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LE ASSISE DELL'ECONOMIA

La formazione è futuro, gli atenei in prima linea

Sviluppo del territorio: le Università coprotagoniste delle strategie di crescita

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

19 Ottobre 2025 - 09:45

La formazione è futuro, gli atenei in prima linea

Gianni Ferretti (Politecnico), Marco Allena (Cattolica), Elena Mosconi (Unipv), Carlo Alberto Romano (Unibs) e Giuseppe Caffi (Monteverdi)

CREMONA - Il contributo delle università allo sviluppo del territorio è centrale nella costruzione del futuro economico dell’intera provincia, in un contesto in cui la complessità ha bisogno di essere governata con competenze e consapevolezza. È questo uno dei temi che verranno affrontati ai quattro tavoli di lavoro delle Assise del Territorio Cremonese, in programma domani a CremonaFiere dalle 14 alle 19. Ecco il punto di vista degli atenei cittadini.

GIANNI FERRETTI (POLITECNICO DI MILANO)

«L’occasione offerta dalle Assise dell’economia è preziosa, perché consente di mettere in luce, in modo condiviso, le potenzialità di un territorio e di farlo nel contesto proficuo e arricchente del confronto tra i diversi attori del mondo delle imprese, degli enti locali, delle istituzioni e, naturalmente, delle università. Da sempre il Politecnico, nella sua sede centrale ma ancor più in quelle decentrate, considera interlocutori privilegiati i territori e la filiera tecnico-produttiva — spiega il prorettore del Politecnico —. L’attività di ricerca da un lato, e la didattica all’avanguardia dall’altro — che non può esistere senza ricerca — rappresentano i cardini su cui si fonda quella che oggi definiamo terza missione: la capacità di intercettare i bisogni delle imprese e, più in generale, della comunità in cui si opera. Il nuovo campus del Politecnico, reso possibile grazie alla Fondazione Arvedi Buschini, testimonia concretamente questa visione, sia nella sua struttura sia nella sua organizzazione. Il cuore è l’attività didattica, con aule adeguatamente attrezzate e competenze da trasmettere a studenti italiani e internazionali. Basti pensare ai percorsi che uniscono ingegneria e agricoltura, oppure ingegneria, musica e fisica del suono. Tutto ciò si sviluppa in costante sinergia con le realtà del territorio: con le aziende presso cui i nostri studenti svolgono ricerche e tirocini curricolari, ma anche con le altre università e gli enti di ricerca. In questo senso, le Assise dell’economia offrono visibilità al lavoro congiunto che tutti i soggetti territoriali stanno portando avanti per creare una rete reale ed efficace, mettendo a disposizione del bene comune e dello sviluppo dei diversi comparti produttivi le competenze tecnico-scientifiche e la capacità di affrontare problemi complessi, ottimizzare processi e promuovere innovazione».


MARCO ALLENA (UNIERSITA' CATTOLICA)

«La presenza dell’Università Cattolica a Cremona, che quest’anno celebra quarant’anni, rappresenta un momento significativo per la nostra comunità. La Facoltà di Economia e Giurisprudenza è profondamente radicata nel territorio e accompagna da tempo le sue realtà economiche e sociali, sostenendole con ricerca, formazione e innovazione — spiega Marco Allena, preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza della Cattolica di Cremona e Piacenza —. Il recente appello di papa Francesco sulla crisi dei modelli economici ci invita a riflettere: un Ateneo come il nostro non può sottrarsi a questa sfida. L’economia, oggi più che mai, deve cercare risposte che tengano insieme sviluppo e giustizia sociale. È una responsabilità che la Cattolica assume con convinzione, coerentemente con la visione del nostro Rettore, che invita l’Università a essere ‘la prima università per il mondo’. In questa prospettiva si inserisce anche il Piano Africa, che ci vede impegnati in, per e con l’Africa, per una crescita condivisa. Allo stesso modo, nel rapporto con le imprese locali, il nostro ateneo offre supporto concreto nei campi dell’innovazione e della sostenibilità. La nostra Facoltà ospita uno dei primi corsi di laurea in Management per la sostenibilità in Italia: un percorso che testimonia come la sostenibilità non sia più un’opzione, ma il cuore pulsante dell’economia contemporanea. La Cattolica vuole essere accanto alle aziende del territorio per accompagnarle verso un futuro fatto di ricerca, innovazione e responsabilità».


