L'ANALISI
A TEATRO
23 Marzo 2023 - 17:04
CREMONA - Nuovo appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Si prosegue con lo spettacolo «Miracoli Metropolitani»: leggi le recensioni qui sotto.
ANGHINONI AURORA – 1 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Mercoledì 15 marzo al Teatro Ponchielli, è andato in scena lo spettacolo Miracoli Metropolitani di Carrozzeria Orfeo. Il regista è mosso da un ideale artistico popolare volto a innescare negli spettatori riflessioni sul presente e far comprendere i nodi dell’esistenza umana. Il tema della realtà è protagonista per stimolare commozione e consapevolezza. L’obiettivo di Gabriele De Luca è di accrescere il numero di spettatori a teatro offrendo loro una visione emozionate, profonda e molto divertente della vita. In Miracoli metropolitan ritroviamo una grande capacità comunicativa, corrisposta dalla moltitudine di applausi sinceri. Il tempo è presente, un probabile futuro, in cui le fogne e le strade sono ormai sature di feci e di scarti alimentari. L'umanità è costretta a vivere nascosta al sicuro dal mondo esterno contaminato e in rovina. Il protagonista Plinio, ex chef stellato, e la moglie Clara si ritrovano a cucinare in un garage sotterraneo. Preparano cibo particolare che mischi varie tradizioni per soddisfare le richieste globali: nutrirsi sempre di più pagando sempre meno. Il cibo destinato a persone soggette a varie intolleranze alimentari è precotto e presurgelato. Con la coppia collaborano il figlio Igor dipendente del videogame Affoga l’immigrato, la dipendente sottopagata Hope di origine etiope, il professore Mohamed sfruttato in Italia come uomo delle consegne, il carcerato Mosquito costretto ai lavori socialmente utili, si aggiungono l’aspirante suicida Cesare e Patty la madre idealista di Plinio schierata contro la destra politica. Ci vengono presentate le più svariate problematiche sociali ed economiche che molti di noi riscontriamo nella nostra vita. La solitudine dell'umanità che cerca di colmare quel vuoto intoccabile ingurgitando cibo. Il disfacimento di questa civiltà sta iniziando ora, il teatro ci presenta la dissoluzione delle relazioni e dell’amore. Il Web che ci ruba alla realtà, il rapporto con il cibo come forma di limitazione al dolore e l’alienazione occidentale causata da inutili distrattori. Il tema ambientale e la responsabilità, i migranti perseguitati dai nuovi nazisti del 2000 e il suicidio a cui sono spinte le persone. Il gruppo di perdenti presentato all’inizio rivela il proprio nucleo solo alla fine con la ricerca della verità. Insomma uno spettacolo che con volgarità e battute si ride tanto ma dove non si ride affatto.
BRESCIANI LUCA – 2 LICEO SCIENTIFICO ASELLI
Che “Miracoli metropolitani”, di Carrozzeria Orfeo, andato in scena mercoledì 15 marzo al Ponchielli, sia uno spettacolo fuori dall’ordinario è apparso evidente a sipario ancora chiuso, quando è stato “educatamente” chiesto agli spettatori di spegnere il cellulare. La sapiente regia di Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi, ha presentato otto personaggi costretti a vivere da reclusi in una vecchia carrozzeria riadattata a cucina, preparando pasti da asporto con ingredienti pessimi ed assecondando le mode culinarie del momento mentre fuori il mondo è diventato quello che ciascuno di noi, forse inconsciamente, teme possa diventare davvero in un prossimo futuro: un luogo dove imperversano intolleranza, violenza e inquinamento, quasi come fossero segnali che il pianeta è arrivato al limite della sopportazione dei suoi abitanti. All’interno i protagonisti incarnano le caratteristiche peggiori dell’essere umano: Plinio (Roberto Serpi), il cuoco un tempo stellato in un vero ristorante, si è adattato a preparare piatti da asporto ai limiti dell’intossicazione alimentare, che vengono consegnati dal classico rider sfruttato, laureato e professore nel suo paese di provenienza.La moglie Clara (Barbara Moselli), ex lavapiatti, lo ha sposato per potersi affermare come imprenditrice e dedicare solo a vestiti e aperitivi a costo di qualsiasi compromesso. Il figliastro Igor (Federico Gatti), stereotipo del giovane che vive immerso nella realtà virtuale del suo gioco preferito “Affonda l’immigrato”, ha problemi di apprendimento e relazionali, eppure è l’unico ad interessarsi della sorte dell’etiope Hope (Ambra Chiarello) e del suo bambino. Di fronte alle difficoltà le uniche soluzione sembrano fin dall’inizio il suicidio per Cesare (Massimiliano Setti), le bombe per Patty (Elsa Bossi) o la celebrità per Mosquito (Federico Brugnone). Una rappresentazione del futuro tragica e comica allo stesso tempo, purtroppo possibile, che fa riflettere ma anche sorridere di fronte al problema delle fogne che stanno allagando la città, quasi una metafora sulla sorte dell’uomo che potrebbe finire sommerso dallamarea dei suoi stessi errori.
