in scena anche a Cremona nel 2017 e che narrava in chiave onirica le vicende della misteriosa scomparsa del noto fisico siciliano.

Luisa Bertoli al trucco per il ruolo di Papagena nel Flauto magico di Mozart

«La sfortuna - dice ridendo - è che, appena diplomata, è arrivato il Covid, bloccando tutte le produzioni e gli spettacoli dal vivo». Ha solo trent’anni, ma ha già alle spalle tante belle esperienze. Racconta di quando, nel 2021, dovette sostituire poco prima di una recita di Tosca, la sua opera preferita, il Pastorello, perché la voce bianca che avrebbe dovuto interpretarlo aveva appena cambiato voce: «Tosca è stata il mio primo amore». Corista nel coro di OperaLombardia, ha però ricoperto diversi ruoli da solista: il Paggio in Rigoletto, Annina in Traviata, la Prima Sacerdotessa in Iphigénie en Tauride di Gluck, con la regia di Emma Dante, Katchen nel Werther di Massenet, tratto dall’arcinoto romanzo di Goethe, e, più recentemente, Donna Vincenza in Napoli Milionaria di Nino Rota e Papagena nel Flauto Magico al Teatro Lirico Gaber di Milano.

Luisa è Katchen nel Werther di Massenet In alto al Ponchielli

A breve, debutterà a Spazio Teatro 89 a Milano nel ruolo di Elle ne La voix Humaine, capolavoro di Poulenc, in cui la protagonista, Elle, deve affrontare un complesso conflitto personale, sola in scena: un ruolo di straordinaria difficoltà e bellezza (memorabile fu la lettura che ne diede proprio al Ponchielli Emma Dante pochi anni fa). Ricorda momenti di ilarità irrefrenabile dietro le quinte: «Durante una recita feci notare agli attrezzisti che in un angolo della scena erano rimaste una scopa e una paletta rossa: scoppiai a ridere fino alle lacrime. Per me - continua - sono momenti fondamentali perché rivitalizzano un lavoro che a volte è molto difficile: ogni sera è diversa dall’altra».

Ma ci sono anche ricordi meno belli, legati alla sua esperienza di cantante, proprio risalenti a pochi anni fa: «Durante il Covid, con lo stop agli spettacoli dal vivo, abbiamo iniziato a mettere in scena le opere in streaming. C’era un silenzio agghiacciante al termine di ogni aria e pezzo musicale, qualcosa di sconfortante». Come a tutti gli artisti, musicisti, cantanti e attori, anche Luisa ha sentito la mancanza del suo pubblico. «Quando i teatri hanno riaperto - spiega - il pubblico è tornato e con ancora più entusiasmo di prima».

La formazione di Luisa è sempre in divenire: a breve si recherà a Martina Franca per terminare i suoi studi all’Accademia del Belcanto Rodolfo Celletti. Poi, da ottobre, tornerà all’Università Cattolica, stavolta a insegnare, coniugando la passione per l’opera e il canto con l’ambiente accademico che ha amato tanto durante la sua formazione universitaria. Ora, studia con artiste di grande calibro come Barbara Frittoli e Anna Pirozzi , forse l’interprete femminile più interessante del momento nel repertorio verdiano e drammatico. «Il ruolo dei sogni? Mimì ne La bohéme di Giacomo Puccini - e ride - mi piacciono le cose tristi!». La voglia c’è, la voce pure. Il 6 ottobre sarà nel coro del Flauto Magico, che aprirà la stagione lirica del Ponchielli. E poi, chissà!

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400