L'ANALISI
24 Marzo 2023 - 15:57
Fabrizio Aroldi
SABBIONETA - Si chiama ‘Per un lavoro dignitoso. Testimonianze di giovani del mondo tra sfruttamento e speranze’ il libro a cura di Fabrizio Aroldi e Simone Oggionni che verrà presentato domenica 26 alle 17 nell’aula magna di Palazzo Forti a Sabbioneta. Un volume pubblicato dalle edizioni ‘A Passo d’Uomo’ di Sabbioneta che dà voce a dieci racconti di giovani italiani e cittadini del mondo che parlano di sé, dello sfruttamento, delle speranze e dei bisogni di tantissimi lavoratori.
Aroldi, 64 anni, di Martignana di Po, è stato per una vita operaio metalmeccanico e delegato Fiom. E’ un militante della sinistra italiana e ha all’attivo 37 titoli italiani tra getto del peso, lancio del disco e lancio del giavellotto.
Oggionni, 39 anni, è membro della segreteria nazionale di Articolo Uno, responsabile del dipartimento Cultura. E’ uno storico e saggista e collabora con quotidiani e riviste della sinistra e del mondo cattolico-democratico.
“Tempo fa - spiega Aroldi - avevo scritto degli opuscoli sul tema del lavoro. Il centro culturale e cooperativa ‘A Passo d’Uomo’ (che promuove la piena realizzazione della persona nel campo culturale, spirituale e sociale, nda) l’ha saputo e mi hanno proposto di scrivere un libro. E così ho fatto, insieme a Simone Oggionni”.
L’opera contiene, oltre agli interventi degli autori, contributi di Stefano Prandini, Marco Pezzoni, Luigi Gardini e Antonella Avigni. Il nucleo è rappresentato dalle risposte che i ragazzi e le ragazze interpellati, dai 15 ai 31 anni, hanno dato a otto domande. I protagonisti si chiamano Boateng, 22 anni, Zayan, 19, Deep, 21, Hamza, 20, Sahil, 17, Atryu, 15, Raj, 18, Sara, 17, Niky, 19 e Stefano, 31.
“Ad una persona la dignità la dà il lavoro”, osserva Aroldi. “Non è stato facile ottenere la fiducia e la disponibilità dei giovani che abbiamo interpellato, ma alla fine hanno aperto il loro cuore. Credo che nel lavoro ci sia bisogno di umanità, e penso che in alcune situazioni serva meno egoismo e più concretezza da parte degli stessi lavoratori nei confronti dei loro colleghi. Il tutto all’insegna dell’unità delle persone che lavorano: serve più solidarietà reciproca”.
Aroldi invita anche a “smettere di dire che i giovani non hanno voglia di lavorare. Date loro una paga dignitosa e vedrete che questo problema non si porrà più”.
C’è anche la questione aperta delle persone con disabilità: “Io appartengo a questa categoria e ho sempre lavorato al pari di persone normodotate. Il lavoro, anche in questo caso, dà dignità e serve a superare il proprio handicap”.
Nell'introduzione, Oggionni scrive che “il lavoro è un mezzo per raggiungere gli obiettivi: quelli immediati, permettersi qualche sfizio, aiutare la famiglia; e quelli a lungo termine: sentirsi cittadini a tutti gli effetti membri della comunità e della vita associata, avere un futuro dignitoso”.
Il volume presenta anche alcune immagini del matrimonio di Aroldi, risalente al 1981, alcuni momenti di sue gare sportive e alcuni momenti di lavoro dei ragazzi protagonisti. “Questo - commenta Aroldi - vuole essere l’inizio di un percorso. Continueremo”.
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