L'ANALISI
06 Marzo 2023 - 14:05
CREMONA - Nuovo appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Si prosegue con «Il compleanno»: leggi le recensioni qui sotto.
Andato in scena al teatro Ponchielli di Cremona questo martedì, “Il Compleanno” di Harol Pinter con Peer Stain alla regia, regala un'esperienza dai chiari richiami al teatro dell'assurdo, che porta lo spettatore rapito ad interrogarsi su temi estremamente attuali nonostante la notevole distanza di 63 anni che la separa dalla sua prima esecuzione nel 1958. In una scenografia semplice ed estremamente efficace, giocata magnificamente con talvolta giochi di luci e contrasti, che fornisce la perfetta ambientazione per una vicenda così dinamica e mutevole, aprendosi su una scena di apparente quiete lo spettacolo inizia presentando i primi personaggi, quelli interpretati da Maddalena Crippa e Fernando Maraghini rispettivamente nei ruoli di Meg e Petey, i due proprietari della pensione nel quale salotto si svolgerà l'intera vicenda. Successivamente facciamo la conoscenza di Stanley, fulcro dello spettacolo interpretato da Alessandro Averone, l'unico cliente della pensione da ormai un anno; un curioso individuo che ci viene presentato come pigro, trasandato, ossessionato dalle sue paranoie e con un passato nebuloso. Il quarto personaggio a varcare la soglia del palcoscenico è è quello dell'attrice Emilia Scatigno, nei panni di Lulu, una graziosa ragazza vivace e solare. Gli ultimi a fare il loro ingresso sono infine una coppia di uomini ben vestiti, camicia bianca e completo scuro, con tanto di cappello e valigette, Goldberg e Mc Cann, interpretati rispettivamente da Gianluigi Fogacci e Alessandro Sampaoli. Quest'ultimi rappresentano l'elemento di disturbo della precaria tranquillità tanto cara a Stanley e non sembrano affatto aver voluto prenotare nella sua stessa pensione tanto casualmente... Così, con l'arrivo di questi due ospiti si aprono le danze; la cornice del compleanno funge solo da pretesto per le svariate bizzarre situazioni e relazioni tra i personaggi che evolvendosi in un climax crescente culminano poi col folle delirio della festa di compleanno del caro Stanley; un susseguirsi di dialoghi vivaci e sempre più incalzanti trasporta nell'atmosfera fattasi frenetica, per poi ripiombare bruscamente nella incrinata quiete iniziale. Uno spettacolo ricco di colpi di scena, la cui conclusione lascia con mille domande il pubblico, e ricoperti da uno scroscio incessante d'applausi gli attori e la regia.
Martedi sera è andato in scena lo spettacolo, Il Compleanno con la regia di Peter Stein. Lo spettacolo è ambientato in una località balneare dell’Inghilterra degli anni 50, la scena si apre con due coniugi (Maddalena Crippa Fernando Marangini) proprietari di una pensione che, come continua a ribadire la moglie, è sulla guida. Il loro unico ospite Stanley (Alessandro Averone) è un ragazzo dai trascorsi poco limpidi che si sveglia in ritardo ed esige la sua colazione, anche se il tè e il pane fritto non sono di suo gradimento. Salta fuori che il marito la sera prima ha incontrato due signori (Gianluigi Foccaci Alessandro Sanpaoli) che gli hanno chiesto se potevano essere ospitati; quindi la signora Meg va al mercato e uscendo incontra un altro personaggio Lulu (Emilia Scatigno) che consegna un pacco e cerca invano di far uscire di casa Stanley, che però continua a declinare gli inviti. Quindi se ne va. Intanto entrano in casa Golberg e McCann che sembra molto preoccupato. La padrona rincasa per accogliere i due ospiti che, tra un convenevole e l’altro, vengono a sapere che quel giorno era il compleanno di Stanley che però non sembra esserne conscio; infatti la signora Meg è decisa a tenerglielo nascosto fino alla sera stessa, quando gli darà il suo regalo consegnato da Lulu. Allora insieme a Goldberg e McCann decidono di dare una festa intanto. La sera si ritrovano tutti tranne il signor Petey che, forse intuendo il finale funesto della serata, se ne va per andare a fare una partita di scacchi. Nel frattempo il signor Goldberg inizia a raccontare ricordi di infanzia, intanto tutti gli invitati iniziano a raccontare i loro ricordi e ognuno fa un discorso a parte tranne Stanley. Meg decide di giocare a moscacieca, la luce si spegne molte volte e si sente un urlo, poi la luce si accende e cala il sipario. La scena si riapre con la colazione dove si uniscono a Petey e Meg anche Golberg e McCann, che dopo aver fatto scappare Lulu, vestono Stanley con una giacca e gli restituiscono gli occhiali che gli avevano sottratto e rotto e lo portano via, mentre Petey che cerca di farlo restare e di metterlo in guardia. E’ tutto vano, lo portano via. Questo spettacolo di Harold Pinter composto nel 1957 è ispirato al processo di Franz Kafka ed è proprio da Kafka che questo spettacolo eredita la malinconia e l’amarezza e molti rapporti complicati tra i personaggi.
