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I RACCONTI DEGLI AVVOCATI

«Quando la moglie tradita chiese giustizia... divina»

Il professor Guarneri spiega i nodi della vita professionale al convegno dell’Ordine

Francesca Morandi

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10 Dicembre 2025 - 08:25

«Quando la moglie tradita chiese  giustizia... divina»

Alessio Romanelli con Attilio Guarneri

CREMONA - Racconta di quella volta in cui gli capitò di accompagnare in giudizio una signora che voleva separarsi da un marito infedele. La moglie, sorella di un gesuita, iniziò a chiedere al giudice l’applicazione della giustizia divina. Il giudice, in genere riservato e impassibile, quella volta si lasciò andare a un sorriso e le disse che aveva sbagliato luogo, perché lui applicava solo una giustizia umana.

Attilio Guarneri, professore emerito dell’Università Bocconi di Milano, strappa sorrisi e applausi (molti) al convegno «Il metodo di lavoro dell’avvocato», organizzato da Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli avvocati. Sala sold-out e più di 400 legali collegati.

Guarneri premette: «Il tema in oggetto evoca da un lato la figura dell’avvocato e, dall’altro, il suo compito istituzionale di applicare il suo sapere professionale, e dunque lo scibile giuridico, alla soluzione di problemi concreti di organizzazione e di convivenza tra i soggetti dell’ordinamento giuridico.»

Lo scibile giuridico. «L’elefantiasi del diritto legislativo non è stata circoscritta al solo diritto sostanziale, ma ha riguardato anche il diritto processuale, imponendo una pluralità indefinita di riti giudiziali e di tipologie di processi — spiega Guarneri —. A ciò deve aggiungersi l’incidenza del diritto europeo attraverso regolamenti, direttive e l’apporto vincolante della Corte di Giustizia dell’Ue di Lussemburgo e della Corte dei diritti dell’uomo. La risposta del mondo forense a questa enorme dilatazione dello scibile giuridico è stata convergente nel senso di eliminare la tuttologia e di puntare alla specializzazione e all’associazionismo professionale

L’avvocato e l’acquisizione della clientela. «Tema poco frequentato, ma di assoluto interesse. Il silenzio sul tema non deve far concludere che la classe forense si rassegni ad avere la clientela portatale dal caso. Al contrario, la classe forense, ben consapevole dell’esigenza di trovare sbocchi commerciali alle proprie prestazioni professionali, è solita frequentare circoli, associazioni, società, ambienti vuoi per coltivare i propri interessi, vuoi anche per acquisire clientela.»

Guarneri ricorda frasi dette da colleghi del tipo: «Tu non hai idea di quanti clienti mi sono fatto giocando a golf» o, a proposito di un collega che frequentava la «società del quartetto», è stato detto: «Quello non distingue un violino da una tromba, ma è sempre presente alla ricerca di possibili incarichi professionali». Il mondo angloamericano, più pragmatico e forse per certi versi meno ipocrita del nostro, approfondisce con un certo impegno il presente tema.»

L’avvocato e la consulenza legale volta alla prevenzione della lite. «La nota metafora, tratta dal mondo della medicina, ci insegna che è meglio prevenire la malattia. E la medicina preventiva ci raccomanda una serie di condotte virtuose da seguire nella vita quotidiana onde evitare o ridurre il rischio di patologie di varia gravità. Lo stesso avviene o dovrebbe avvenire nel mondo del diritto.»

La gestione della lite ormai presente. «L’avvocato e il giudice hanno in comune l’attività di ricostruire il fatto e al fatto così accertato applicare la norma. Il primo dei due che ha il contratto con il cliente è l’avvocato. Ma qui sorgono i problemi. Il cliente talvolta è un soggetto lucido, preciso, equilibrato, talvolta, invece, è preoccupato, deluso, intimorito, portato a raccontare un fatto in modo fuorviante. Occorre, perciò, ascoltarlo con grande attenzione, espungere dalla sua narrazione rancori, digressioni e completare, invece, progressivamente con domande continue e ricerche pazienti, la ricostruzione del caso. Quello da fare subito è spesso ridimensionare le sue attese esagerate. L’attività di ricostruzione del fatto da parte dell’avvocato è parallela alla successiva attività di ricostruzione del medesimo, poi fatta dal giudice. Anche nella ricostruzione del fatto, l’avvocato deve essere, come già insegnava il grande Piero Calamandrei, il primo giudice del cliente».

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