L'ANALISI
12 Settembre 2014 - 09:25
Un autobus in una foto di repertorio
CORTE DE’ FRATI — Una camminata per andare alla fermata, l’attesa che si fa lunga e il pullman che alla fine non arriva. E’ successo nei giorni scorsi ad una infermiera dell’ospedale Maggiore di Cremona, intenzionata ad usare il mezzo pubblico per recarsi ad un appuntamento.
«Ho aspettato — racconta Paola Magri — dalle 13.15 alle 14 ma l’autobus non è passato». Alla fine la donna ha dovuto chiamare un amico per farsi accompagnare in città. La circostanza è però smentita dalla Km. «Non abbiamo registrato disservizi — spiega il direttore della rete Giovanni Lipreri — e il pullman quel giorno è passato regolarmente da Corte de’ Frati».
Anche al sindaco Rosolino Azzali non risultano disservizi. Diversa la versione della donna: «Quel giorno, il 5, ho anche chiamato il numero verde della Km per informarmi sull’orario della corsa e mi hanno assicurato che quella delle 13.28 era regolarmente prevista. Ho acquistato il biglietto e mi sono incamminata dalla frazione di Aspice per raggiungere la fermata. Ho aspettato inutilmente — aggiunge Magri — fino alle 14, quando ho richiamato il numero verde. L’operatore mi ha informato che il pullman era già arrivato a Cremona. Il disservizio c’è stato, altroché. E ho anche inviato una segnalazione alla Km».
Sono tre le corse che collegano Corte de’ Frati a Cremona. La prima è alle 7.10, la seconda alle 8.12 e l’ultima alle 13.28. Da Cremona il ritorno è previsto per le 7.50, le 14.15 e l’ultimo alle 18.45. «Non è la prima volta — aggiunge l’infermiera — che mi capita di aspettare invano l’autobus». Anche nel novembre del 2013 la donna aveva lamentato un episodio simile ed aveva fatto una segnalazione alla società, che le aveva risposto confermando il disservizio. «L’autista — si leggeva nella mail di risposta — è stato richiamato a prestare maggiore attenzione affinché fatti simili non si debbano più ripetere». Oltre i danni le beffe: il pullman non era in ritardo, dunque «come indicato sulla carta della mobilità pubblicata sul sito web», l’infermiera non aveva avuto diritto al rimborso del biglietto.
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