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San Daniele Po

Il 'Darwin Day' sul lupo, gli atti del convegno

Elisa Calamari

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26 Febbraio 2018 - 18:47

Il 'Darwin Day' sul lupo, gli atti del convegno

Il cranio fossile del lupo rinvenuto sul Po

SAN DANIELE PO - Il ritorno del lupo, la sua evoluzione e la sua diffusione fra ‘bufale’ e realtà sono stati al centro del Darwin Day 2018, andato in scena sabato 24 febbraio 2018 al museo paleoantropologico del Po. Un’edizione particolare, sia perché proprio quest’anno il museo diretto da Simone Ravara spegne 20 candeline, sia perché è stato scelto un argomento di grande attualità: avvistamenti e allarmi sul predatore per eccellenza sono sempre più frequenti e hanno toccato anche il territorio cremonese (leggi una sintesi degli atti del convegno).

«Di conseguenza la buona informazione sulla presenza del lupo ci è sembrata un tema azzeccato — ha premesso il sindaco Davide Persico, che ha introdotto i relatori —. Proprio Darwin durante il suo viaggio alle Isole Falkland descrisse uno strano canide ormai estinto e da lì abbiamo preso spunto per allacciare il contesto evoluzionistico a quello locale, celebrando così il ‘Darwin Day’». Il sindaco ha aggiunto che il museo ospita il primo e unico cranio fossile di lupo mai rinvenuto lungo il fiume Po, un reperto eccezionale come tanti altri custoditi a San Daniele grazie al Gruppo naturalistico paleontofilo.

Dopo Ravara e Persico è intervenuto Emiliano Troco, autore del dipinto che ha accompagnato questa edizione: sintetizza aspetti umanistici e scientifici del lupo, che sono stati illustrati anche attraverso un filmato. Quindi largo a ricercatori e professori universitari. Dawid Adam Iurino ha parlato della storia evolutiva del lupo «che affonda le sue radici in sedimenti antichi di centinaia di migliaia di anni, quando in Italia coesistevano più specie di canidi, differenti tra loro per specie e taglia». Ha descritto anche come i lupi sono cambiati nel tempo, mentre Elisabetta Cilli ha approfondito l’origine del lupo italiano grazie al Dna antico: un’analisi su campioni datati tra 24mila e mille anni fa. Marco Galaverni e Romolo Caniglia hanno spiegato che «a cinquant'anni dal minimo storico, la popolazione di lupo in Italia è quasi decuplicata colonizzando luoghi che sembrano impensabili come le periferie di città». Ma questa espansione, quasi miracolosa dal punto di vista della conservazione, ha un prezzo: rischio di ibridazione con il cane domestico, incidenti, bracconaggio alimentato dalle ‘fake news’ su presunti pericoli o danni provocati dai lupi stessi.

Non solo scienza al Darwin Day, perché lo scrittore Mario Ferraguti ha parlato del lupo nella letteratura, delle paure che sono frutto di cliché tramandati. Uno su tutti: quello del ‘lupo cattivo’ che si rischia di incontrare nel bosco. «Con il lupo ci bussano alla porta due paure — ha spiegato Ferraguti —: una finta, costruita, terribile e l’altra positiva, capace di farci fare un passo indietro, a noi e alla nostra arroganza, per provare a tendere le orecchie, a restare in ascolto». E per capire che il lupo, prima di essere un predatore da cui fuggire, è un animale meraviglioso e ieri descritto non come antagonista, ma come protagonista.

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