CALCIO
01 Gennaio 2020 - 19:16
CREMONA (1 gennaio 2020) - Le maschere del Ponchielli indossano coroncine luminose, la responsabile di sala Laura un cappellino argentato: il clima è di festa. Lo è stato dopo la mezzanotte con il brindisi in teatro e il cast di The Full Monty impegnato a fare selfie e autografi con le signore, dopo il brivido dello strip finale, ‘oscurato’ da un casto controluce. Lo è stato oggi pomeriggio nella replica del 1° gennaio, all’insegna del tutto esaurito e della voglia di iniziare il 2020 con un po’ di allegria e la consapevolezza di come la realtà, anche quella più amara, possa avere un risvolto felice, concedersi il lusso dell’happy end. Dopotutto questo racconta The Full Monty, trasposto da Massimo Romeo Piparo dall’Inghilterra post tatcheriana alla Torino della Fiat in crisi con spread che angoscia e licenziamenti come conseguenza. Storie di uomini che perdono il lavoro, storie di uomini separati che faticano a pagare gli alimenti, di uomini mai cresciuti che vivono con la mamma, di uomini la cui dignità è a terra e si ritrovano a fare i casalinghi. Rabbia e un pizzico di amarezza sono sottotraccia in The Full Monty, lo erano nel film di Peter Cattaneo del 1997, lo sono nel musical di Piparo, ma tutto poi finisce nella possibilità di frequentare l’impossibile, di trasformare i corpi di quegli uomini normali, quotidiani in possibili feticci sessuali per le loro donne per un riscatto non solo sexy.
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