L'ANALISI
15 Novembre 2025 - 05:00
CREMONA - Il recente Rapporto OsMed realizzato dall’Agenzia italiana del farmaco segnala che la prevalenza nell’uso di psicofarmaci sotto i 17 anni è più che raddoppiata rispetto al 2020, passando dallo 0,26% allo 0,57%. «Può sembrare allarmante — affermano Stefano Vicari e Gabriele Masi, coordinatori della Rete che riunisce i primari dei reparti di emergenza psichiatrica per l’età evolutiva (0-18 anni) —, ma il dato va contestualizzato. Si tratta di un aumento, ma i livelli restano molto più bassi rispetto ad altri Paesi europei a noi vicini».
A Cremona il dato «è in linea con quello nazionale e regionale», spiega Cristina Resi, primario della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Asst di Cremona. «Attenzione però — esorta Resi — a parlare di allarme psicofarmaci. È vero che c’è un aumento, ma l’utilizzo di farmaci psicotropi è in linea con l’aumento della prevalenza dei disordini mentali nell’età evolutiva. Insomma, aumenta l’uso dei farmaci perché crescono le richieste e i casi complessi». Come dire, se un allarme c’è non è relativo all’uso dei farmaci, ma all’incremento delle richieste e del disagio, del malessere fra i giovani. «Come mai? Tutti si stanno interrogando su questo. Non so dare una risposta precisa in merito, ma ci sono studi epidemiologici in corso. Posso però dire che si intrecciano un insieme di cause, come le modificate condizioni di vita, le mutate abitudini e anche una maggiore consapevolezza delle famiglie e un’aumentata capacità diagnostica. Insomma, non è per forza un dato solo negativo. Anche perché i farmaci non vanno demonizzati. Vengono dati sotto sorveglianza medica e nell’ambito di un progetto che prevede anche altri interventi. Ed è proprio grazie ai farmaci se questi altri interventi terapeutici funzionano meglio. I ragazzi acquisiscono maggiori capacità di attenzione e controllo emotivo che gli consente migliori capacità sociali anche grazie all’uso dei farmaci integrati in percorsi terapeutici non farmacologici. I farmaci poi, con il tempo, si possono togliere. Ricordo che stiamo parlando di una malattia».
Roberto Poli, direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Asst Cremona, conferma l’aumento del disagio giovanile fra i minori con «ansia, depressione, gesti di autolesionismo, disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e l’abuso di sostanze legali, come ad esempio l’alcol, e illegali». Per quanto riguarda gli psicofarmaci, c’è anche il tema dell’illegalità e dell’abuso oltre la prescrizione. «La sensazione è quella dello ‘sballo’ paragonabile all’uso di sostanze. Le benzodiazepine, se usate in modo eccessivo, provocano effetti psico attivi rilevanti. E nel mercato dell’illegalità c’è un giro di psicofarmaci fatti circolare anche fra i giovani».
Altro tema è quello dei farmaci oppioidi. «È tutta un’altra partita che sta creando molto allarme. Non solo l’ormai famigerato Fentanyl, ma anche i nitazeni. Sono prodotti sintetici per cui serve una prescrizione, ma circolano nell’adolescenza». Poli pochi giorni fa aveva anche parlato della ‘purple drank’ o ‘dirty sprite’, la droga del momento si prepara con due ingredienti del tutto innocui: sciroppo per la tosse (a base di codeina, un potente farmaco antispasmodico) e una bibita gassata. Gli effetti: sensazione di profondo rilassamento e allentamento dei freni inibitori. Si sta affermando soprattutto tra gli adolescenti, e spesso affianca o apre a dipendenze più gravi. «Ci sono però dati che dimostrano che queste nuove sostanze psicoattive (Nps) sono molto aumentate negli ultimi anni nella fascia adolescenziale. Le ‘nuove droghe sintetiche’ sono un settore in crescita».
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