L'ANALISI
A TEATRO
18 Maggio 2023 - 10:09
CREMONA - Nuovo appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Tra le compagnie teatrali più visionarie e all’avanguardia del panorama mondiale, Peeping Tom trasporta il pubblico in una realtà parallela. Leggi le recensioni qui sotto.
Martedì sera, la compagnia teatrale più visionaria e all’avanguardia del panorama mondiale “Peeping Tom”, fondata nel 2000 dall’argentina Gabriela Carrizo e dal francese Franck Chartier, con base in Belgio, trasporta il pubblico del Ponchielli in una realtà parallela e lo circonda in un’ atmosfera noir con Diptych -The missing door & the lost room. Suspense e adrenalina colpiscono subito lo spettatore che rimane col fiato sospeso per l’iperrealismo delle scene e per una colossale scenografia che fa da ambientazione al thriller psicologico. In questo modo, tutto il teatro Ponchielli diventa un piccolo mondo circoscritto che accoglie il caos. Frammenti e scampoli ci catapultano nei ricordi di un uomo e tutto ruota attorno a incontri d'amore, baci mancati, balli furiosi, corpi abbandonati, letti disfatti, pavimenti che si muovono, armadi che divorano corpi, figure angoscianti e ambigue che appaiono e scompaiono e porte spalancate da improvvise raffiche di vento che rivelano l’ignoto, il tutto su un palcoscenico trasfigurato e trasformato negli interni di un transatlantico. È tutto un continuo rincorrere e rincorrersi, desiderarsi e ferirsi, afferrarsi e poi allontanarsi, inciampare e ricominciare nel turbinio di azioni, coreografie, suoni e gesti che gli otto straordinari performer compongono sul filo di un'inquietudine crescente. Nessuno è al sicuro, non più. Tutti si affannano e tentano di reprimere la paura di non farcela, di non essere amati e di essere respinti. Combattono con la costante sensazione di essere destinati al fallimento, ma non smettono di provarci, mentre noi in sala guardiamo, osserviamo, spiamo, a distanza, ma inesorabilmente attratti da quel vortice irrequieto che tanto ci assomiglia. Uno spettacolo perturbante che si imprime nella nostra retina e nella memoria più profonda, quella dove conserviamo le cose preziose.
Martedì 9 maggio il teatro Ponchielli di Cremona ha ospitato Peeping Tom, una compagnia belga di danza fondata nel 2000 da Gabriela Carrizo e Franck Chartier. Peeping Tom, compagnia tra le più visionarie nel panorama mondiale, ci propone una sua celebre creazione: Diptych: the missing door and the lost room. Si tratta di una performance di teatro danza che trasporta il pubblico in una realtà parallela, un’atmosfera noir al limite dell’horror. I protagonisti sono intrappolati in un labirinto senza uscita, un macchinoso e angosciante loop che li mette tutti in relazione tra di loro. Non è sempre chiaro il tipo di rapporto che alcuni dei personaggi hanno tra di loro, ma ciò non gli impedisce di interagire, prendersi, lasciarsi e afferrarsi di nuovo, senza mai trovare pieno conforto, nemmeno nelle braccia dell’altro. I movimenti acrobatici dei ballerini, per nulla scontati e mai fuori posto, persino all'apice della loro stramberia, sono scanditi da un sottofondo musicale a cura di Raphaëlle Latini, Ismaël Colombani, Annalena Fröhlich, Louis-Clément Da Costa e Eurudike De Beul. Le musiche rispettano l’atmosfera inquietante della rappresentazione, e sono arricchite da effetti Foley, cioè effetti sonori realizzati da un rumorista, come i cigolii delle porte, il cuore che pulsa, il vento che fischia tra le fessure. Di fondamentale importanza per la buona resa della performance sono anche le due scenografie a cura di Gabriela Carrizo e Justine Bougerol. Due scenari differenti, ma intrisi della stessa ambiguità: prima il corridoio, poi l’interno della cabina di un transatlantico, concepiti come un vero e proprio set cinematografico, che pone il pubblico di fronte alle scene più inspiegabili, come porte che si aprono da sole o pavimenti nascosti. Il momento più brillante della pièce è sicuramente il cambio di scena, che avviene a sipario alzato, davanti agli occhi degli spettatori. Così facendo gli artisti rompono la quarta parete per qualche istante, contribuendo a rendere l'ensemble ancora più surreale, e a farci immergere a pieno in ciò che accade sul palco. Diptych è uno spettacolo che denota un forte senso di innovazione in tutti gli aspetti del pezzo, dalle musiche alle scenografie, e che per 70 minuti tiene col fiato sospeso gli spettatori, facendogli domandare quale altro inspiegabile fatto possa succedere da un momento all'altro.
