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I NODI DELLA GIUSTIZIA

Referendum più vicino: «Cittadini consapevoli»

Forza Italia e Radicali lanciano la campagna per l’equità nei processi. Pronte tre iniziative

Rebecca Loffi

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17 Novembre 2025 - 21:13

Referendum  più vicino, «Cittadini consapevoli»

Ravelli, Gallina e Ghidini

CREMONA - Un mese di novembre denso di appuntamenti per Forza Italia, che in città ha presentato un articolato programma di iniziative dedicate al tema di una giustizia più equa. Ad illustrarlo — nella conferenza stampa di oggi pomeriggio, a Spazio Comune — sono stati Gabriele Gallina, commissario provinciale del partito, Luca Ghidini, commissario cittadino e Sergio Ravelli, storico esponente del Partito Radicale.

«Forza Italia ha promosso a livello nazionale, per venerdì 21 novembre, una giornata di mobilitazione incentrata sui principi della giustizia ‘giusta’, e del giusto processo — ha spiegato Gallina —. Un’iniziativa che arriva a poche settimane dall’approvazione parlamentare della riforma costituzionale del 30 ottobre, che sarà sottoposta a referendum confermativo nella primavera 2026». La riforma interviene, infatti, su uno dei nodi più delicati del sistema giudiziario: la contiguità tra giudici e pubblici ministeri all’interno della medesima carriera.

«Un assetto che può generare pressioni nelle indagini, ed indebolire il controllo critico del giudice sulle richieste del pm» ha aggiunto Gallina. «Con la separazione delle carriere, la nascita di due Consigli superiori della magistratura distinti e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare indipendente, puntiamo, invece, a rafforzare terzietà, trasparenza e responsabilità». Da qui prende avvio il calendario di iniziative locali, in sinergia con il Partito Radicale.

«Annunciamo tre appuntamenti che dialogano tra loro, rendendo concreto il nostro impegno per un sistema più giusto» ha spiegato, infatti, Ghidini.

Per iniziare, una raccolta firme a sostegno della proposta di legge ‘Zuncheddu’, promossa dal Partito Radicale, che intende garantire un sostegno economico immediato a chi viene detenuto ingiustamente e poi assolto.

«Questa proposta nasce da un’urgenza reale» ha sottolineato Ravelli.

«Chi esce dal carcere dopo un errore giudiziario si trova senza reddito, senza lavoro e, spesso, privo di una rete di supporto. Ed è proprio in quel momento che lo Stato dovrebbe mostrarsi più presente».

Lo stesso Ravelli ha ricordato il caso emblematico di Beniamino Zuncheddu, rimasto in carcere 33 anni prima della piena assoluzione.

«Gli hanno riconosciuto appena 30 mila euro, pari a 2,5 euro al giorno — ha ribadito il radicaleNon possiamo più tollerare che chi subisce un’ingiustizia così devastante venga abbandonato».

I banchetti per la raccolta firme si terranno sabato 22 novembre in piazza Stradivari e sabato 29 novembre in corso Campi, dalle 9 alle 12. In calendario anche una nuova visita ispettiva alla casa circondariale di Cremona.

«Le visite degli scorsi mesi — ha ricordato infatti Ghidini — hanno evidenziato condizioni igienico-sanitarie precarie e spazi inadeguati. Ma le denunce non bastano: occorre un impegno concreto». Nel pomeriggio del 21 novembre, una delegazione congiunta di Forza Italia e Partito Radicale tornerà quindi in carcere, accompagnata dal consigliere regionale Giulio Gallera, membro della commissione lombarda per la tutela dei diritti delle persone detenute.

La giornata si concluderà, infine, con il convegnoPer una giustizia più giusta’, che avrà luogo nella Sala Mercanti della Camera di Commercio, alle 18.30. Interverranno il consigliere regionale Gallera e l’avvocato Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cremona; modererà, invece, l’avvocato Andrea Carassai, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale. Le iniziative — hanno sottolineato i promotori — nascono dalla convinzione che la giustizia non debba restare materia esclusiva degli addetti ai lavori, ma consolidare il suo legame con la quotidianità.

Un invito, dunque, ad informarsi, partecipare, scegliere: perché una giustizia davvero ‘giusta’ non può nascere soltanto nelle aule dei tribunali; ma attraverso il rapporto continuo tra le istituzioni e la comunità, chiamata ad essere protagonista, e non semplice spettatrice, dei propri diritti.

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