SOS ACQUA
04 Settembre 2014 - 19:22
Don Antonio Pezzetti
CREMONA - Continua l'emergenza profughi a Cremona - come in Italia del resto - e la Caritas di Cremona, con la Casa dell'Accoglienza ormai al collasso, potrà contare su diverse parrocchie che hanno offerto disponibilità di alloggi. Durante l’estate - si legge sul sito della diocesi - una decina di giovani tra i 20 e i 30 anni provenienti da diverse zone del Mali è stata accolta presso la comunità «Magnificat» di Villarocca, frazione di Pessina Cremonese. Una struttura gestita dalla Federazione Oratori Cremonesi pensata per accogliere gruppi di giovani per ritiri o esercizi spirituali o per esperienze comunitarie a tempo. Ben dieci persone già da diverse settimane sono state ospitate a Cremona nell’ex sede dell’associazione di solidarietà “La Zolla” di via Litta, nel quartiere Borgo Loreto.
Ma, afferma don Antonio Pezzetti, direttore della Caritas, un altro fonte importante quello delle ex canoniche, che in molti piccoli paesi sono ormai in disuso. Alcune sono già state individuate: la canonica di Ca’ de Stefani, a Vescovato (5 profughi), altri sei posti letto nella vicina casa parrocchiale di Pieve Terzagni e disponibilità per altre cinque persone arriva anche da Cignone. A Castelverde vi sono opportunità nell’appartamento ricavato nella canonica di Castelnuovo del Zappa, e già da tempo utilizzato per fronteggiare emergenze abitative, che presto potrà accogliere cinque profughi. Una decina, invece, andrà all’Opera Pia “Ss. Redentore” di Castelverde. «Anche altri parroci, anche della zona Casalasca - precisa il direttore della Caritas - si sono resi disponibili».
«Occorre sottolineare - conclude don Pezzetti - che i profughi, anche se ospitati nelle parrocchie, continueranno a essere seguiti dai nostri operatori. Anche perché durante la giornata daremo loro la possibilità di raggiungere Cremona per seguire i corsi di italiano che sono necessari per una loro maggiore integrazione nella società e per espletare tutte quelle pratiche sanitarie e burocratiche necessarie per ottenere l’asilo politico». Tutto questo rimborsato solo con i 30 euro che lo Stato paga per il mantenimento giornaliero di queste persone, fatto di vitto, alloggio, trasferimenti, spese farmaceutiche e molta burocrazia.
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