CASELANI LUCA – 4 GHISLERI
Otto personaggi, sette attori, quattro uomini, tre storie d’amore finite male, due stranieri, una scenografia. Mercoledì 15 marzo la compagnia teatrale “Carrozzeria Orfeo” ha portato in scena sul palco del teatro Ponchielli lo spettacolo di prosa “Miracoli Metropolitani” richiamando un pubblico molto incuriosito. Ogni personaggio ha messo in evidenza aspetti negativi dell’essere umano e della società. In una cucina allestita in uno scantinato, uno chef prepara piatti da asporto che piacciono alla clientela pur utilizzando prodotti di bassa qualità. Vorrebbe tornare al suo ristorante stellato e, pur di smettere di lavorare in quella situazione, arriva ad avvelenare dei bambini celiaci di una scuola elementare; la sua disperazione servirà a mettere fine alla storia facendo incendiare il locale mentre urla “Io non credo”. La moglie rinnega le sue origini umili con il desiderio di diventare una influencer. Il figlio della donna, sempre bullizzato, si sfoga con i videogiochi in cui annienta i barconi dei profughi. La ragazza etiope scappata dal suo paese cerca una nuova vita dopo aver perso il marito, non dichiara la gravidanza per non perdere il lavoro e non vuole riconoscere il figlio nato albino. Il carcerato, costretto ai lavori socialmente utili, sogna di diventare un attore in modo tale da essere quella brava persona che il padre aveva fin dall’inizio visto in lui. Una nonna molto arzilla che ha sempre combattuto per i suoi ideali anche usando la forza arrivando però a trascurare il figlio. Un disperato signore che, divorato dal senso di colpa per aver perso il figlio in un incidente stradale, cerca di unirsi a questa particolare famiglia, per poi togliersi la vita. Infine, una voce fuori campo che raccontava gli avvenimenti che accadevano nella città inondata da liquame, rifiuti tossici, olio, segno di un ambiente degradato e trascurato. La compagnia ha portato all’attenzione del pubblico un miscuglio di problematiche sociali e personali utilizzando per tutto lo spettacolo un gergo molto volgare che poteva risultare pesante e fastidioso. Fin dall’inizio è stato un susseguirsi di scene incalzanti e di dialoghi veloci, a volte arrivando anche a perdere le parole dette. Alternando battute ironiche a concetti seri, gli attori sono riusciti a tenere alta l’attenzione del pubblico.