Martedì 28 febbraio al teatro Ponchielli è andato in scena ”Il compleanno” di Harold Pinter, con regia di Peter Stein e tradotto da Alessandra Serra, una commedia dell’assurdo che mette a nudo la vulnerabilità dell'animo umano. Ci troviamo in una pensione situata in una località marittima. Meg (Maddalena Crippa) e Petey (Fernando Maraghini), i gestori del posto sono una coppia di anziani coniugi, i quali possono vantare solamente un ospite che alloggia nelle loro stanze: Stanley (Alessandro Averone). I tre vivono ormai da anni in una costante routine, scandita dalle abitudini di Meg, e rallegrata episodicamente dalle visite di Lulu (Emilia Scatigno), ma questa routine è destinata ad interrompersi all’arrivo di due uomini ambigui e con una missione ben precisa: McCann (Alessandro Sampaoli) e il suo capo Goldberg (Gianluigi Fogacci). Il momento clou della pièce è la festa del presunto compleanno di Stanley, organizzata proprio da Goldberg e McCann, durante la quale, dopo qualche bicchiere di troppo, i partecipanti si danno al divertimento sfrenato. Le scene, a cura di Ferdinand Woegerbauer, e i costumi, di Anna Maria Heinreich, hanno dato al contesto un’aria di familiarità e di accoglienza domestica, che hanno contribuito a rendere ancora più inquietante l’accaduto, facendolo sentire più vicino alla nostra realtà quotidiana. La commedia è un’escalation verso la follia di Stanley in primis, che ci viene presentato sin da subito come un giovane problematico e con difficoltà a relazionarsi con gli altri, ma anche di tutti gli altri personaggi che vedono la loro ordinaria intimità invasa dai comportamenti oppressivi e violenti dei due uomini. Quest'opera rappresenta un modo particolare, talvolta inquietante, di mostrare quanto le abitudini e le convinzioni umane siano effettivamente labili, appese solamente al filo della piccola realtà domestica. Viene messa fortemente in dubbio la nostra capacità, come esseri umani, di essere effettivamente in pieno controllo delle nostre vite senza venire soffocati dalla repressione. L‘interpretazione così convincente del cast ha contribuito ad ottenere un feedback molto positivo dal pubblico. Le pause fra una risata e l’altra si sono fatte sempre più lunghe fino a lasciare spazio allo stupore e allo sconcerto durante la scena della festa, per riprendere poi nel terzo atto, proprio come i protagonisti riprendono la loro meccanica routine.
