L'ANALISI
SCIOPERO MAGISTRATI ONORARI
09 Giugno 2014 - 20:14
Antonino Andronico
CREMONA - Avvocato iscritto al Foro di Bergamo, 42 anni, da 15 pm onorario alla procura di Crema ora a Cremona (in seguito all’accorpamento), Antonino Andronico è il decano dei magistrati onorari, che con i colleghi ha aderito alla settimana di astensione (dal 3 al 7 giugno scorsi) in segno di protesta verso il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che vuole eliminare la loro figura (colonna portante di tutti i tribunali e procure d’Italia) per far svolgere l’attività a stagisti e tirocinanti. Una protesta appoggiata dal presidente del tribunale, Ines Marini, che scriverà al titolare del dicastero.
Avvocato-pm Andronico, un’astensione quasi totalitaria. «Risultato bomba dell’astensione dei magistrati onorari: in tutta Italia oltre il 95 per cento ha aderito».
Che cosa rivendicate? «L’inquadramento della categoria, perché il nostro sarebbe un incarico onorario come quello degli scrutatori nei seggi elettorali, ma, in realtà, il governo è da otto anni che continua a prorogare l’incarico nell’espletamento di funzioni in tutto e per tutta uguali a quelle dei togati, ma con un trattamento economico da precari. Per esempio, se ci crolla in testa il palazzo di giustizia per un terremoto, noi non abbiamo alcuna copertura».
La vostra categoria è costituita da professionisti. «E fra i professionisti si annoverano professionalità di rilievo, notai, avvocati, che sono l’applicazione diretta del dettato costituzionale per cui la giustizia è amministrata dal popolo».
Vi sentite considerati di ‘Serie B?’ «La categoria rivendica una posizione giuridica ed economia adeguata alle funzioni realmente svolte, che non sono più onorarie, ma sono professionali nel senso più pieno del termine. Ciò consentirebbe di farci svolgere e non di dover mantenere le nostre famiglie con altre professioni, anche perché la pianta organica degli organi giudiziario è ferma al 1865, quando invece gli avvocati si sono decuplicati di numero e le cause centuplicate».
Ritiene che l’astensione sia servita? Che Roma vi ascolterà? «Penso proprio di sì, con una astensione così totale».
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