L'ANALISI
31 Dicembre 2025 - 07:00
CREMONA - La città brinda al 2026 e in tanti hanno scelto, per l’ultima sera dell’anno, di andare al ristorante. Bonacasa 21, in piazza Stradivari, ha confezionato, per la notte di San Silvestro, un menù speciale a prezzo fisso con posti limitati. Le prenotazioni sono già chiuse, ma chi si è mosso per tempo potrà assaporare la cucina mediterranea del locale, affacciato sulla piazza che ospiterà, stasera, il concerto ‘La notte più lunga’.

Cena con intrattenimento, dunque, per chi ha scelto il ristorante dello chef Valter Patricelli. I titolari sono convinti: «Una fortuna la coincidenza della cena con il concerto in piazza. I nostri clienti potranno rimanere al caldo e al contempo godersi lo show in piazza». Gran parte della ristorazione cremonese, per questo Capodanno, ha scelto un formato semplice e rilassato, offrendo alla clientela il comfort di una cena tranquilla e un’atmosfera di festa senza schiamazzi e rumori eccessivi. Pochi menù da ‘veglione’: si preferiscono, invece, cene equilibrate che alternano innovazioni e piatti della tradizione, tutto secondo le scelte del cliente.

L’Hosteria 700, in piazza Gallina, ad esempio, opta per un menù alla carta molto classico. «Siamo al completo da due mesi — afferma soddisfatta la titolare, Marina Morelli —: la nostra clientela affezionata sceglie il nostro locale perché sa di potersi godere una serata tranquilla con amici e famiglie. Quest’anno, la tavolata più grande è di diciotto persone».

Il Ristorante Centrale, in vicolo Pertusio, si prepara alla lunga serata con un menù alla carta ricchissimo, incentrato soprattutto su antipasti cremonesi e piatti della tradizione, dai marubini al cappone, passando per cotechino e lenticchie e zampone con purè. «Teniamo particolarmente — racconta la titolare, Franca Marelli — ai nostri bolliti con la salsa verde e alle crespelle fatte in casa, adatte anche alle esigenze dei clienti vegani». ‘Tradizione’ sembra essere la parola d’ordine di quest’anno. Per i clienti, il cenone al ristorante con il brindisi di mezzanotte è una formula sicura, senza intoppi, per vivere l’ultima serata dell’anno senza troppo stress. Dal canto loro, i ristoratori scelgono la tradizione come punto di forza, sia nella proposta dei piatti sia nell’esperienza offerta al cliente.

Paolo Baggio, del ristorante La Golena, al Bosco, per esempio, resta fedele alle abitudini del suo ristorante: «Da oltre vent’anni garantiamo la doppia scelta, come durante l’anno, tra menù alla carta e menù ‘cenone’, con piatti rivisitati tenere alta la qualità della nostra proposta, ma senza mai snaturare il nostro ristorante». Code di gamberi spadellate con carciofi trifolati e zabaione salato, spaghettoni al ragù d’astice, fritto misto, pancia di maialino croccante. La musica solo in filodiffusione, per una serata tranquilla.

Qualche cambiamento nelle abitudini di cremonesi: Mario Feraboli, che solo pochi giorni fa ha inaugurato le Scuderie del Fico, rinuncia al tradizionale ‘Capodanno Sbagliato’, che nella sua Osteria si festeggiava la sera del 30 dicembre, e opta per una cena di San Silvestro, già tutta prenotata, all’insegna del relax, nella sua nuova location, con particolare attenzione alla cucina, in vista degli appuntamenti culturali e musicali che, rassicura Feraboli, «torneranno ad animare il Fico l’anno prossimo». Trovare posto senza congruo anticipo sembra ormai un’impresa impossibile, data l’altissima richiesta, unita alla chiusura di moltissimi locali e ristoranti, che hanno preferito prendersi qualche giorno di ferie, rinunciando ai deliri della serata di Capodanno.
Anche fuori città, ci si prepara al cenone, secondo formule diverse. Claudia Cattivelli, titolare dell’omonimia Trattoria a Isola Serafini, propone «un menù alla carta di piatti della tradizione arricchito da alcune proposte dal sapore natalizio e invernale: timballo, maccheroni con i carciofi, gnocchettini di castagne serviti con porro, cavolo nero e patate, tortino di patate e baccalà con verdure invernali».
Non può mancare, poi, il cappone ripieno. A Vescovato, il ristorante Il Mappamondo si tuffa nella tradizione dei cenoni con un menù principesco: sformatino di carciofi e pancetta croccante, prosciutto di Praga caramellato al forno, insalatina di seppie e polpo, risottino con zafferano, porcini e pesto di salame, gnocchetti di patata viola in crema di zucca e fonduta di grana padano, guancia brasata al forno con patate, millefoglie con crema chantilly e brindisi di mezzanotte. Un cenone a tutti gli effetti con «bis e porzioni abbondanti — assicura Marina Spedini —: dunque niente cotechino e lenticchie».

Samuele Miglioli, titolare de Il Miglio 2.0, a Pieve San Giacomo, propone un menù fisso fra tradizione e sperimentazione. Tra i piatti, spiccano le mezzelune al coniglio, il risotto all’anguilla e la cernia ripiena con crema al finocchio e salsa all’arancia. Dopo la mezzanotte, cotechino e lenticchie. Ad allietare la serata, la musica dal vivo di Alessandra Zuccaro, in arte Alea, e della sua band tutta al femminile che esegue il repertorio dei gruppi femminili pop-rock dagli anni Sessanta in poi.
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