Il transatlantico di Peeping Tom è approdato sul palcoscenico del Ponchielli mercoledì sera, travolgendo con un'onda di emozioni ineffabili l'intera sala. Lo spettacolo "Diptych" -Dittico- è frutto di un lavoro svolto dalla compagnia belga in collaborazione con la “Nederlands Dans Theater” su due temi estrapolati da una trilogia: “The missing door” e “The lost room”, scenografie, coreografie e musica si fondono in un set cinematografico surreale ed onirico. In un ambientazione noir di tensione continua, relazioni complicate di corpi avvinghiati, frenetici, convulsi nascono e si dissolvono con la stessa natura dei sogni. Le porte sono canali instabili tra il mondo iperrealista e quello surrealista, risucchiano o scaraventano i personaggi e il loro crudo inconscio mentre il tempo distorto continua a ruotare attorno ad amore e morte che ballano a braccetto in un macabro limbo. Le luci decise e dirette abbagliano e catturano vulnerabili istanti oppure evidenziano mostruose fisiognomiche, disegnando ombre grottesche sui volti. Forze spiritiche sembrano manovrare come burattini gli attori ballerini: Konan Dayot, Fons Dhossche, Lauren Langlois, Panos Malactos, Alejandro Moya, Fanny Sage, Eliana Stragapede, Wan-Lun Yu che magistralmente si abbandonano a queste forze oscure quasi privi di volontà.Tutto ció è stato possibile grazie allo strepitoso lavoro di concept e regia di Gabriela Carrizo, Franck Chartier, alla musica originale di Raphaëlle Latini, Ismaël Colombani, Annalena Fröhlich,Louis-Clément Da Costa, Eurudike De Beul, alle luci di Tom Visser, alla scenografia di Gabriela Carrizo e Justine Bougerol, ai costumi di Seoljin Kim, Yichun Liu e Louis-Clément Da Costa. Un spettacolo consigliato per chi ama il caos emozionale: dopo questa crociera, dentro di noi, passeggeri di "Diptych" si è smosso un mare in tempesta, come se il travaglio appena vissuto ci avesse riportato a nuova vita.
La sera del 9 maggio 2023 al Teatro Ponchielli di Cremona, è andato in scena Diptych: The missing door & The lost room. Spettacolo della compagnia belga di teatro-danza Peeping Tom, fondata da Gabriela Carrizo e Franck Chartier nel 2000 a Bruxelles. Sul palco gli scenografi, i registi e i ballerini: Konan Dayot, Fons Dhossche, Lauren Langlois, Panos Malactos, Alejandro Moya, Fanny Sage, Eliana Stragapede, Wan-Lun Yu, sono riusciti a trasmetterci tutta l’ansia e l'adrenalina tipica delle loro creazioni. Hanno sfidato la realtà, unendola al mondo del subconscio, dell'ignoto e delle paure; trasformando la scena in una situazione iperrealista dove il tempo, i personaggi e le ambientazioni irrequiete, sfidano la logica e la razionalità umana. La narrazione ci invita nella testa di un uomo tormentato e ci mostra la sua vita al limite che sfiora e sfida il surreale. La bravura tecnica ed espressiva dei ballerini ha permesso di incarnare perfettamente le figure angoscianti e ambigue che appaiono e scompaiono sul palco. Corpi tesi, inanimati, morti e agitati che si avvinghiano e si lanciano nella scenografia, solita dei set cinematografici. Nel primo atto è rappresentata la stanza di un transatlantico burrascoso, per poi cambiare sotto gli occhi di tutto il pubblico nella camera da letto del secondo atto. Porte animate che si aprono e sbattono, pavimenti nascosti e passaggi segreti aumentano la confusione e lo stupore degli spettatori. La scena è completata da giochi di luci, soffuse e accecanti; di sottofondo musiche cupe e di suspance, spesso solo rumori di urla, temporali, vetri che cadono e cuori che battono. La faticosa ricerca interiore col tempo, la memoria e la premonizione ruotano attorno all'illusione, agli amori perduti e violenti, percorrendo un viaggio pieno di speranza e allo stesso tempo incerto.
