L'ANALISI
IL PROGETTO
20 Novembre 2025 - 11:13
La giunta comunale riunita a Casa MEDeA
CREMONA - «La proposta avanzata da Novità a Cremona, subito appoggiata da Chiara Capelletti di Fratelli d'Italia, di candidare la città a Capitale Italiana della Cultura 2029 prende corpo. L'inizio sembra essere claudicante, quanto meno per quanto riguarda la capacità di condivisione dell'esecutivo con le forze anche e soprattutto dell'opposizione che avevano, per prime, lanciato l'idea in un clima culturale comunale per altro non brillantissimo e sempre in affanno sia nei tempi, sia nella forza economica da destinare al settore», spiega Alessandro Portesani capogruppo della Lista Civica in consiglio comunale.
E continua: «Siamo sicuramente soddisfatti che la Giunta abbia approvato una delibera che dà ufficialmente il via al percorso per la candidatura di Cremona a Capitale Italiana della Cultura 2029. Lo siamo meno per le modalità seguite dal sindaco Andrea Virgilio e dai suoi assessori. Crediamo, che per lo spirito di condivisione con tutte le forze politiche voluto e propugnato dal presidente del consiglio comunale Luciano Pizzetti, nella prima fase, sarebbe stato opportuno una condivisione del testo all'Ufficio di Presidenza dove tutto è partito. Praticamente ancora non conosciamo il testo e abbiamo saputo dell'approvazione dai media e non dal primo cittadino».
«Pensiamo che questa occasione non debba comunque essere l'ennesima trottola autoreferenziale che oramai troppo spesso è cifra della Giunta di Andrea Virgilio», appunta Matteo Carotti (Fdi). «Se Cremona deve essere città della cultura lo sia per tutti: maggioranza e opposizioni e per tutte le forze della città e con un coinvolgimento di tutto il territorio vicino a Cremona. È stato un peccato, ad esempio, non coinvolgere Piacenza, con la quale il discorso sulla musica sarebbe stato fondamentale: leggasi la figura di Giuseppe Verdi, ma tant'è».
«Ricordo che, oltre ai temi della liuteria e delle diverse manifestazioni musicali, due sono i temi fondamentali per la cultura: il patrimonio artistico e il patrimonio librario. Sul primo è inutile ricordare quanto questo sia fondamentale», dice Chiara Capelletti (Fdi). «Basta citare quello che il grande critico Roberto Longhi disse del duomo: ‘la cappella sistina della Valpadana’. Per ciò che concerne quello librario, è un comparto su cui lavorare sia per la preziosità dei documenti rimasti, sia per la loro estensione temporale nei secoli. Servono sicuramente contenuti forti e non i tradizionali proclami che sanno di muffa demagogica».
«E comunque - conclude Portesani - nonostante la sgrammaticatura istituzionale restiamo disponibili a collaborare con le amministrazioni in virtù delle aperture fatte dal presidente del Consiglio Comunale».
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