L'ANALISI
07 Febbraio 2014 - 20:36
La finanza davanti a una delle case finite nell'inchiesta Domus
CREMONA - Le case spesso erano ruderi, ma grazie alle perizie false che gonfiavano il valore di mercato e attraverso falsi acquirenti, per lo più pregiudicati o sinti reclutati nei campi nomadi di Pavia come Athos, 30 anni, nipote di Mafalda, «la regina dei rom» morta nel ‘77, ottennero dalle banche mutui per poi rimborsarne una minima parte o nulla. In questo modo truffarono dieci banche, riuscirono a intascare cinque milioni di euro attraverso 42 truffe messe a segno nel Cremonese e nel Bresciano dal giugno del 2006 fino all’estate del 2011.
Ora la procura ha chiuso l’indagine nei confronti di una settantina di persone, tra cui cinque agenti immobiliari (due cremonesi e tre bresciani) finiti un anno fa in manette nell’ambito dell’inchiesta «Domus» della guardia di finanza e coordinata dal sostituto procuratore Fabio Saponara. Per i settanta indagati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, si profila la richiesta di rinvio a giudizio. Una decina di venditori è invece uscita dall’inchiesta. «I miei assistiti hanno chiarito di essere stati raggirati, di aver agito in buona fede e di non essersi presi alcuna parte di guadagno illecito», ha detto l’avvocato Paolo Carletti.
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