L'ANALISI
19 Dicembre 2022 - 11:34
Marco Carapezza, Michela Zaccaria e Giovanni Puglisi
CREMONA - «Trovarmi premiata nello stesso contesto di Umberto Orsini e Pamela Villoresi, Alessio Vassallo e Martina Consolo è stato emozionante – racconta Michela Zaccaria all’indomani della cerimonia di consegna dei Premi Luigi Pirandello al Teatro Biondo di Palermo -. Mi ha fatto piacere che sia stato riconosciuto il mio lavoro di studiosa di teatro, ma non posso dimenticare la mia pratica di palcoscenico con Dario Fo e Mario Scaccia e allora aver ricevuto il Pirandello ha un sapore speciale. E averlo condiviso con due giganti come Orsini e Villoresi ha qualcosa di unico».
Il Premio Luigi Pirandello, giunto alla XXII edizione, è uno dei riconoscimenti più blasonati del teatro italiano che coniuga artisti e studiosi, nel segno del grande drammaturgo siciliano. Il Premio Pirandello, biennale, è stato istituito nel 1966 a Palermo, a cento anni dalla nascita del drammaturgo siciliano, con lo scopo di celebrare uno dei pilastri della letteratura e del teatro italiani del Novecento, dopo dieci anni di silenzio è rinato nel 2007 grazie all’impegno della Fondazione Banco di Sicilia (oggi Fondazione Sicilia). A ricevere negli anni il Pirandello sono state personalità artistiche del calibro di Ingmar Bergman, Giorgio Strehler, Eduardo De Filippo, Harold Pinter, Giovanni Macchia, Luca Ronconi, Vincenzo Consolo, Vittorio Gassman, Tadeusz Kantor, Dario Fo, Eugenio Barba, Mario Missiroli, Roberto Herlitzka.
La cremonese Michela Zaccaria si è distinta nella sezione saggi con il volume pubblicato da Bulzoni editore, Primedonne. Flaminia e Silvia dalla Commedia dell’Arte a Marivaux. E proprio sul lavoro di ricerca e di accurata documentazione ha puntato il dito la giuria, composta da Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Chiazzese e della Giuria del Pirandello, oltre che Marco Carapezza, Valentina Garavaglia, Alessandro Pontremoli e Antonio Silvia.
«Il saggio affronta la biografia di queste figure femminili del teatro di Antico regime attraverso l’intricata vicenda delle relazioni parentali delle due attrici rivali. Ricostruendo il contesto del sistema teatrale delle compagnie dei comici dell’Arte fra Italia e Francia, Michela Zaccaria ne mette in evidenza le componenti culturali e le dinamiche sociali – si legge nella motivazione - . L’autrice si leva sulla mole di studi della scuola fiorentina facente capo a Siro Ferrone e ci offre uno spaccato vivo della microsocietà dei comici fra Sei e Settecento con una attenzione rigorosa alla storia materiale del teatro: l’analisi delle tecniche attoriali delle due comiche, la disamina del loro ruolo drammaturgico e culturale nell’Europa del Settecento, il rapporto con i drammaturghi (come quello professionale fra Silvia e Marivaux), la ricezione della loro arte, la relazione con gli spettatori e la componente divistica ante litteram della loro esistenza pubblica».
E allora nel segno del teatro al femminile, il Pirandello ha premiato Michela Zaccaria nel giorno di Santa Lucia, santa siciliana ma anche molto cremonese. «Bello è stato sapere da Umberto Orsini che fra i suoi futuri progetti c’è i Ragazzi irresistibili di Neil Simon con Franco Branciaroli e la regia di Massimo Popolizio – conclude Zaccaria -. E abbiamo ricordato insieme l’edizione del 1989 di Mario Scaccia e Fiorenzo Fiorentini, indimenticabile. E Orsini ha confessato: faremo in Simon totalmente diverso».
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