L'ANALISI
28 Gennaio 2014 - 19:03
CREMONA - Ossessionato dalla gelosia, la notte di Capodanno del 2011 obbligò la convivente a un rapporto sessuale con un vibratore, la prese a botte, la minacciò di morte, di bruciarla con la benzina e di sfigurarla con l’acido. Lei riuscirà a liberarsi. In pigiama, scalza e con la bimba di due anni in braccio, troverà riparo in un bar. Tre anni e nove mesi di reclusione per violenza sessuale, lesioni, percosse e minaccia. E’ la condanna che il tribunale, martedì 28 gennaio, ha inflitto a un romeno di 34 anni, tre anni fa arrestato dalla polizia che raccolse l’allarme lanciato dai titolari del bar che soccorsero la povera mamma.
Il presidente Pio Massa, con i giudici Andrea Milesi e Francesco Sora, ha inoltre condannato l’uomo a risarcire i danni alla vittima, fissando una provvisionale immediatamente esecutiva di 12mila euro. L’avvocato di parte civile, Elena Guerreschi, aveva chiesto per i danni patrimoniali e non patiti dalla vittima, un risarcimento complessivo di 177.820 euro. Il pm Lucia Trigilio, nel sottolineare «l’estrema gravità dei fatti», aveva chiesto che il romeno venisse condannato a 7 anni e 9 mesi di carcere, ritenendolo responsabile anche di episodi di violenza accaduti prima di quel maledetto Capodanno. La motivazione della sentenza sarà depositata entro novanta giorni.
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