L'ANALISI
19 Settembre 2013 - 17:23
La chiusura del tribunale di Crema continua a essere al centro dell'attenzione e sei consiglieri comunali (Laura Zanibelli, Antonio Agazzi, Alberto Torrazzi, Battista Arpini, Simone Beretta e Renato Ancorotti) hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Stefania Bonaldi. “Si è resa colpevole – si legge nel documento - di aver dato per scontato, fin dall'inizio, l'esito finale, non credendo nella possibilità di difendere la presenza a Crema del nostro Tribunale (nei mesi estivi, invece, la politica è riuscita a ottenere la proroga dell'attività di non pochi Tribunali, in giro per l'Italia, anche nel vicino Piemonte). Tra gaffe, omissis e scelte amministrative totalmente sbagliate e fuori luogo, non si è fatta mancare proprio niente, mancando di quella trasparenza - tanto spesso proclamata, non altrettanto, evidentemente, praticata - nel percorso di "difesa" del Tribunale. C'è solo da sperare che non abbia politicamente svenduto il "nostro" Tribunale per ambizioni politiche”.
Sull'argomento è tornato anche il presidente dell'ordine degli avvocati cremaschi. “Non si stava cercando di salvare un morto” Così chiude la conferenza stampa il massimo rappresentante dei professionisti cremaschi della toga, Ermete Aiello, nell’ormai ex palazzo di giustizia. “Mi scuso con la città e il comprensorio, con tutti quanti si sono affidati alle iniziative dell’Ordine degli avvocati, nella battaglia per la sopravvivenza del tribunale: non ci siamo riusciti”.
A proposito della nuova realtà incontrata a Cremona, Aiello non è ricorso ad eufemismi: “Gli spazi, per il momento, non ci sono; i fascicoli sono ammucchiati, in attesa di essere aperti. Nonostante gli sforzi, l’effettiva operatività in questa prima fase viene mantenuta esclusivamente per alcuni settori. In particolare, le cause civili cremasche dovranno essere riassegnate”. Per chiudere una risposta al sindaco Stefania Bonaldi: “Non abbiamo certezze su quando la situazione possa incanalarsi a regime. L’unica cosa che sappiamo è che la nostra realtà giudiziaria era efficiente. Certo, negli ultimi due anni, nonostante l’impegno del personale e dei pochi magistrati rimasti la produttività è calata. Ma nonostante ciò, la procura della Repubblica è rimasta ai vertici nazionali per risultati”.
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