L'ANALISI
04 Novembre 2025 - 19:04
CREMONA - Una mattinata di alta formazione quella organizzata oggi, nella sala tecnica dell’Associazione Industriali, dalla Cremona Porta Venezia Academy, dell’omonima sede dell’Agenzia Generali. Protagonista dell’incontro, un ospite d’eccezione: Federico Fubini, economista, scrittore e vicedirettore ad personam del Corriere della Sera.
A introdurre i lavori è stato Francesco Cozzoli, agente assicurativo dell’Agenzia Generali Cremona Porta Venezia: «Viviamo in un’epoca — ha detto — in cui termini ormai di uso comune, come ‘crisi asimmetrica, destabilizzazione o guerra commerciale’ descrivono perfettamente il contesto perturbato e perturbante che stiamo attraversando. In questo scenario di disordine mondiale, è necessario tornare all’analisi dei fondamentali macroeconomici, per comprendere la profonda relazione tra le economie della crisi e mercato».

Il titolo della relazione di Fubini, «Dopo il crollo del (nostro) muro. Le risorse dell’Europa nel mondo di Trump e Xi», ha fin da subito posto l’accento sul cambiamento epocale che stiamo vivendo: «Così come il crollo del muro di Berlino, nel 1989, sancì la fine del mondo sovietico — ha spiegato Fubini — l’ascesa di Donald Trump ha segnato la fine dell’Occidente così come lo avevamo concepito dopo la Guerra Fredda. Il sistema di alleanze che garantiva equilibrio e cooperazione è venuto meno: oggi, gli Stati Uniti, un tempo garanti dell’ordine internazionale e della difesa collettiva, appaiono concentrati su una logica di potenza nazionale, in cui l’alleanza con l’Europa non è più un pilastro, ma un’opzione».
Fubini ha poi analizzato la politica commerciale di Trump, definendola un punto di svolta: «I dazi sono diventati un’arma negoziale per spingere le imprese americane a tornare in patria e per ridisegnare gli equilibri globali». Ma all’interno degli Stati Uniti, gli effetti sociali di queste politiche sono evidenti: «Le disuguaglianze non sono mai state così profonde. Il potere d’acquisto del salario medio è crollato, mentre i costi della vita sono aumentati, soprattutto per quanto riguarda la sanità e le abitazioni. Anche le spese dei percorsi universitari, ormai, sono sempre più proibitive per la middle class».
E mentre l’America si ripiega su se stessa, l’Europa si trova in una posizione scomoda. «I dazi statunitensi hanno colto l’Europa di sorpresa, lasciandola esposta alla (sleale) concorrenza cinese. Pechino — ha aggiunto l’economista — utilizza politiche economiche aggressive per forzare l’Europa ad aprire i propri mercati, riversandovi sottocosto i surplus industriali non più destinati agli Stati Uniti». Fubini ha inoltre richiamato l’attenzione sul futuro del progresso tecnologico, evidenziando un ulteriore rischio, per l’Europa: quello di restare indietro nella corsa all’Intelligenza Artificiale, che è ora in balia di un teso braccio di ferro tra Washington e Pechino.
«Oggi, tra muri commerciali e nuove sfide globali, l’Europa deve ritrovare slancio e competitività, per non restare ai margini della storia». Perché per comprendere il mondo che ci circonda, oltre ad osservare i mercati, occorre saper leggere «oltre le cifre»: provando a decifrare quel complesso intreccio di fattori che muovono le economie e, con esse, le civiltà.
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