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IL PUNTO

Con Vardy e i Negrita è Cremona da amare

Un intreccio tra sport e spettacolo come chiave di lettura di un cambiamento possibile: volti noti, palcoscenici diversi e un’energia nuova che accende attenzione ben oltre i confini locali. Un racconto che lega calcio, musica e visione culturale come segnali concreti di attrattività, vitalità sociale e capacità di parlare alle nuove generazioni

Paolo Gualandris

Email:

pgualandris@laprovinciacr.it

14 Dicembre 2025 - 05:30

Con Vardy e i Negrita è Cremona da amare

Che cosa c’azzecca - per dirla alla Antonio Di Pietro, l’ex toga di Mani pulite diventato famoso anche per questo incipit in una delle sue arringhe più famose - il maturo, ma pur sempre devastante per i portieri e le difese degli avversari, Jamie Vardy, classe 1987 inglese in grigiorosso, con il teatro Ponchielli? Analogamente ci si potrebbe chiedere che cosa c’azzecca Tommaso Barbieri, efficacissimo esterno della Cremonese, classe 2002, in odore di maglia azzurra e il nuovo teatro Infinity 1, già diventato luogo elettivo per grandi spettacoli? Il collegamento è semplice: due nomi e due situazioni che fanno di Cremona una città più cool e dunque magari, proprio per questo, candidabile con maggiori speranze di successo al ruolo di Capitale italiana della cultura. Sono la metafora della voglia di risveglio di un territorio storicamente assonnato giunto al bivio tra restare quello che è, cioè una pur sempre godibile area in cui vivere ma irrimediabilmente destinata a rimanere alla periferia dell’impero sotto molti punti di vista, e il sogno di costruirsi un futuro fatto di maggiore qualità della vita, novità nell’offerta di servizi e svaghi, capace di attrarre giovani invece che di respingerli, di suscitare attenzione e generare la voglia di esserci stati, se non proprio di viverci, che sarebbe l’ottimale in una fase di inverno demografico come quella che tutto l’Occidente - quindi non solo dalle nostre parti - sta vivendo. E allora vediamo perché quei quattro ‘indicatori’ possono essere davvero i simboli reali della svolta.

Il giovane campione Barbieri sta all’anziano Vardy come l’Infinity 1, nuovo polo di spettacolo fresco dei primi successi andati oltre ogni aspettativa, sta al più tradizionale teatro Ponchielli. Tutti e quattro hanno un valore aggiunto importantissimo: sono capaci di accendere il faro dell’attenzione nazionale e internazionale su Cremona, sanno portare energia vitale e sana voglia di vivere all’insegna dello stare insieme. Partiamo dalla metafora calcistica. Dalla Cremonese, che ha saputo risvegliare un’ondata di simpatia addirittura superiore a quella che in altri tempi aveva conquistato come società ‘pane e salame’. Grazie a una geniale intuizione (e a un grande sforzo economico e organizzativo, non va dimenticato), della proprietà, è tornata in Serie A e sta rappresentando una delle sorprese del campionato maggiore di calcio, figurando ormai stabilmente nella parte sinistra della classifica pur restando, giustamente, aggrappata con realismo all’obiettivo iniziale del campionato: la salvezza più tranquilla possibile. La ciliegina sulla torta è stato l’ingaggio di Vardy, stella - poco cadente come il fattore campo sta dimostrando - del campionato inglese che ha contribuito con i suoi gol e la sua presenza al miracoloso scudetto conquistato nel 2016 con il Leicester City guidato da Claudio Ranieri. Una bellissima favola. L’arrivo di Jamie, trascinatore di quella squadra con i suoi gol (record di 11 partite consecutive segnando) e leader carismatico, era stato derubricato a pura operazione di marketing dai soliti sprovveduti. Al contrario, si è rivelata una scelta vincente. Sotto molti punti di vista. Quello più immediato è stata l’attenzione del mondo sportivo verso Cremona: televisioni e giornali di tutta Europa sono arrivati sotto il Torrazzo per narrare l’epopea di un campione che si è voluto rimettere in gioco. Lo stadio è colmo di spettatori come non mai. In Gran Bretagna tutti gli sportivi ora sanno dove è Cremona, ne ammirano la squadra, qualche gruppo addirittura affronta lunghe trasferte pur di ammirare il proprio campione all’opera. Sotto il profilo più puramente sportivo, il significato del suo arrivo è stato ben riassunto dalla giovane stella grigiorossa. Rispondendo a una domanda su Vardy, Barbieri ha spiegato: «Il giocatore non ha bisogno di presentazioni. Colpiscono la sua umiltà, la voglia di lottare, la fame che ha. Ti incita sempre anche quando sbagli, è uno che ti spinge a non mollare mai». E, considerazione ancora più importante, assicura che in squadra «traspare una grande armonia tra giovani e veterani. Siamo tutti uniti e legati.» Magari sto un po’ di più con i miei coetanei come Folino, Floriani e Nava, ma mi trovo bene anche con tutti gli altri. Proprio questa ultima valutazione consente di fare un volo pindarico dallo stadio Zini agli altri grandi palcoscenici della città. Per ribadire il concetto espresso a proposito del calcio che tradizione ed esperienza non solo possono convivere alla grande con l’energia vitale della gioventù, ma riescono a trarre reciproco vantaggio. Abbiamo avuto la rappresentazione plastica di quanto appena detto giusto venerdì sera. Ponchielli stracolmo di giovani e giovanissimi per il coinvolgente spettacolo di Rkomi, idolo pop, che ha fatto ballare l’intero pubblico entusiasta mentre contemporaneamente, pochi chilometri più in là, a CremonaFiere si è registrato il ‘tutto esaurito’ all’Infinity 1 per il concerto dei Negrita. Anche qui con gli spettatori in piedi a ballare il rock della band aretina. Due chiari esempi di come davanti a proposte di qualità il successo è comunque assicurato, ma soprattutto la dimostrazione che se vuole e si impegna Cremona ha le caratteristiche per essere una città viva, capace di attrarre: in entrambi gli spettacoli buona parte dei presenti è arrivata di fuori provincia. Gente che certamente se ne tornerà a casa con un buon ricordo e che si trasformerà in testimonial della città. Gente che ha portato denaro, recandosi nei locali a bere e mangiare, che prima degli show ha ammirato il centro storico. A celebrare il ‘matrimonio’ tra la cultura musicale classica e il mondo più moderno del rock è la visita al Museo del Violino di alcuni membri della band. Se questa è Cremona, forse vale la pena di investire in promozione per farlo sapere agli studenti che potrebbero venire qui a studiare nelle rinnovate università: la qualità del tempo libero può migliorare a vista d’occhio ed essere finalmente all’altezza di quella dell’insegnamento.

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