L'ANALISI
09 Dicembre 2025 - 05:10
Un passante in piazza del Comune davanti all’Arengario che verrà ripulito. A destra si può osservare con chiarezza l'annerimento delle colonne su lato meridionale
CREMONA - Ora tocca all’Arengario, poi sarà la volta delle colonne. Prosegue il lavoro di riqualificazione del Palazzo comunale dopo il restauro degli archi e la valorizzazione degli affreschi, la sistemazione delle sale interne e la posa di una ringhiera a norma nel Salone degli Alabardieri, la messa in sicurezza della Torre Civica con il recupero delle campane.

«Purtroppo — spiega l’assessore Paolo Carletti, con delega alla valorizzazione del palazzo comunale — con il tempo il marmo rosso veronese utilizzato per la lunetta che si trova sotto il pulpito si è annerito. L’intervento servirà a pulire sia il marmo bianco che quello rosso, restituendo l’effetto bicolore originale.» I lavori del costo di 9.900 euro partiranno già in questi giorni e sono stati affidati alla ditta Studio restauro di Beni culturali di Crema.
E il titolare, Paolo Mariani spiega: «L’Arengario è un monumento di grande valore storico. Veniva utilizzato dal signore della città o dal comandante militare per dare le notizie ai cittadini. E nella piazza si trova a fronteggiare la cattedrale, in una sorta di spartizione fisica del potere temporale e di quello spirituale».

La costruzione dell’Arengario viene fatta risalire a Lorenzo Trotti. «Lo stato di degrado — si legge nella relazione tecnica — è evidente». Fattori naturali, chimici (come le piogge acide) fisici e anche biologici ( licheni e le alghe) «hanno degradato e alterato cromaticamente i materiali costitutivi con la creazione anche di croste nere». E «un altro motivo del degrado è dovuto all’assenza di manutenzione che per quanto riguarda i monumenti esposti in ambienti non confinati dovrebbe essere fatta ogni 10 anni».
Dopo l’Arengario toccherà poi alle colonne: «La particolare circolazione dell’aria — spiega Carletti — fa sì che in tanti anni la polvere si sia depositata in maniera ineguale sui pilastri, che quindi sono tutti anneriti sul lato meridionale». Edificato nel 1206, l’edificio venne poi ampliato in più fasi sino al XV secolo. L’ultimo intervento fu quello dell’architetto Luigi Voghera che ha aperto gli archi sulla piazza.
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