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#DIRITTODICRITICA: la recensione del concerto dedicato a Mozart

Grande appuntamento per la nuova stagione concertistica del Ponchielli, aperta dalla Camerata Salzburg

La Provincia Redazione

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08 Febbraio 2023 - 09:45

Concerto interamente dedicato alla musica di Mozart

CREMONA - Grande appuntamento per la nuova stagione concertistica del Teatro Ponchielli. Sul palcoscenico si sono incontrati il grande direttore Ton Koopman e due solisti di fama internazionale, Daniel Ottensamer e Riccardo Terzo, per una grande apertura di stagione. Ad accompagnare i solisti è salita la Camerata Salzburg, orchestra votata al repertorio del genio austriaco il cui suono è divenuto unico e inconfondibile in settant’anni di attività musicale.

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Il 28 gennaio, la stagione concertistica del Ponchielli è stata inaugurata dalla Camerata Salzburg, compagine tra le più prestigiose nel panorama musicale. Diretta dalla rigorosa bacchetta del Maestro Tom Koopman, ha condiviso il palcoscenico con solisti di fama internazionale, Daniel Ottensamer al clarinetto e Riccardo Terzo al fagotto, presentando un programma interamente dedicato a Mozart. In apertura è stata eseguita la Sinfonia K.133, opera ponte nella produzione del giovane Mozart. Il compositore ravviva il suo interesse per il repertorio strumentale tedesco, lasciando intravedere nella freschezza dell’intreccio melodico una maggiore attenzione all’equilibrio tra i movimenti. L’influenza di Haydn è più evidente nell’elaborazione tematica nel Concerto per fagotto in Sib mag. La libertà leggera delle opere giovanili cede il posto a una nota melanconica esaltata dal virtuosismo dello strumento solista. Trilli e salti di ottave rendono brillante l’Allegro; le qualità cantabili del fagotto danno forma all’Andante che prepara l’ultimo movimento a Rondò: il tema è sviluppato come un vero e proprio minuetto in due tempi e pare fondere le reminiscenze barocche della fanciullezza con i primi esperimenti espressivi della maturità. L’ideale viaggio nella poetica dell’artista, compiuto sulle ali della musica da un pubblico estasiato, acquista un tempo di marcia nella Musica funebre massonica in do min. Evidente la scelta severa degli strumenti che si snodano intorno a una melodia gregoriana e vi inseriscono elementi moderni. Fiati che sospirano e primi violini che cantano una nenia dolente preparano gli interventi tetri dei corni e del fagotto. Tornano gli archi a ingannare l’ascoltatore con un ritmo che ha del funebre. Oboi e clarinetti sembrano rinnovare un dolore composto che presto si trasforma in singhiozzo con l’intervento sincopato di violini e fiati. L’accordo in maggiore in coda, con stupore, invita a sperare. A concludere la serata il Concerto per clarinetto in la min. Un ritorno alla leggerezza dei temi giovanili e un fremito di futuro nella scelta dello strumento solista che, nel primo tempo, lavora con l’orchestra emergendo sulle linee degli archi, poi canta tristemente nell’Adagio e conclude con estro nel rondò, accennando un virtuosismo prima nascosto: un dono del compositore a un pubblico mai stanco di ascoltarlo.

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