L'ANALISI
27 Ottobre 2025 - 05:05
Graziano Principato nel riquadro
CREMONA - Un conto è il posizionamento in classifica delle mense scolastiche provinciali; un altro la realtà. Questa la perplessità avanzata dal Comitato Genitori Mensa di Cremona, alla lettura del decimo rapporto Rating Foodinsider, che ha premiato i menù delle mense scolastiche cremonesi come i secondi migliori del Paese. Pur accogliendo con interesse la notizia, infatti, il comitato «ritiene necessario contestualizzarne i risultati — fa sapere il referente Graziano Principato in una nota — per offrire ai cittadini una lettura più aderente alla realtà quotidiana del servizio mensa nella nostra città».
Prima precisazione: «Il Rating di Foodinsider non si basa su una raccolta sistematica di dati raccolti dall’utenza, ma su informazioni ottenute su base volontaria». Informazioni di carattere teorico, dunque, «utili per stimolare la riflessione sul tema della ristorazione scolastica, ma non rappresentativi della qualità effettiva del servizio o dell’esperienza quotidiana dei bambini».
Ecco perché «nel caso di Cremona, il piazzamento al secondo posto nella classifica nazionale appare difficilmente interpretabile, poiché la valutazione di Foodinsider si fonda quasi esclusivamente sull’analisi del menù, senza tener conto del livello di gradimento, del consumo effettivo o degli scarti alimentari». Le indagini del Comitato lasciano emergere un risultato ben diverso: «Lo spreco alimentare rappresenta la principale criticità del servizio, e proprio questo indicatore, secondo quanto riportato dallo stesso Foodinsider, non contribuisce al punteggio del rating perché ‘non verificabile nella lettura del menù’».
Non tenendo conto di questo aspetti, si va ad omettere «il problema più rilevante per la qualità, la sostenibilità e il valore educativo della mensa». Anche sul piano organizzativo emergono contraddizioni significative. «Foodinsider stesso — si legge ancora nella nota — sottolinea come i Comuni con cucine interne ottengano risultati migliori in termini di qualità, varietà alimentare, sostenibilità e connessione con il territorio. A Cremona, invece, quasi tutte le mense si basano su cucine esterne e su un sistema di veicolazione dei pasti, fatta eccezione per alcune scuole dell’infanzia comunali. È quindi paradossale che un sistema fondato sulla preparazione centralizzata e industriale venga premiato ai vertici di una classifica che riconosce la superiorità delle cucine interne come modello virtuoso».
Ci sarebbe, secondo il Comitato, anche qualche elemento di incoerenza: «Il documento premia le mense che monitorano gli sprechi, sperimentano innovazioni, coinvolgono i bambini e valorizzano il rapporto tra chi produce e chi consuma. Eppure, la realtà cremonese corrisponde purtroppo ai ‘No’: non esiste monitoraggio sistematico degli scarti, non vengono coinvolti i bambini, il menù è standardizzato e non ha un reale legame con il territorio».
Le conclusioni: «Il Comitato Genitori Mensa Cremona intende collaborare con l’amministrazione comunale. Abbiamo partecipato, su invito delle Politiche educative, alla stesura del menù 2025/2026, ma la nostra richiesta di semplificazione si è tradotta, simbolicamente, in un piatto di fagioli in umido con la dicitura ‘proposto dal Comitato Genitori’.
Il cambiamento non si gioca, ovviamente, sul singolo piatto, ma sulla revisione del sistema nell’ottica di garantire la soddisfazione per un servizio che, ricordiamo, è a pagamento. Restiamo in attesa che vengano attuate le promesse previste nel nuovo bando di assegnazione del servizio (in uscita nel 2025), tra cui la misurazione effettiva degli scarti e un questionario sistematico di customer satisfactiom».
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