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Al cimitero un omaggio alla ex Br nel tempietto partigiano

Fiori e stella a cinque punte (già rimossi) per Braghetti. Condanna di Carletti e Corada (Anpi)

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

14 Novembre 2025 - 05:20

Al cimitero un omaggio alla ex Br nel tempietto partigiano

Il vaso con la dedica a Braghetti e l'altare del tempietto partigiano

CREMONA - «Lo faccio togliere subito: nulla, infatti, ha a che fare con quel sacrario che rende onore alla lotta dei partigiani che diedero la vita per la libertà». L’assessore con delega ai Servizi cimiteriali ed esponente di spicco del Pd, Paolo Carletti, taglia corto e mette i puntini sulle i della storia. A provocare la reazione di Carletti è la scoperta di un vasetto di ciclamini viola che una mano anonima ha voluto collocare nei giorni scorsi sull’altare del ‘tempietto dei partigiani’ al cimitero.

Intorno al vaso un nastro con la scritta: «Anna Laura Braghetti», poi una falce e martello e una piccola stella a cinque punte. Un inquietante omaggio alla ex brigatista rossa morta a 72 anni giovedì scorso a Roma. «Uno sfregio — prosegue Carletti — alla sacralità della lotta partigiana che ha avuto un ruolo determinante nel consegnare a noi una repubblica democratica». Collocato nel tempietto che ospita i resti dei caduti durante la Resistenza, sotto un crocifisso, fra le corone del Comune e quelle dei partigiani cristiani, il vasetto è già stato rimosso.

Paolo Carletti


Un gesto e un simbolo, la stella a cinque punte, che ‘inchioda’ la ex terrorista alla parte più sanguinosa della sua esistenza. Una fase che ha segnato la storia recente del nostro Paese e che lei stessa ha cercato di lasciarsi alle spalle in silenzio. Braghetti, infatti, aveva 24 quando Bruno Seghetti le chiese di affittare un appartamento a Roma, in via Montalcini, per conto delle Brigate rosse. In quell’appartamento, per 55 giorni, sarebbe rimasto prigioniero Aldo Moro. Braghetti resterà sempre «la carceriera di Moro».

Ma non solo: partecipò, in prima persona e con le armi, ad altri attentati: l’attacco al comitato elettorale della Dc a Roma in cui nel 1979 furono uccisi due agenti e l’assassinio del vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet, sulle scale della facoltà di Scienze politiche. Arrestata nel corso di una rapina pochi mesi dopo, Anna Laura Braghetti non si è mai pentita, non ha denunciato nessuno, non ha rinnegato il suo passato, ma si allontanò definitivamente dalla lotta armata senza passare dalle scorciatoie del pentitismo o della dissociazione.

Gian Carlo Corada

Uscì dal carcere senza sconti, dai primi permessi negli anni ’90 sino alla condizionale nel 2002. Eppure forse nessun altro protagonista della lotta armata era cambiato quanto lei. Una trasformazione sincera, sofferta e intima con due protagonisti: la terrorista ‘nera’ Francesca Mambro, che partendo dalla parte opposta aveva imboccato la stessa strada, e padre Adolfo Bachelet, il gesuita fratello di Vittorio che le era stato vicino, l’aveva voluta al suo capezzale, le aveva riservato un ultimo saluto ancora protettivo: «Muoio ma non ti lascio sola: c’è mio fratello Paolo», anche lui gesuita.

Ora quel gesto, che sembra voler ricordare una donna scomparsa molto tempo prima della sua morte, che aveva voluto voltare pagina. E che, per la collocazione scelta, sembra voler affermare: «Anche lei era una partigiana». Un collegamento respinto da Gian Carlo Corada, presidente provinciale dell’Anpi: «A sostenere la tesi che le Br siano state una derivazione della lotta partigiana è la pubblicistica della destra. È vero che la Resistenza fu multiforme e non escludo che vi siano state storie individuali in quel senso, ma la lotta partigiana inquadrata nel Comitato di liberazione nazionale non ha nulla a che fare con il terrorismo degli anni Settanta. Tra l’altro io stesso ho ricevuto in passato delle minacce con la stella a cinque punte. Questo gesto potrebbe essere l’omaggio di una persona che conosceva la donna, ma mi sembra difficile. Oppure la provocazione di qualcuno che vuole far passare i partigiani per terroristi. In ogni caso, sia che si tratti di una provocazione o dell’omaggio di qualche simpatizzante Br la mia condanna è netta. L’Anpi e tutti i movimenti partigiani si sono sempre schierati con nettezza contro il terrorismo».

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