L'ANALISI
14 Agosto 2021 - 16:08
Piera Degli Esposti
ROMA - Se ne va poco dopo aver festeggiato i suoi magnifici 83 anni Piera Degli Esposti, anima bolognese e talento universale, regina scalza della scena italiana tra teatro, cinema, televisione e letteratura: scalza perché aveva il dono di sembrare sempre a suo agio nei panni più diversi, ma amava la vita come sinonimo di libertà.
Nata a Bologna il 12 marzo del 1938, Piera viene dal teatro d’avanguardia degli anni '60 e sono maestri come Antonio Calenda, Aldo Trionfo, Giancarlo Cobelli, a consegnarle le chiavi del teatro classico e moderno, tra Shakespeare e Giraudoux, Gombrowicz e D’Annunzio tra lo stabile dell’Aquila e il Teatro dei 101 dove incrocia giovani colleghi come Nando Gazzolo e Gigi Proietti.
Quasi in contemporanea il suo vulcanico talento sbarca anche in televisione con l’originale televisivo «Il conte di Montecristo» diretto del 1966 da Edmo Fenoglio con Andrea Giordana che diventa il beniamino del pubblico della Rai. Un anno dopo è Gianfranco Mingozzi a farla debuttare al cinema con «Trio», mentre nel '68 compone insieme a Tino Buazzelli, Wanda Osiris, Fraco Parenti, Mario Pisu, il colorito cast del «Circolo Pickwick» che Ugo Gregoretti dirige in sei puntate televisive. Da allora la carriera di Piera non conoscerà soste, sempre equamente divisa tra la scena e il set, con una sete inesauribile per sfide ogni volta più complesse. La sua preparazione tecnica è fuori discussione, ma è il calore, il piacere dell’improvvisazione, la sensibilità nell’usare la voce con cadenze diverse, compresa la parlata nativa, a fare la differenza. Apparirà in una cinquantina di film, una ventina di sceneggiati, sarà protagonista a teatro per 50 anni buoni e ovunque porterà una freschezza, un sorriso, una professionalità assolutamente unici.
A CREMONA. "In un periodo in cui la nostra esperienza della realtà è continuamente mediata, credo che ci sia bisogno di un contatto diretto. Questo contatto vero può dartelo solo il teatro. Per quanto il teatro sia profanato in continuazione — sul palcoscenico sale di tutto —, credo che la possibilità di vivere la realtà dal vero sia sempre e comunque la sua salvezza". Così Piera Degli Esposti rifletteva sull'unicità del teatro, in un'intervista concessa al giornale "La Provincia" in occasione della messinscena delle Coefore, per la regia di Antonio Calenda.
Era il 2003: è stata questa l'ultima volta che fu in scena al Ponchielli. Attrice potente, per cui il teatro era vita, l'unica vita possibile. Non nascose mai di aver iniziato a fare teatro perché era un modo per mettere al muro la solitudine. «Ho iniziato a fare teatro, perché non sapevo con chi uscire la sera», aveva più volte dichiarato. Piera Degli Esposti è stata più volte a Cremona, al Ponchielli. Rimane indimenticabile la sua versione di Madre coraggio di Bertolt Brecht, sempre per la regia di Antonio Caldenda, un lavoro intenso con cui l'attrice dimostrò di saper sfidare il mito di Lina Volonghi.
Attrice attenta al mondo degli ultimi da sempre, attrice intellettuale, la prima volta di Piera Degli Esposti al Ponchielli gestito dal Comune, fu con Stabat Mater di Antonio Tarantino per la regia di Cherif e le scenografie di Arnoldo Pomodoro, il canto dolente di una madonna di un povero Cristo tossicomane; era il 1994.
A Casalmaggiore portò in scena un intenso e commuovente Musica dei ciechi di Raffaele Viviani nell'aprile 1996, mentre l'anno dopo fu a Soresina con il recital da testi da Achille Campanile, Un'indimenticabile serata, ovvero gli asparagi e l'immortalità dell'anima... Un recital di intelligente ed esilarante comicità.
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