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GLI INDUSTRIALI IN ASSEMBLEA

«Abbiamo la rotta, guardiamo avanti»

Enti e istituzioni: «Uniti contro l’incertezza. Serve un’ Europa più forte»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

01 Novembre 2025 - 08:09

«Abbiamo la rotta, guardiamo avanti»

Marcello Parma, Cesare Soldi, Tommaso Foti, Riccardo Crotti e Marco Bressanelli

CREMONA - Promossa con dieci e lode: così l’Assemblea Pubblica dell’Associazione Industriali, che si è svolta ieri mattina a CremonaFiere, ha riscosso l’approvazione delle voci della politica e dell’economia locale e regionale, di ogni colore e settore. Segno che l’ ‘incertezza’ che ha dato il titolo all’evento si sente ed è condivisa.

Tante le riflessioni emerse nel corso della mattina di lavoro: toccato da tutti i relatori, il tema dell’Europa è ovviamente caro all’eurodeputato Massimiliano Salini (Forza Italia): «È importante restare agganciati ad un’Europa che deve però avere un grande bilancio. E il potere di veto è incompatibile con l’idea di un ruolo importante dell’Unione. Quanto all’Italia, pur riconoscendo che la manovra proposta dal Governo punta a riequilibrare i conti pubblici, è altrettanto vero che il cuore pulsante della legge di Bilancio è stato rinviato. Attendiamo che, finito il Pnrr, si trovi la strada per favorire gli investimenti».

Anche per il senatore Renato Ancorotti (FdI) l’evento ha fatto centro: «Assemblea di interesse comune — commenta —. Il presidente Ferraroni è intervenuto con una relazione approfondita ed esaustiva, che ha offerto una fotografia del tessuto industriale cremonese». Aggiunge: «Anche in questa occasione Cremona si è presentata come provincia attiva, dove la qualità non è oggetto di discussione: abbiamo Cremona città della Musica, Crema città della bellezza, Casalmaggiore città dell’Oro rosso, il pomodoro. È importante presentarsi in questo modo alla politica nazionale ed europea, mostrando quanto il territorio, al netto delle ‘incertezze’, sia forte. Della nostra crescita — conclude — gli industriali sono una parte considerevole. Anzi, il motore».

Il presidente della Provincia di Cremona, Roberto Mariani, commenta così la giornata di lavori: «Ho apprezzato molto la relazione del presidente Ferraroni, un intervento appassionato, di grande visione, che ha offerto un’analisi ad ampio raggio delle politiche industriali e delle loro ricadute sul territorio cremonese. Il messaggio forte che arriva è quello della necessità di una reale unità di intenti tra il mondo dell’impresa, quello politico e quello amministrativo locale: solo così l’impresa italiana, e con essa quella cremonese, potrà continuare a essere competitiva, innovativa e capace di esprimere eccellenza sul territorio».

Mariani ha poi aggiunto: «Il titolo scelto, ‘L’epoca dell’incertezza’, e la ricorrenza degli ottant’anni dell’Associazione richiamano con forza i valori di responsabilità, visione e coraggio che hanno guidato gli industriali cremonesi fin dalle origini. Oggi più che mai, quegli stessi valori devono ispirare il nostro impegno comune per costruire il futuro del territorio».

In sala anche Francesco Buzzella, predecessore di Ferraroni, già presidente degli industriali e lombardi e ora alla guida di Federchimica: «Un appuntamento molto interessante. I temi discussi sono gli stessi che vengono affrontati in tutte le assise territoriali. Ci diciamo le stesse cose da tempo, ma di azioni e decisioni efficaci se ne vedono poche. Per quanto riguarda l’Europa, molte cose vanno riviste, ma sembra impossibile smontare treni che sono già partiti».

Promossa a pieni voti la ‘prima’ di Ferraroni e della sua squadra per il presidente della Camera di Commercio di Cremona, Mantova e Pavia, Gian Domenico Auricchio. «Oltre ai relatori di grande livello, va sottolineata la presenza in sala di tanti imprenditori e anche delle associazioni delle province vicine, come Mantova e Lodi. Insomma, un evento che travalica la provincia, anche per i temi proposti. La relazione del presidente Ferraroni è stata ampia e di grande respiro e profondità. Dall’intelligenza artificiale, alla guerra e all’Europa: ha toccato tutti i temi fondamentali che caratterizzano la situazione che stiamo vivendo. In sala non solo addetti ai lavori, ma anche cittadini comuni. A testimonianza dell’interesse suscitato dal tema».

