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I CONTI IN TASCA ALLE FAMIGLIE

La doppia sfida dell’Inps: precarietà e gender gap

Il mercato del lavoro provinciale fa i conti con incertezza generale e differenze retributive

Francesco Gottardi

Email:

fgottardi@cremonaonline.it

01 Dicembre 2025 - 05:20

La doppia sfida dell’Inps: precarietà e gender gap

CREMONA - «Il mercato del lavoro, non solo a Cremona, non può più contare sulla fiducia di una crescita costante nel tempo ma che deve considerare il fattore ‘incertezza’ quale componente delle singole previsioni produttive. E guardando al fronte salariale, le retribuzioni confermano il gap esistente fra lavoratori e lavoratrici sia nel settore privato che in quello pubblico». Le parole della presidente del comitato provinciale Inps, Daniela Chiodelli fotografano le linee di faglia che attraversano il mondo del lavoro anche nella provincia di Cremona.

Ad ampliare il quadro, corredato di dati puntuali del contesto previdenziale, occupazionale e demografico del territorio, arriva il consueto Rendiconto Sociale dell’istituto relativo all’anno 2024. Il documento delinea un panorama composito, caratterizzato da elementi di dinamismo e da criticità strutturali, in uno scenario nazionale che influisce pesantemente sulle performance locali. Il sistema previdenziale cremonese sostiene una platea di 117.335 pensionati, suddivisi tra trattamenti di anzianità, vecchiaia, invalidità e ai superstiti. La distribuzione per categoria professionale evidenzia una preminenza dei lavoratori dipendenti del settore privato (55.489), seguiti dai pensionati da lavoro autonomo (34.840) e dai dipendenti del settore pubblico (17.066).

Sul fronte dell’importo pensionistico salta all’occhio, trasversale a tutti i settori, il profondo divario di genere che resta un fenomeno strutturale. Per gli ex dipendenti privati, gli uomini percepiscono in media 2.136 euro (dati al lordo), un importo inferiore di oltre 150 euro rispetto alla media lombarda, mentre le donne arrivano a 1.091 euro, con un distacco di oltre mille euro. Il gap retributivo si ripropone nel pubblico impiego, con assegni medi di 2.488 euro per gli uomini e 1.776 euro per le donne. Le pensioni più contenute appartengono agli ex lavoratori autonomi, con medie di 1.156 euro per gli uomini e 848 euro per le donne, quest’ultima in netto distacco dalla media regionale di 1.592 euro per la stessa categoria. Sul fronte occupazionale arriva qualche rassicurazione con un saldo positivo tra cessazioni e nuove assunzioni: il mercato del lavoro nel 2024 registra un saldo positivo con 38.084 nuove assunzioni a fronte di 36.570 cessazioni. Questo dato, seppure indicativo di una certa vitalità, si scontra con un contesto di profonda incertezza, con un prevalente ricorso a contratti a termine. Le retribuzioni confermano la persistenza di un differenziale tra lavoratori e lavoratrici, mentre la partecipazione femminile al mercato del lavoro, seppure in crescita nelle fasce d’età adulta, rimane un elemento critico. Un segnale di allarme proviene dall’aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali. I beneficiari di NASpI sono passati da 9.119 nel 2022 a 10.306 nel 2024, con un incremento trainato soprattutto dai percettori di sesso maschile, e le proiezioni per la cassa integrazione nel 2025 indicano una forte crescita a testimoniare un tessuto industriale in una crisi strutturale.

L’attività di vigilanza ispettiva dell’Inps provinciale ha conosciuto un’intensificazione, passando da 23 ispezioni nel 2023 a 42 nel 2024. Controlli mirati, a seguito dei quali sono state individuate 39 aziende irregolari. Allo stesso modo l’attività di Vigilanza Documentale ha riscontrato irregolarità nel 71% delle verifiche effettuate, il che spinge a un costante monitoraggio.

Il quadro demografico, infine, rispecchia la tendenza nazionale, caratterizzata da un saldo negativo, un elemento che incide profondamente sulla sostenibilità futura del sistema welfare.

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