KOUAO LETIZIA – 5 EINAUDI
Nella serata di mercoledì 15 marzo al teatro Amilcare Ponchielli si é tenuto lo spettacolo di Carrozzeria Orfeo “Miracoli metropolitani”. Se siete un pubblico suscettibile, questa visione non è adatta a voi. È un urlo al NON politically correct, al NON family friendly e con TANTO black humor. Uno spettacolo non è solo volto a fare ridere ma persegue anche lo scopo di trattare tematiche oggi molto ricorrenti e profonde. Le imprecazioni di Plinio, un ex chef stellato che gestiva un ristorante e si é ritrovato a lavorare in una cucina fatiscente sono all’ordine del giorno, insieme alla moglie pettegola Clara (ex lavapiatti) che preoccupa più di diventare una influencer, riportando tutto ciò che accade sui social che di gestire il ristorante, ma Clara è anche una mamma molto apprensiva nei confronti del figlio Igorche aiuta in cucina ed è ossessionato dai videogiochi, dopo che ha abbandonato la scuola media a causa del bullismo. Ad aiutare in cucina ci sono inoltre: Mohamed che nonostante la sua laurea ad Harvard in Libano é un rider sfruttato in Italia, Mosquito (che con le sue entrate in scena spezzava dalle risate l’intero pubblico) un carcerato costretto ai lavori socialmente utili, Patty madre di Plinio che non va d’accordo con la nuora perché rappresenta l’esatto contrario di ciò in cui crede, Hope un’immigrata etiope fuggita dalla sua terra per vivere e dare un futuro migliore al bambino che ha in grembo e Cesare che a causa di uno sbaglio irreparabile si è trovato a vivere con il rimorso, a perdere il lavoro e a ridursi ad allontanarsi da tutti i suoi affetti, tentando più volte il suicidio e si é ritrovato in questa famiglia allargata a causa di un contatto telefonico errato. Uno spettacolo termina lasciando l’amaro in bocca, un groppo in gola e un magone. Miracoli metropolitani mostra come un imprevisto possa non essere sempre negativo, ma portare anche della felicità, come per essere definiti una famiglia non sia necessario un legame di sangue e come il sacrificio di una persona possa determinare una via di fuga per un’altra.
MOUHASSINE SOUKAYNA - 5 EINAUDI
Miracoli Metropolitani di Carrozzeria Orfeo è lo spettacolo che è andato in scena il 15 marzo presso il teatro ponchielli di Cremona. Lo spettacolo in questione è stato in grado di catturare l'attenzione del vasto pubblico, dal inizio alla fine. Ogni cosa mi è sembrata curata nel minimo dettaglio, dalla scenografia alla scelta della musica. Ogni attimo era scandito da battute in grado di provocare prima una risata e poi una riflessione profonda da parte dello spettatore. Ciò che ha caratterizzato Miracoli metropolitani di Carrozzeria Orfeo quindi è stata la capacità di nascondere dietro all’ironia la cruda e nuda realtà delle cose. Nel corso di quelle due ore e mezza abbiamo riso e poi riflettuto su molte tematiche, tra queste: la solitudine, l'ingiustizia sociale, il razzismo, lo sfruttamento, la lotta per il proprio concetto di libertà, le catene che possono rappresentare i social e la superficialità. Miracoli Metropolitani dunque è un urlo disperato e struggente al pubblico del male e del dolore di cui si circonda il mondo e rappresenta la nostra realtà, nascosta nei margini di una battuta in grado di scatenare una risata e poi provocare una reazione insolita di riflessione profonda . Tutto ciò ha avuto vita in una cucina, nella quale i personaggi che pur essendo sempre insieme vivevano un senso di solitudine che si nutriva delle loro sofferenze e le loro insicurezze. Lo spettacolo per me è la rappresentazione di come le cose sappiano nascondersi in altre, di come dietro un sorriso possa nascondersi una lacrima di un animo strappato dalle cose della vita. Miracoli Metropolitani è un urlo che ci ha svegliati, ricordandoci di imparare a cogliere l’essenza delle cose, e di non nascondere il proprio dolore, nella speranza di potersene liberare così, perché anche se silente il dolore persiste nell’attesa di esordire, pronto a dare fuoco a ogni cosa.