Arriva il plauso anche da Regione. Entusiasta il consigliere regionale Matteo Piloni (Pd): «Occasione preziosa per ascoltare la voce degli imprenditori — commenta — che ci hanno trasmesso il loro ‘sentiment’. Ampio ed esaustivo l’intervento del presidente Ferraroni, che ha richiamato l’industria a fare di più. Sul fronte opposto, è vero, come ha detto il presidente, che l’Europa deve essere più forte. Compito della politica è ascoltare e tradurre in pratica le richieste».

Per il consigliere lombardo e presidente della Commissione Attività produttive della Regione, Marcello Ventura (FdI), «l’evento di oggi (ieri, ndr) rappresenta un vero e proprio momento di riflessione, nonché un’occasione per raccogliere in modo concreto le richieste e le aspettative del mondo industriale nei confronti della politica. Ho trovato particolarmente interessante il confronto sulle principali sfide e preoccupazioni economiche e geopolitiche percepite dagli industriali cremonesi, con particolare riferimento al tema energetico e all’aumento dei costi che continua a incidere sulla competitività delle imprese. Sono emerse non solo le difficoltà, ma anche le potenzialità, gli obiettivi e le ambizioni di un settore che rappresenta un segnale importante: Cremona non è solo agricoltura, ma anche impresa, innovazione e ricerca».

Tanti gli spunti di interesse anche per il consigliere regionale Riccardo Vitari (Lega): «Incontro positivo ed estremamente chiaro per quanto riguarda la strada da tracciare — spiega —, oltre che ottima occasione per lo scambio di punti di vista. Certo, l’opportunità di alcune scelte europee è da vedere. Come burocrazia siamo ancora molto lenti rispetto ad altri Stati dell’Unione». E conclude: «Con l’assemblea di oggi è stato fatto un passo ulteriore per colmare il gap tra industriali e la politica. Anche se i temi discussi sono di respiro nazionale, a Cremona interessa in particolare quello della formazione dei dipendenti e della reperibilità della manodopera. Energia e dazi, poi, fanno il resto».

Unanime la soddisfazione delle voci dell’artigianato. A cominciare da quella di Marcello Parma, presidente Cna Cremona: «Una mattinata straordinaria — spiega — con una platea preparata e un tavolo di primo piano. Ottimo momento di confronto, al di là delle parti politiche e delle singole declinazioni, con cui ci si può trovare più o meno d’accordo. Oggi abbiamo sentito provocazioni che è stato giusto porre, e su cui volentieri si rifletterà». Tra i vari temi, spicca per Parma quello energetico: «Si è parlato di un ritorno del nucleare in Italia — chiarisce Parma —. Troviamo che sia un passo fondamentale da compiere per costruire il futuro dell’impresa. Ma la discussione rimanga nell’ambito della tecnologia, e non dei campanilismi».

Analogamente, Stefano Trabucchi, presidente di Confartigianato: «Molti spunti di attualità nella lunga e appassionata relazione di Ferraroni. Di particolare rilevanza per la vita economica cremonese gli appunti sulla politica dell’Unione europea e il tema dell’industrializzazione. Interessante anche l’intervento del ministro Tommaso Foti che si è focalizzato su alcuni problemi che vano risolti adesso e non rinviati».

Ottimista, nonostante le incertezze, Marco Bressanelli, presidente della Libera Artigiani di Crema: «Mi auguro che ci si avvicini sempre di più ad un ‘dietrofront’ rispetto a posizioni ideologiche e non pragmatiche su temi quali il green deal e l’automotive. È vero — aggiunge — le difficoltà si fanno sentire: ma gli artigiano hanno imparato ad adattarsi. Dalla nostra parte abbiamo il nostro saper fare. Sì, il bicchiere è mezzo pieno, ma di un vino di ottima qualità».

In sala anche il presidente della Fondazione Città di Cremona, Giuseppe Foderaro: «Un’occasione per aprire alla città tematiche interessanti. Sono d’accordo sul sostegno alle imprese rispetto ad un Paese che sta invecchiando e che deve fare di più per confermare il proprio tessuto industriale».

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