L'ANALISI
27 Ottobre 2025 - 11:01
CREMONA - Anche la Cgil di Cremona era in piazza a Roma con una delegazione di oltre 200 persone, insieme alle migliaia (200mila secondo gli organizzatori) che, con ‘Democrazia al lavoro’, hanno riempito piazza San Giovanni per chiedere salari e pensioni dignitosi, sanità e scuola pubbliche, una riforma fiscale e previdenziale equa e lo stop al riarmo.
«Questa mobilitazione — sottolinea Elena Curci, segretaria generale della Cgil di Cremona — rimette al centro pensioni, sanità, scuola e casa. Siamo in piazza per le persone che per vivere devono lavorare e che pur lavorando non arrivano a fine mese, per il futuro dei giovani, per pensionate e pensionati trattati come bancomat. Serve un cambiamento vero delle politiche economiche e sociali, non austerità per finanziare guerre che interessano solo a chi fa profitto addirittura sulle vite delle persone».
La Cgil ha presentato al Governo un pacchetto di proposte «per affrontare l’emergenza salariale: tra queste, la detassazione degli aumenti contrattuali per tutti — non solo per i redditi sotto i 28mila euro — e un contributo dell’1,3% sui patrimoni oltre i 2 milioni, per un gettito di 26 miliardi da destinare a welfare e investimenti pubblici. Le misure annunciate dal Governo vanno invece in direzione opposta: la riduzione dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% rafforza le disuguaglianze».
E dal palco il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha affermato: «C’è bisogno di aumentare i salari, far pagare le tasse a chi non le paga, varare una vera riforma fiscale, investire seriamente nella sanità e avviare politiche industriali con investimenti pubblici e privati consistenti. Se il Governo non ascolterà e non cambierà la manovra, useremo tutti gli strumenti democratici. Sciopero? Non escludiamo nulla».
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