Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA

Giornata della Memoria: «I miei bimbi di Haretz»

Venerdì al Torriani (ore 11) Ventrella presenta il suo ultimo romanzo ispirato a una storia vera

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

24 Gennaio 2023 - 05:00

Giornata della Memoria: «I miei bimbi di Haretz»

CREMONA - «I bambini di Haretz è una storia di infanzie che doveva essere narrata e senza l’articolo letto sul giornale La Provincia, questo mio libro non esisterebbe», afferma Rosa Ventrella, autrice di romanzi di successo come «Storia di una famiglia perbene», «La malalegna» e «Benedetto sia il padre», ora in libreria con «I bambini di Haretz», pubblicato da Mondadori. La scrittrice che è anche insegnante presso il Cpia Pier Paolo Pasolini di Cremona, nella Giornata delle Memoria, venerdì dalle 11 alle 13, incontrerà gli studenti del Torriani.


«Questo mio lavoro prende spunto da un vostro articolo in cui si raccontava come dal 1945 al 1948, oltre 1.200 profughi ebrei dell’Est Europa furono accolti negli ex monasteri di via Bissolati e via Chiara Novella. Cremona fu uno dei maggiori campi di Displaced Persons del Nord Italia, organizzati dalle Nazioni Unite. Nell’area dell’ex monastero del Corpus Domini, della Cavallerizza e dove oggi c’è l’oratorio di Sant’Ilario arrivarono oltre 1.200 rifugiati, per la maggior parte ebrei polacchi, ma anche ungheresi, baltici, jugoslavi. Molti di questi ebrei in fuga erano bambini che avevano attraversato mezza Europa sfuggendo all’orrore nazista».

L'autrice Rosa Ventrella

Che cosa l’ha incuriosita di questa vicenda?
«Innanzitutto la vicenda in sè. Io sono laureata in storia e la mia passione è quella: far riemergere il passato dai documenti e dalle testimonianze e al tempo stesso raccontare le storie di uomini e donne che vissero in tempi più o meno remoti, ma che ancora ci parlano. Mi sono messa a ricercare a cercare di capire le vicende dei bambini che da soli si incamminavano in cerca di salvezza, desiderosi di andare in Palestina. Il fatto che la vicenda cremonese si sia intrecciata con quella di Selvino, nella bergamasca e che da Cremona fosse passato è uno dei circa ottocento bambini di Sciesopoli, una sorta di colonia in cui i ragazzini andavano a scuola e imparavano un mestiere ha fatto il resto. Questa coincidenza Ha unito la mia passione per la storia con la mia naturale propensione verso le vicende che riguardano i bambini e gli adolescenti».

E qui esce il suo lavoro di docente...
«E il mio ruolo di mamma. I bambini di Haretz segna il mio ritorno al romanzo storico, tipologia narrativa con cui mi sono cimentata nei miei primi lavori, ma conferma la mia voglia di raccontare il mondo attraverso le storie di ragazzini, sono convinta che nei loro sguardi ci sia la possibilità di cambiare le cose».

Chi sono I bambini di Haretz?
«I bambini di Haretz sono gli 800 giovanissimi ebrei scampati all’Olocausto e accolti a partire dal settembre 1945 nella sciesopoli di Selvino, in provincia di Bergamo. Questo è il dato storico su cui ho innestato la vicenda del racconto di fantasia che narra della fuga di Margit e Janos i due protagonisti di quello che è un vero e proprio viaggio verso la salvezza e una nuova vita, inimmaginabile negli anni terribili della guerra. Ho affidato il racconto alla giovane Margit, mi è sembrata la scelta più ovvia, tanto che a un certo punto sentivo davvero che questa ragazzina cecoslovacca rimasta sola al mondo a badare al suo fratellino Janos guidasse la mia penna. È stata un’esperienza di scrittura intensa e che ha coniugato l’attenzione al dato storico con la creazione propria di un romanziere».

Il lettore scopre dunque una nuova Rosa Ventrella?
«Scrivere questo romanzo è stato un lavoro lungo, complesso in termini di ricostruzione storica, straziante, ma nello stesso tempo la definirei l'esperienza più entusiasmante che abbia mai vissuto come scrittrice. Addentrarti in storie inedite ti permette di sperimentare terreni sconosciuti, a volte accidentati, ma anche molto eccitanti dal punto di vista della creazione artistica».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400