RIBOLI GRETA - 4A LIC LICEO SCIENTIFICO ASELLI
La sera del 15 Marzo 2023 un congruo, sebbene non eccessivo, numero di spettatori si è recato al Ponchielli per assistere a uno spettacolo dal titolo enigmatico, “Miracoli Metropolitani”, che lascia presagire assai poco di quello che è l’effettiva essenza della rappresentazione. Questo poiché è quasi impossibile concentrare in poche parole la potenza espressiva messa in scena dalla compagnia “Carrozzeria Orfeo” con la regia di Gabriele Di Luca, che ha stupito in positivo molti spettatori, soprattutto chi era capitato lì un po’ per caso. Il pubblico viene immediatamente catapultato, attraverso una scenografia semplice, ma funzionale, e dalla voce fuori campo, in un mondo distopico, un futuro apocalittico, non ancora presente, ma nemmeno così lontano. Qui le fogne sono ormai straripate e le città, piene di rifiuti tossici, non fanno altro che riflettere il disfacimento dei propri abitanti. In questo contesto, in una cucina fatiscente, si intrecciano le storie dei nostri personaggi; Plinio, chef stellato ormai in rovina costretto a fare cucina d’asporto, Clara, una ex lavapiatti che si atteggia a imprenditrice digitale, Igor, ragazzo inconcludente ossessionato dai videogiochi, Hope, immigrata etiope e lavoratrice in nero, Cesare, aspirante suicida divorato da sè stesso, a cui si aggiungono diversi altri. Sono a tutti gli effetti dei “tipi” comici, ma in sintonia col giorno d’oggi, stereotipi modellati sulla nostra realtà, che amplificano e sbattono in faccia allo spettatore senza tanti convenevoli quelli che sono i difetti della nostra società. Attraverso la carrellata di battute pungenti e ironiche che si susseguono secondo un ritmo incalzante, il pubblico ha la possibilità, fra le risate, di sottoporsi a una profonda riflessione sui più disparati temi. “Miracoli Metropolitani” è politico e non ha paura di esserlo, in quanto mette in atto una forte denuncia di un Occidente decaduto, fondato su superflue distrazioni e dilaniato da problemi razziali e ambientali che diventano più urgenti che mai. Fondamentale è anche la trattazione delle relazioni umane, ormai distorte tanto dalla paura del futuro, quanto dall’alienazione nel mondo del Web. Si tratta, dunque, di un racconto ad oggi necessario, che nella sua leggerezza troverete estremamente profondo e attuale, da vedere almeno una volta per comprendere più a fondo la realtà che ci circonda, ma anche un po’ noi stessi.
SCOGNAMIGLIO ALESSANDRA – 5 EINAUDI
Mercoledì 15 marzo si è tenuto lo strepitoso spettacolo “Miracoli metropolitani” al Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona. È stato semplicemente sorprendente. Ma d’altronde… solo questo potevamo aspettarci da Carrozzeria Orfeo, la compagnia nata nel 2007 e conosciuta per la sua ironia fusa alla tragicità e alla riflessione. Il preludio allo spettacolo ci ha deliziato con un’illuminotecnica teatrale dinamica che ha messo in evidenza uno alla volta i personaggi presenti in scena. Essa ha dato avvio alla drammaturgia movimentata e mai noiosa. La storia narra di una “famiglia allargata” costretta a vivere in un trascurato ristorante take away in una città in cui regna il caos per via del sistema fognario letteralmente ripugnante, mal funzionante e le guerre civili in corso. La condizione esterna (di sporcizia e di scontri) apparentemente non influenza la condizione interna. Poi si comprenderà che non solo la influenza, ma la governa. Le scene si susseguono in modo lineare e uniforme, quasi pulite, al contrario della cucina in cui ha vita lo spettacolo. Gli otto personaggi hanno tutti una tratto in comune, la paura di essere visti come sono realmente, e hanno la grande capacità di nascondere la loro vera identità dietro l'indecenza comportamentale e igienica in cui vivono. I personaggi sono Plinio, ex chef stellato esausto della vita che conduce, Clara, una fake influencer che passa tutto il suo tempo a cercare di “acchiappare” più clienti possibili sui social, Igor, loro figlio cresciuto senza educazione e buone maniere e con problemi di socializzazione. Cesare, l’aspirante suicida con un animo molto profondo e pieno di amore che entra a far parte della famiglia che mostra un atteggiamento di pietà dei suoi confronti , anche se non è lui che ne avrebbe bisogno... Bensì, tutti gli altri. Mosquito, un carcerato alle prese con i lavori socialmente utili e un folle e aspirante attore. infine Hope, una lavapiatti etiope che per soldi farebbe di tutto. L'aspetto che più mi ha colpito è il sarcasmo (a volte eccessivo) verso situazioni assurde e incomprensibili che hanno dopotutto caratterizzato lo spettacolo rendendolo unico e indimenticabile. La lezione che ho imparato? "L'amore non è mai sprecato" ma cosa c'entra con quello che vi ho raccontato con lo spettacolo? Solo vedendolo lo scoprirete.
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