L'ANALISI
01 Dicembre 2025 - 05:05
Il saxofonista Marco Sala. A destra il Neuma Sax Quartet
CREMONA - In piena pandemia frequentava già i corsi del Monteverdi pur essendo ancora iscritto alle superiori.
Bergamasco, ma studente del Conservatorio Monteverdi, Marco Sala, saxofonista, ha conseguito la laurea triennale a Cremona e ora frequenta la magistrale al Conservatorio Verdi di Milano.
Nei giorni scorsi Sala, insieme a Nicola Gabriele Chiera, Andrea Fatighenti e Stefano Luciani, ha ottenuto il Premio Nazionale delle Arti, giunto alla sua diciannovesima edizione e promosso dal MUR. Il Neuma Sax Quartet — questo il nome dell’ensemble di fiati — ha letteralmente stregato la giuria, regalando un’esecuzione in cui la voce del sax risultava unica: un solo corpo composto da quattro anime.
«Io e i miei colleghi non ci rendiamo ancora del tutto conto di quello che è successo, ma siamo felicissimi — afferma Sala —. A portarci al premio è stato un percorso impegnativo ma ricco di soddisfazioni, un’esperienza di crescita e di messa alla prova che ci ha cambiati un po’, anche se sappiamo che la strada da percorrere è ancora lunga.»
L’ex studente del Monteverdi racconta così l’iter che ha portato il quartetto a vincere l’importante premio nazionale, assegnato dal Ministero dell’Università e della Ricerca: «Le tappe che ci hanno condotti al premio sono iniziate all’interno del Conservatorio Verdi, dove siamo risultati primi come gruppo di musica da camera — spiega —. Successivamente abbiamo superato la selezione online del premio, rientrando tra i primi dieci gruppi di tutti i Conservatori d’Italia. Infine, per accedere alla finale, abbiamo passato anche l’ultima selezione, entrando nella terna conclusiva. Ci siamo poi recati a Teramo per la finale del Premio Nazionale delle Arti, che si è svolta sotto forma di concerto tra il 21 e il 22 novembre. Al termine, la giuria ci ha proclamato vincitori. I giurati ci hanno detto che ciò che li aveva colpiti era la voce unica dei nostri sax; hanno colto una coesione sonora molto particolare, oltre alla passione con cui abbiamo eseguito il concerto».
Il lavoro del quartetto si concentra sul repertorio contemporaneo, sull’esecuzione di nuove commissioni, sulla costruzione di programmi musicali tematici pensati come veri percorsi d’ascolto, sull’interazione con altri linguaggi artistici (design, arti visive) e su formati flessibili: recital, incontri col pubblico, guide all’ascolto.
«Il nostro obiettivo è offrire una proposta musicale aperta e accessibile, capace di dialogare sia con un pubblico esperto sia con nuove platee — spiega Sala —. Il Premio Nazionale delle Arti consiste nell’assegnazione di vari concerti in tutta Italia e nell’inserimento di una nostra esibizione nel cartellone del Conservatorio Braga di Teramo, dove si è svolta la finale. Ora ciò che conta è farci conoscere, e chissà che non si possa pensare anche a una tappa cremonese».
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