“Dipytch”di Carrizzo e Chartier, originato dal dualismo tra le scene “The Missing Door” & “The Lost Room”, messo in scena al teatro Ponchielli la serata del 9 maggio, è uno spettacolo che congiuntamente ammutolisce lo spettatore e fa scaturire dal suo animo dei sentimenti inquietanti, che gli appaiono estranei all’inizio, gradualmente familiari nel corso dell’opera. Un transatlantico del secolo scorso procede tra i suoi sbuffi cadenzati e i sospiri dei passeggeri. Sprazzi di vita umana sono proposti allo spettatore in un’ottica di iperrealismo, un crescendo accosta le più ordinarie vicende umane con le mete del vagare di una mente senza cardini. Si instaura una lotta antitetica tra il silenzio regnante e l’imprevedibile frastuono della tempesta, divenuta poi, in parallelo all’inasprimento generale dei canoni della narrazione, bufera. Controverso nel contenuto, squisitamente personale nell’interpretazione, lo spettacolo ha evidenziato una dinamicità straordinaria nel susseguirsi delle scene in contrasto con l’immutabilità della condizione dei protagonisti che si rivelano irrimediabilmente imprigionati nella propria visione unilaterale. Inconsapevoli dell’essere parte di un disegno più ampio, tentano di lottare invano contro la loro nemesi ricadendo presto nell’arrendevolezza. Uomini e donne di ogni estrazione sociale sono attori passivi che oscillano tra pene inflitte da loro stessi e opposizione contro i compagni delineando una scena dove regna un’assordante mancanza di dialogo. Momenti di forte tensione creano un’aspettativa che spesso è tradita da transizioni tecniche eccessivamente enfatizzate. Destreggiandosi nella disarmonica scansione temporale, i ballerini della compagnia belga Peeping Tom, seppure impegnati in movimenti convulsi, non tralasciano il connubio tra interpretazione e conoscenza tecnica. Sullo sfondo coronato dalla ricerca di spettacolarità nella scenografia, gli interpreti, avvolti in abiti, a tratti, disadorni, ma che eludono ogni anacronismo, sono accecati dalle luci improvvise, strumento di congiunzione tra le scene. Misteriosa anche nel genere in cui identificarla, l’opera, sinergia tra teatro e balletto, è una denuncia alla sovrabbondanza delle parole e un inno al potere comunicativo del volteggiare del corpo, il tutto avvolto in un’aura che gli conferisce una lontana eco di thriller psicologico.
La sera del 9 maggio, nonostante il tempo ottobrino, una platea quasi al completo si è recata al Ponchielli per assistere a uno degli episodi più attesi del repertorio danza della stagione gennaio-maggio 2023: “Diptych: the missing door and the lost room”. Lo spettacolo, presentato dalla compagnia belga Peeping Tom, una delle più innovative sulla scena internazionale, nasce dalla rivisitazione e unificazione di due pezzi cult, “The missing door” e “The lost room” realizzati per il Nederlands Dans Theater. All’apertura del sipario lo spettatore viene catapultato in una ambientazione quasi spoglia, tra personaggi anch’essi generici e totalmente ordinari, almeno in apparenza. Ben presto, infatti, il patto con la realtà si incrina, lo spazio si dilata e si restringe diventando labirintico, dentro il quale i corpi resi quasi fluidi, inermi, si abbandonano alla forza che li trascina fuori e dentro da queste porte, oltre le quali vi è l’ignoto. In sottofondo risuona una musica utopistica, che si discosta del tutto dalla classica orchestra, formata dall’unione di note a sirene e altri rumori che riflettono l'irrequietezza delle figure che proiettano nei movimenti i loro drammi emotivi. A metà vi è il cambio di scena a vista, che infrange la bolla in cui lo spettatore era immerso, determinando, per la sua lunghezza, una significativa perdita dell’attenzione del pubblico. La seconda parte, tuttavia, recupera significativamente, facendo emergere a pieno quell’humour nero che fino a quel momento era stato appena accennato. È nella conclusione, infatti, che raggiungono il loro apice l’inquietudine e il disagio relazionale, mentre la linea di demarcazione tra irreale e reale va sfumando sempre di più. La distorsione spazio-temporale è resa attraverso effetti speciali strabilianti, che lasciano esterrefatti, ma che in alcuni momenti surclassano totalmente il movimento del corpo che passa in secondo piano. In appena 70 minuti gli otto interpreti riescono a sviscerare il subconscio umano, nella sua oscurità e complessità, instaurando una relazione intima con lo spettatore in un connubio di musica, emozione e tragicità, in cui il concetto classico di danza svanisce, lasciando posto al puro movimento.
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