L'ANALISI
19 Settembre 2014 - 01:20
CREMONA - Sono arrivati ieri mattina a Cremona altri 18 profughi: si tratta di tredici eritrei, quattro nigeriani e un ganese, dieci uomini e otto donne. Temporaneamente, già eseguiti fotosegnalamento e accertamenti medici, sono tutti alloggiati alla Casa dell’Accoglienza. Ma con la prospettiva di un nuovo trasloco, causa struttura della Caritas ormai al collasso, fra la Tenda di Cristo di Rivarolo del Re, gli appartamenti messi a disposizione dalla cooperativa Rinnovamento a Capralba e (le otto ragazze) le abitazioni di Casa Sant’Omobono, gestite dall’Azione Cattolica in via Ippocastani.
Il rischio, evidente nei numeri ma più ancora nelle informazioni già diramate da Roma che segnalano, a fronte di un flusso di migranti incessante e destinato a crescere, l’esigenza inderogabile e imminente di reperire nei territori soluzioni idonee all’assistenza, è che l’emergenza diventi, anche a livello locale, più complicata che mai da affrontare. E del resto, basti pensare che solo negli ultimi tre giorni sono stati dislocati fra capoluogo e provincia settanta richiedenti asilo. C’è preoccupazione, inutile nasconderlo. E per la prima volta dall’inizio dell’allarme sbarchi, anche nel Cremonese è allerta vera.
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