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Premio di bontà Lidia Bittanti a Daouda Yarbanga e Emmanuel Bryan Konan

I due ragazzi sono arrivati in Italia come minori stranieri non accompagnati e si sono distinti per la sensibilità, la disponibilità e il senso di responsabilità dimostrati nell'aiutare anziani e disabili

La Provincia Redazione

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18 Novembre 2025 - 14:38

Premio di bontà Lidia Bittanti a Daouda Yarbanga e Emmanuel Bryan Konan

CREMONA - Daouda Yarbanga e Emmanuel Bryan Konan sono i due giovanissimi vincitori dell'edizione 2025 del Premio di bontà intitolato a Lidia Bittanti, giunto alla 48ª edizione in quanto istituito nel 1977.


La consegna del riconoscimento è avvenuta questa mattina, nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale, alla presenza del sindaco Andrea Virgilio, dell'assessora alle Politiche Sociali e Fragilità Marina Della Giovanna, di Marilena Antonioli Paloschi e Claudio Bodini, in qualità di rappresentanti delle famiglie Bittanti – Antonioli – promotrici del premio, di mons. Attilio Cibolini, delegato del Vescovo di Cremona, e della docente Federica Gennari, in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico Territoriale.

Sono intervenuti alla cerimonia amici dei premiati oltre a coloro che hanno inviato le segnalazioni.
L'apposita commissione, riunitasi nei giorni scorsi, al termine di una attenta e scrupolosa valutazione delle domande pervenute, ha deciso di assegnare due premi, da mille euro ciascuno, a Daouda Yarbanga, 18 anni, ospite della comunità “Fattoria della Carità” di Cortetano gestita dalla Caritas Cremonese, segnalato da don Claudio Rasoli, presidente della Fondazione Opera Pia S.S. Redentore di Castelverde, e a Emmanuel Bryan Konan, 17 anni, proveniente dalla Costa D’Avorio, segnalato da Rossana Tedoldi, docente presso l'Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente - Stanga di Cremona, e da Patrizia Dossena, infermiera in pensione. I due ragazzi sono arrivati in Italia come minori stranieri non accompagnati.


Prima della consegna dei premi, Marilena Antonioli Paloschi, ricordando la figura di Lidia Bittanti, sua zia materna, e le finalità del premio a lei intitolato, complimentandosi con i premiati, ha definito questo un momento commovente e che onora perché è importante rendere pubblici gesti di bontà compiuti nel quotidiano e che oggi trovano un riconoscimento. Claudio Bodini ha definito quello di oggi come un giorno della speranza perché si premiamo due giovani che, con il loro esempio, riaccendono la luce del futuro, due giovani che hanno avuto il coraggio di rischiare e di affidarsi ad altre persone alla ricerca di una vita migliore.


Dal canto suo l’assessora Marina Della Giovanna ha tenuto ad evidenziare che oggi il riconoscimento va senz’altro all’altruismo di due ragazzi molto giovani, ma anche al loro coraggio, alla loro resilienza, alla loro volontà di costruire un futuro dopo essere giunti in Italia e a Cremona come minori stranieri non accompagnati, due giovanissimi che si stanno integrando. Ma il riconoscimento, ha aggiunto l’assessora, va anche al sistema di accoglienza cittadino perché ha saputo attuare, nonostante tutte le difficoltà, un modello che funziona.


La docente Federica Gennari, come rappresentante del mondo della scuola, rimarcando il profondo valore di gesti gratuiti, soprattutto se compiuti dai giovani, ha detto che la bontà rafforza il senso di comunità. Infine, per mons. Attilio Cibolini è fondamentale fare emergere ciò che non fa rumore, soprattutto in un momento come questo, aggiungendo così un mattone per costruire una comunità di pace. Parola infine a don Claudio Rasoli, a Rossana Tedoldi e a Patrizia Dossena, che hanno segnalato i due premiati, e che hanno raccontato i gesti di bontà quotidiana di Daouda Yarbanga e di Emmanuel Bryan Konan con parole di grande affetto e partecipazione.

La premiazione di Daouda Yarbanga

PREMIO DA MILLE EURO A DAOUDA YARBANG

La motivazione: «Per la cortesia, la disponibilità e la sensibilità dimostrate nel creare un dialogo autentico con anziani e disabili, contribuendo con empatia e dedizione alle attività della residenza sanitaria assistenziale Fondazione Opera Pia S.S. Redentore di Castelverde». 