Il Compleanno, opera teatrale del drammaturgo inglese Harold Pinter, è stata messa in scena per la prima volta il 28 aprile 1958 all’Arts Theatre di Cambridge, diretto da Peter Wood. La sera del 28 febbraio, al Teatro Ponchielli di Cremona, ce ne è stata proposta una travolgente versione, tradotta da Alessandra Serra, con la regia di Peter Stein. Per tutta la durata dello spettacolo, 150 minuti, il pubblico è stato affascinato e rapito dalla storia passionale del protagonista. La vicenda parte da una situazione apparentemente innocua per poi sfociare nell’inverosimile di un compleanno finito con i piedi per aria. Stanley, interpretato da Alessandro Averone, è un uomo solo che, andatosene di casa, si stabilirà in una piccola pensione gestita da un’umile coppia, Pety e Meg, rispettivamente Fernando Maraghini e Maddalena Crippa. Ci viene presentata la sua vita post carriera, vuota e piena di repressione, senza stimoli e allo sbaraglio, rasserenata solamente dalle visite sporadiche dell’amica Lulu, interpretata da Elisa Scatigno. Si raccontano aneddoti del suo passato e buffe dinamiche e vicende che si sono create da un anno a quella parte con i due proprietari. La quiete che i tre avevano stabilito viene però interrotta dall’arrivo di due signori, Gianluigi Fogacci e Alessandro Sampaoli nelle vesti di Goldberg e dell'assistente McCann, che, in cerca di un alloggio per il breve weekend di sosta dal lavoro, si recano nella pensione. All’udire la notizia Stanley, unico ospite da ormai più di un anno, si sente violato, disturbato dalla presenza di persone estranee che lo manderanno in uno stato di crisi e trance tra la realtà e il suo mondo minacciato. Un teatro che vuole evidenziare la sofferenza e l'incoscienza dell'individuo, giunto ad uno stadio tale da non rendersi più conto dei propri disagi. La scenografia e i costumi, curati da Ferdinand Woegerbauer e Anna Maria Heinreich rispecchiano perfettamente le caratteristiche dei personaggi e l'ambientazione intima che l'opera ci suggerisce. I tre atti si svolgono nella sala da pranzo della pensione, essenziale, ma che allo stesso tempo riesce a raccontare e valorizzare tutta la narrazione. Per tutta la durata della rappresentazione il pubblico è stato positivamente coinvolto, riuscendo a seguire l’intricata trama delle vicende, che, esposta con la giusta ironia, è spesso riuscita a strappare una risata a tutti.
Il compleanno di Harold Pinter appartiene al teatro dell’assurdo, opera d’esordio del drammaturgo che si è ispirato agli scritti di Franz Kafka. Tutto lo spettacolo avviene nel salotto di una pensione gestita da un marito e una moglie. Il festeggiato è un uomo che alloggia nell’albergo da molto tempo e del quale non si sa molto. Nella pensione arrivano due uomini che devono compiere un misterioso lavoro del quale non si scoprirà nulla durante l’opera. Personalmente non mi dispiace il surrealismo, ma non al punto da non capire nulla di ciò che succede, infatti mi è davvero complicato scrivere la trama dell’opera, pare davvero che la trama non ci sia. L’intero spettacolo è una successione di eventi non collegati tra loro. Tutto ciò ha reso lo spettacolo davvero pesante e difficile da guardare in quanto era davvero ostico capire ciò che stava succedendo. Non metto in dubbio che oggettivamente sia una bella opera ed un classico dello scrittore ma io personalmente non l’ho gradito. Tuttavia mi è decisamente piaciuto il modo in cui hanno lavorato gli attori, infatti sebbene non fosse molto chiara la trama erano molto chiare le emozioni dei personaggi e c’è stata una rappresentazione impeccabile dell’opera. La scena era molto semplice, infatti si trattava di un muro con una porta, una finestra e un unico stanzino che fungeva da cucina, nonostante questa semplicità però aumentava il senso di inquietudine che ipoteticamente doveva essere suscitato dall’opera, ma che io non ho per niente sperimentato. I costumi hanno aiutato un po' a mettere in chiaro ciò che succedeva: infatti erano chiari tutti i ruoli dei personaggi. L’opera era pesante anche per il fatto che molto spesso le stesse identiche frasi inutili per la trama venivano ripetute molto lentamente, in modo da riempire lo spettacolo di tempi morti e dettagli inutili che rendevano tutto ancora più confuso.
