L'ANALISI
19 Novembre 2025 - 05:10
CREMONA - La situazione è in costante miglioramento, dopo il terribile anno del Covid, quando quasi un quarto, precisamente il 23%, degli under 30 cremonesi non lavorava, non studiava e non partecipava nemmeno a percorsi di formazione.
La pandemia aveva lasciato il segno. A fine 2024 la percentuale si è quasi dimezzata, scendendo al 12,2%, ma città e provincia rimangono comunque in fondo alla classifica lombarda e ben al di sopra della media regionale, che è pari all’8,9%.
Fanno peggio solo Lodi, 13,8% e Pavia, 12,7%, e Varese, 12,3%. I Neet (acronimo inglese di ‘Not engaged in Education, Employment or Training’) sono l’11,4% nella vicina Mantova, il 10,6% a Milano, il 10,1% a Sondrio e il 10% a Como. Molto al di sotto della doppia cifra Brescia (8,5%), Bergamo (8,4%), Monza e Brianza (7,6%) e Lecco (7,2%).
L’indagine sui giovani ‘nullafacenti’ è stata resa nota da Espresso communication e si basa sui dati Eurostat che fotografano la situazione dell’intero Vecchio continente: è dedicata alla crescente fragilità della generazione 25-34 anni e al fenomeno dei Neet, giovani che non studiano e non lavorano, ambito in cui l’Italia, con il 15,2% dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni fuori da percorsi di studio o lavoro, registra la seconda incidenza più alta d’Europa (dopo la sola Romania, 19,4%), a fronte di una media Ue del 11%.
«In Lombardia – si legge nel report – il dato si consolida sull’8,9%, come rilevato nell’ultimo studio di Assolombarda. Negli ultimi vent’anni l’Italia ha inoltre perso oltre 2,3 milioni di giovani-adulti, con ricadute importanti su lavoro, innovazione e coesione sociale. In questo scenario Fondazione ‘Asilo Mariuccia’, insieme a università Cattolica, Altis graduate school of sustainable management e alle istituzioni lombarde, nei giorni scorsi ha promosso la tavola rotonda ‘Con i giovani, contro la violenza. Prevenire il disagio e difendere le relazioni per una Lombardia zero Neet’, organizzata a Milano. Tanti gli interventi sul tema che hanno ribadito la necessità di un’azione corale a sostegno delle nuove generazioni.»
«La missione della Fondazione ‘Asilo Mariuccia’, storico baluardo dell’accoglienza milanese, assume ancor più valore alla luce del contrasto al fenomeno dei Neet – ha evidenziato il governatore Attilio Fontana –: la cittadinanza consapevole è la chiave. Servono percorsi formativi e lavorativi che non solo rispondono all’emergenza sociale, ma rappresentano un vero investimento sul futuro, promuovendo l’autonomia e rafforzando il senso di appartenenza alla comunità.»
Tra i relatori anche Fabio Ciciliano, Commissario straordinario di governo per gli interventi infrastrutturali e di riqualificazione sociale funzionali ai territori di alta vulnerabilità. «Creare connessioni tra i Neet e il mondo dell’università non è un ossimoro ma racconta quanto abbiamo fatto a Caivano in questi mesi – ha esordito Ciciliano –: sviluppare percorsi professionalizzanti che consentano di affacciarsi al mondo del lavoro non è solo un’opportunità per i Neet, ma lo è anche per i territori. Dobbiamo continuare a far crescere le collaborazioni con i tanti centri di formazione del Paese e in questa chiave risulta importantissimo il lavoro svolto dalla Fondazione ‘Asilo Mariuccia’.»
Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo, ricorda: «Non si diventa Neet da un giorno con l’altro. Lo raccontano i giovani che abbiamo conosciuto. Dapprima qualcosa si inceppa, la crepa non si ripara e trascina verso il basso: fallimenti, isolamento sociale, mancanza di autostima e quella che sembrava una collina diventa una montagna da superare senza attrezzatura.»
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