ELENA MOSCONI (UNIVERSITA' DI PAVIA)

Qual è oggi il ruolo di un’università nel territorio, soprattutto in relazione alle discipline umanistiche? Per Elena Mosconi, docente di Storia del cinema e delegata del Rettore per i rapporti istituzionali dell’Università di Pavia, la risposta va cercata nella stessa radice del termine universitas: «una comunità che unisce formazione, ricerca e partecipazione alla vita collettiva — afferma —. A Cremona questo principio trova una declinazione concreta e vitale. La città può contare su un’offerta formativa ampia e differenziata, che spazia dalla musicologia al restauro degli strumenti musicali, dai beni culturali all’arte. Questi corsi non solo riflettono la vocazione di Cremona come città della musica e dei violini, ma la alimentano, contribuendo alla costruzione della sua identità culturale e alla sua attrattività economica e turistica».

L’incontro fra formazione e mondo produttivo resta una sfida aperta ma ricca di potenzialità. «Serve — spiega entrando nel merito, Mosconi — un dialogo costante tra università, imprese, enti culturali e istituzioni, per far conoscere reciprocamente esigenze, ricerche e competenze.

In questo senso, le attività di terza missione e i tirocini rappresentano un ponte concreto tra i saperi umanistici e le filiere economiche locali. L’università moderna è però anche un nodo di reti più ampie: scambi legatti al Progetto Erasmus, progetti di ricerca europei e collaborazioni come quelle del Laboratorio Arvedi di Diagnostica non invasiva mostrano come l’integrazione tra discipline umanistiche e scientifiche possa generare eccellenza e innovazione».


CARLO ALBERTO ROMANO E DONATELLA PLACIDI (UNIVERSITA' DI BRESCIA)

«La volontà di rafforzare il rapporto con il territorio è chiara e condivisa — sottolinea Carlo Alberto Romano, prorettore per le sedi decentrate dell’Università degli Studi di Brescia e delegato all’impegno sociale —. In particolare, a Cremona, dove l’ateneo guarda con grande attenzione al progetto del nuovo polo ospedaliero, stiamo lavorando per consolidare la nostra presenza con proposte e iniziative che al momento è ancora prematuro dettagliare, ma che vanno tutte nella direzione di un legame sempre più stretto con la comunità».

Romano ricorda come il legame tra l’Ateneo bresciano e il territorio cremonese affondi le radici nella stessa storia dell’istituzione: «L’Università di Brescia doveva nascere come Università della Lombardia orientale, e questo rende ancora più forte la nostra attenzione per i territori di Cremona, Mantova, Esine, Desenzano e Alzano Lombardo. Come prorettore all’impegno sociale, credo che l’università debba essere un punto di riferimento per la crescita civile ed economica delle comunità. Stiamo lavorando per sviluppare ulteriori iniziative e percorsi che valorizzino le sedi esterne e che rispondano ai bisogni reali del territorio», aggiunge Romano.

Un’idea condivisa da Donatella Placidi, docente e presidente del corso di laurea in Scienze infermieristiche, che ricorda quanto l’Ateneo sia radicato nella Lombardia orientale: «Il corso di Infermieristica è presente in tutto il territorio, da Cremona a Mantova, fino a Esine e Desenzano, e conta circa mille studenti su un totale di 17 mila iscritti. È un segno tangibile del ruolo dell’Università di Brescia nel formare professionisti che restano spesso a lavorare dove si sono formati». Placidi sottolinea l’importanza del dialogo con le aziende sanitarie e ospedaliere: «Un rapporto biunivoco che genera innovazione e crescita continua. Le nostre aule sono piene, segno che il territorio riconosce il valore della formazione e continua a credere nei nostri giovani».

GIUSEPPE CAFFI (CONSERVATORIO MONTEVERDI)

«Gli studenti del nostro Conservatorio possono avvalersi di un ecosistema musicale unico, che vede formazione e alta formazione intrecciarsi con la possibilità di fare esperienza di produzione musicale, in sinergia con enti quali il Teatro Ponchielli, il Museo del Violino e il Sistema Cremona — spiega il direttore Giuseppe Caffi —. La statizzazione è stata un passo importante, ma per ampliare i servizi e le iniziative produttive sarebbe bello trovare un appoggio da parte di privati, appassionati di musica che possano sostenere i percorsi dei nostri studenti nel loro sviluppo professionalizzante. Anche in questo senso il dialogo con il territorio può diventare importante, se il territorio intuisce che la tradizione musicale della città non è solo un’eredità, ma un presente da coltivare con esperienze internazionali — si vedano i progetti Erasmus, ma anche i dottorati di ricerca che permettono di approfondire e studiare musica. I nostri studenti arrivano da tutta Italia e trovano un ‘Sistema Cremona’ che sa trattenerli; ora bisogna dare loro l’orizzonte per non fuggire e fare della città la base per la loro carriera».

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