Ospite della comunità “Fattoria della Carità” di Cortetano, gestita da Caritas Cremonese, quale volontario dell'associazione “Siamo noi” di Cremona, Daouda Yarbang, con grande cortesia, discrezione e disponibilità affianca le animatrici nelle diverse attività nei reparti della residenza, accompagnando gli ospiti agli eventi musicali e intrattenendosi amabilmente con gli anziani in un dialogo intergenerazionale molto fruttuoso. Gentile e paziente, ascolta i racconti dei residenti come se fosse parte della loro famiglia.

Premiazione di Emmanuel Bryan Konan

PREMIO DA MILLE EURO A EMMANUEL BRIAN KONAN

La motivazione: «Per la sensibilità, la disponibilità e il senso di responsabilità dimostrati nell’accompagnare con dedizione una persona con disabilità, favorendone l’inclusione sociale e testimoniando un profondo impegno umano e civico». 

Proveniente dalla Costa d’Avorio, anche Emmanuel Bryan Konan è stato accolto dalla “Fattoria della Carità” di Cortetano, è particolarmente abile nell'utilizzo degli strumenti informatici ed è ben inserito in un gruppo di studenti del Liceo Scientifico Aselli e di altri istituti scolastici della città. Molto gentile ed educato, è attento ai bisogni degli altri: quando gli è stato chiesto di aiutare un disabile ha accettato con entusiasmo mettendosi a disposizione tre volte la settimana, consentendo così a questa persona di uscire di casa e relazionarsi meglio con i propri amici. Infine, il ragazzo ha deciso di proseguire gli studi alla scuola serale per poter lavorare di giorno ed inviare il denaro alla famiglia d'origine.

Dopo le foto di rito, i ringraziamenti e le parole dei premiati, visibilmente emozionati, la cerimonia si è conclusa con l’intervento del sindaco Andrea Virgilio che, tra l’altro, ha detto che questo premio agisce sulla normalità che sa essere straordinaria nella sua semplicità, ringraziando l’intero sistema di accoglienza locale che riesce ad affrontare con grandi sforzi situazioni difficili e a fare crescere ed emergere esperienze molto belle come quelle rappresentate dai due giovani premiati.


LIDIA BITTANTI: LA BIOGRAFIA

Lidia Bittanti nasce a Cremona il 17 settembre 1906, la prima di quattro figli. Diventata una giovane donna, Lidia decide di staccarsi dalla famiglia, lascia Cremona e con una amica si sposta nella città di Parma per avviare un’attività commerciale, un negozio di biancheria.

Manifesta da subito la sua intraprendenza, sa muoversi con disinvoltura e abilità. Il commercio è la sua vita e con coraggio si divide dall’amica aprendo un negozio tutto suo. Mantiene lo stesso articolo di vendita ma prende contatti con la città di Firenze e avvia una fiorente azienda di confezioni: la IMCERF, acronimo di “Impresa Confezioni e Ricami Fiorentini”.

Passano gli anni, il negozio non basta più. Dopo essersi sposata inizia un’attività di vendita dei suoi articoli ad altri negozi e in altre città. Nel 1955 rientra a Cremona. Ancora una volta si rinnova, ha capacità e idee in campo commerciale. Decide per una nuova attività: non vuole più vendere prodotti realizzati da altre aziende ma vendere ciò che lei stessa produce. L’orientamento è per un articolo nuovo in espansione sul mercato: il costume da bagno. Conosceva il mercato e aveva fatto la sua scelta.

Alcuni famigliari, a vario titolo, l’aiuteranno ma è lei che porta avanti e sviluppa quella che rimarrà pur sempre una piccola attività imprenditoriale. Sa progredire ma soprattutto rinnovarsi per seguire un mercato in evoluzione. La grande mossa fu andare negli Stati Uniti a rifornirsi di un prodotto nuovo per fare i costumi da bagno, il tessuto LASTEX, che rivoluzionò il mercato.

La sua vita fu semplice e misurata; visse fino alla fine con la vicinanza di sua mamma in una casa in via Elio Crotti in Cremona. Al piano terreno il laboratorio e gli uffici. Si interessava di tutto il ciclo della lavorazione dei costumi da bagno. Negli ultimi anni però cedette la gestione del laboratorio e curò totalmente il rapporto commerciale con i suoi clienti. Condusse la sua azienda fino al 1966 quando una grave malattia la obbligò in poco tempo a lasciare.

Fu lucida fino all’ultimo e come suo desiderio ebbe modo di esprimere le sue volontà nel segno dell’altruismo e della solidarietà, valori in cui credeva e che la famiglia rispettò pienamente. Destinò un aiuto economico a diverse persone che sapeva in difficoltà e volle che il suo denaro fosse destinato ai giovani. La famiglia, tenendo conto delle sue volontà, ha istituito questo premio, attraverso un’importante donazione al Comune, per ricordarne la memoria.

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