L'ANALISI
PICTURA TACITUM POEMA
11 Febbraio 2023 - 10:52
CREMONA - Pictura tacitum poema, la pittura è una poesia silenziosa che parla a chi la sa ascoltare ma anche guardare con curiosità e desiderio di conoscere di più del passato di Cremona, la gloriosa colonia romana la cui eredità, qui nascosta più che altrove, gli scavi di piazza Marconi — la domus del Ninfeo — e via Colletta — la domus dei candelabri dorati — hanno permesso di conoscere poco alla volta, frammento dopo frammento. Gli stessi che, come un puzzle incompleto, raccontano piccole storie dentro la grande Storia nella mostra, inaugurata ieri pomeriggio, da oggi aperta al pubblico nel padiglione Amati del Museo del Violino. Il titolo, che si rifà alla celebra frase latina attribuita a Cicerone, racconta «Miti e paesaggi dipinti nelle domus di Cremona», frutto di vent’anni anni di studio, analisi, restauro e ricomposizione delle migliaia di frammenti tenacemente e pazientemente accostati per far emergere dall’ombra questo passato.
Il «miracolo» che soltanto l’archeologia è capace di compiere. Promossa dal Museo Archeologico San Lorenzo in collaborazione con la Soprintendenza guidata da Gabriele Barucca, la mostra è curata da Nicoletta Cecchini, Elena Mariani e Marina Volontè. Tre donne a raccontare la piccola grande storia di un’altra donna, Arianna, ritratta in tre grandi affreschi di epoca augustea nel cubicolo, la stanza da letto, del Ninfeo: prima disperata e sconfitta abbandonata da Teseo, poi scoperta da Dioniso in tutta la sua affranta bellezza, infine trionfante sua sposa. Il mito di Arianna è solamente una delle storie splendidamente custodite dalla «pittura parlante» delle ricche residenze cremonesi che la mostra racconta nelle numerosi sezioni di cui è composta. Residenze lussuose, abitate dalle famiglie più in vista della città, strettamente legate alle novità che arrivavano dalla Capitale: oggi sappiamo che gusti e usanze diffuse a Roma erano, nello stesso momento, ben presenti nella quotidianità della colonia a nord del Po.
La decorazione pittorica emersa dagli scavi, infatti, aiuta gli studiosi a comprendere questi stretti legami: da un lato nella ricostruzione dei modelli e delle raffigurazioni che la moda proponeva accostandoli a quelli di Roma e di altri grandi centri urbani, dall’altro a immaginare o intravedere, nelle scelte, le personalità e le vicende dei committenti cremonesi, rispecchiate nei miti e nelle scene dipinte di cui amavano circondarsi nella quotidianità. Ecco che accanto al mito di Arianna la «pittura parlante» non dimentica i Lari, i sacri protettori della casa e della famiglia e svela un inatteso gusto per l’Egitto (già in epoca antica dunque quella fascinosa civiltà riscuoteva largo seguito) ben rappresentati negli affreschi della domus dei candelabri dorati. Della sfarzosa dimora di via Colletta, è esposto il larario dipinto a cui sono affiancati i preziosi bronzetti votivi dell’Archeologico di Mantova e un dipinto con il medesimo soggetto proveniente da Pompei.
Dal Museo Archeologico di Napoli arrivano invece gli affreschi pompeiani ancora con il mito di Arianna, tema ripreso anche dallo splendido coperchio di sarcofago proveniente da Villa D’Este di Tivoli e dalla testa rinascimentale con Arianna dormiente, prestito fiorentino. A chiudere il percorso espositivo le scenografiche ricostruzioni multimediali della Stanza di Arianna e della domus dei candelabri dorati, una serie di postazioni video a documentare le vicende di scavo nella Cremona romana e il paziente lavoro di ricerca e restauro sui reperti condotto dai laboratori di Venaria Reale e dal laboratorio Arvedi dell’Università di Pavia. Pictura tacitum poema è un racconto avvincente ed emozionante della vicenda i Cremona romana. È un puzzle incompleto che le curatrici hanno voluto ricomporre a beneficio dei visitatori ben consapevoli che gli studi compiuti fin qui non possono che aprire le porte a ulteriori scoperte. E cercare di ricomporre, per quanto possibile, questa strepitosa bellezza in frantumi.
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