Martedì 28 febbraio si è andato in scena al teatro Amilcare Ponchielli di Cremona “Il compleanno” dalla durata di 2 ore e 30 minuti. Si è trattato di un compleanno in cui il festeggiato, Stanley Webber, non festeggia. Ma come... non lo conoscete? Eppure, dovreste, perché grazie a lui ho compreso che comprenderlo è impossibile. Questa storia ce l’ha raccontata per la prima volta il drammaturgo inglese Peter Wood nel 1958, conosciuto per i suoi temi psicologicamente complessi. Sono passati ben 63 anni dalla sua creazione, eppure la rappresentazione attuale proposta nella traduzione di Alessandra Serra è stata molto efficace. La vicenda narra di Meg e Petey Bowles, due anziani coniugi proprietari di una piccola pensione in cui ospitano Stanley Webber, unico, ambiguo e trasandato cliente, ormai diventato come un figlio per la coppia. Esso ha molte ansietà e problematiche ancora irrisolte e forse irrisolvibili che tutti tendono ad ignorare erroneamente. Un giorno arrivano alla pensione due sconosciuti, Nat Goldberg e Shamus McCann. I due personaggi sembrano minacciosi ma silenziosi, una minaccia indecifrabile per tutti, tranne che per Stanley, lui ha il presentimento che qualcosa cambierà nel giro di poco... Insieme a Meg e Lulu, un altro personaggio pazzerello e pieno di vita, questi ospiti organizzano una festa di compleanno a sorpresa per Stanley che non rammentava nemmeno di essere nato in quel giorno. Ma questa festa non è come dovrebbe essere, succederà qualcosa di singolare e bizzarro. Durante i giochi e i balli il catatonico Stanley non si diverte neanche per un secondo. Quello per lui non è stato momento di svago, ma una vera e propria tortura che lo ha fatto impazzire più di quanto non stesse già facendo da tempo. La rappresentazione era strutturata in modo semplice, ma incredibile allo stesso tempo. Se cercate un genere teatrale colmo di colpi di scena, decisamente questo spettacolo fa al caso vostro. La reazione del pubblico è stata un conseguo di applausi durati almeno 5 minuti e sorrisi mischiati a espressioni di incredulità. È come se il pubblico avesse assistito a una deformazione della realtà e avessero guardato i personaggi con gli occhi di Stanley Webber, il protagonista che forse così strano non è, forse è solo incompreso, ma comprenderlo è impossibile.
Un’atmosfera misteriosa e situazioni al limite dell’assurdo fanno da sfondo alla vicenda del protagonista, Stanley (il torinese Alessandro Averone), di cui non si sa molto, se non che è il suo compleanno. È Il Compleanno, di Harold Pinter, messo in scena per la prima volta il 28 aprile 1958 all’Arts Theatre di Cambridge e riproposto nella serata del 28 febbraio 2023 al teatro di Cremona Amilcare Ponchielli. Un inizio apparentemente innocuo che lascia il pubblico confuso di fronte a personaggi soffocati dalla repressione, spesso convinti di essere uomini totalmente liberi, fintantoché in una tragica notte arriva ciò che per loro si rivelerà una minaccia, preannunciata da una luce rosata. Meg, una donna costantemente sopra le righe, è la proprietaria di una pensione, e, con suo marito, aspettano ogni mattina Stanley, l’unico ospite della pensione, un ex musicista perennemente su di giri e con una vita degradata; inconsapevoli che la loro vita sta per cambiare. La scenografia, fissa e semplice, che raffigura soltanto le pareti verdi del soggiorno della pensione, fa da sfondo a episodi talvolta movimentati, ma per lo più tranquilli, con un gioco di luci ben riuscito per i cambi di scena. Un discorso analogo vale per i momenti che hanno regalato al pubblico ilarità e divertimento, che hanno ben accompagnato e reso meno solenni i monologhi e i discorsi seri e allegorici. Pinter semina il panico con effetti enigmatici ed inquietanti, e la regia di Peter Stein gioca su un’atmosfera ambigua che offre al pubblico interrogativi ai quali non si sa rispondere. Un ottimo modo di proseguire la stagione in prosa al Ponchielli che, nelle due ore e mezza di spettacolo, vede in scena alcuni dei suoi attori più fedeli come Maddalena Crippa (Meg), Gianluigi Fogacci (Goldberg) e il sopracitato Alessandro Averone (Stanley), che, con la loro bravura, hanno saputo rendere omaggio al Maestro Peter Stein.
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