L'ANALISI
15 Dicembre 2025 - 15:59
CREMA - Il dottor Secondo Cogrossi è il nuovo direttore della Struttura Complessa di Riabilitazione delle Dipendenze dell’ASST Crema, con sede all’Ospedale Santa Marta di Rivolta d’Adda. Dopo una lunga esperienza nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) e nel Centro Psico Sociale (CPS) dell’ASST Crema, maturata tra il 1993 e il 2022, e più recentemente alla guida della Psichiatria dell’ASST Cremona dal 2022 al 2025, Cogrossi rientra nel territorio cremasco per avviare una nuova fase nel trattamento delle dipendenze.
«Arrivo con la motivazione di affrontare una nuova sfida professionale – afferma il nuovo direttore –. La riabilitazione richiede un approccio integrato e una stretta collaborazione tra competenze cliniche, sociali e psicologiche. Ascolto e lavoro di squadra sono elementi fondamentali per accompagnare le persone nel loro percorso di cura».
Tra le priorità della nuova direzione figura il rilancio complessivo del servizio, che passa dal potenziamento dell’équipe multidisciplinare della struttura: «Ho riscontrato una piena disponibilità da parte della Direzione Strategica nel favorire il raggiungimento di questo obiettivo. Intendiamo ridurre le liste d’attesa, riprogrammare i ricoveri e rilanciare le attività territoriali. È inoltre essenziale rafforzare la collaborazione con i Medici di Medicina Generale e con le Case di Comunità, costruendo relazioni solide tra tutte le realtà che intercettano persone con problematiche di dipendenza» prosegue Cogrossi.
Nel dettaglio, il reparto ospedaliero si occupa prevalentemente di abuso di alcol, sostanze stupefacenti e farmaci, oltre che di gioco d’azzardo patologico: «Tra gli obiettivi concreti rientrano anche la riorganizzazione di un adeguato palinsesto di attività riabilitative, la riattivazione dei gruppi di mutuo aiuto, degli incontri di psicoterapia e degli spazi di sostegno, nonché una collaborazione più strutturata con il Ser.D, sia nella prevenzione sia nel mantenimento del benessere dopo il percorso ospedaliero di detossificazione e riabilitazione».
Cogrossi sottolinea con forza l’importanza di un modello multidisciplinare, oggi considerato il più efficace: «Il trattamento delle dipendenze richiede la sinergia di diverse figure professionali. Questo approccio, ampiamente riconosciuto, consente una presa in carico più completa e personalizzata, integrando competenze mediche, psicologiche e riabilitative. Una visione olistica migliora gli esiti e ottimizza i percorsi terapeutici, tenendo conto del corpo, della mente e del contesto sociale e ambientale del paziente. Anche il coinvolgimento della famiglia e della rete sociale è indispensabile e spesso decisivo».
Accanto agli strumenti tradizionali, il direttore guarda con interesse all’innovazione: «Le metodiche non farmacologiche stanno compiendo importanti progressi e molte ricerche si orientano verso la riabilitazione supportata da realtà virtuale. I programmi terapeutici basati su questa tecnologia stanno mostrando risultati clinici molto promettenti, in particolare nell’ambito delle dipendenze tecnologiche, diffuse soprattutto tra i giovani adulti. Un altro settore da incentivare è la telemedicina: televisite, teleconsulti e telemonitoraggio post-dimissione possono migliorare in modo significativo la continuità e la qualità delle cure».
Il progetto attualmente più rilevante riguarda la costruzione di una vera e propria rete di assistenza che coinvolga, oltre alla Riabilitazione, numerosi altri servizi sanitari e non. «Si tratta di un obiettivo ambizioso ma indispensabile – prosegue – così come il rafforzamento della collaborazione con il servizio delle dipendenze, l’area della prevenzione e il servizio di promozione della salute. Il territorio e gli Enti del Terzo Settore offrono molte risorse che, se messe in rete, possono potenziare la prevenzione e il supporto ai cittadini».
La visione per il prossimo futuro è dunque chiara: costruire una rete territoriale capace di valorizzare tutte le risorse disponibili. «Il messaggio che desidero rivolgere a chi sta affrontando una dipendenza – conclude Cogrossi – è che il cambiamento è sempre possibile. È fondamentale saper chiedere aiuto e affidarsi ai professionisti giusti, senza dimenticare il ruolo centrale di familiari e caregiver. I nostri percorsi di cura offrono anche a loro sostegno e accoglienza. Nessuno deve affrontare questa sfida da solo».
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