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OPERAZIONE DELL'ARMA

Commercio di piante aliene e invasive, smantellata la filiera illegale

Sequestrati circa 500 esemplari di giacinto d’acqua all’interno dell'azienda agricola oggetto d’indagine. Agli acquirenti sono state comminate sanzioni per un totale di 14.000 euro

La Provincia Redazione

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18 Ottobre 2025 - 10:04

Commercio di piante aliene e invasive, smantellata la filiera illegale

CREMONA – Il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Cremona, in sinergia con il Nucleo Carabinieri Forestale di Crema, ha concluso un’operazione mirata a verificare la coltivazione e la commercializzazione del giacinto d’acqua (Eichhornia crassipes), specie aliena invasiva di rilevanza unionale, riconosciuta come tale in tutta l’UE e considerata pericolosa per gli habitat acquatici.

L’indagine è partita da una segnalazione proveniente dall’ampia rete pubblica di monitoraggio, composta da specialisti e uffici di diversi Enti impegnati nella tutela della fauna, della flora e dell’ambiente. Attraverso accertamenti mirati, inclusi controlli presso la sede produttiva dell’azienda interessata, i militari hanno ricostruito l’intera filiera illecita, denunciando il titolare dell’impresa agricola all’Autorità giudiziaria per violazioni al Decreto legislativo 230/2017.

Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati circa 500 esemplari di giacinto d’acqua all’interno della sede aziendale oggetto d’indagine. Per scongiurarne la diffusione nell’ambiente, anche in modo accidentale, e su disposizione della Procura della Repubblica di Cremona, i carabinieri Forestali sono riusciti a rintracciare e recuperare parte delle piante già immesse sul mercato, grazie a un’azione capillare dei reparti dell’Arma. Agli acquirenti sono state comminate sanzioni per un totale di 14.000 euro.

COS'E' IL GIACINTO D'ACQUA E PERCHE' E' PERICOLOSO

Originario del Sud America, il giacinto d’acqua è responsabile, anche in Italia, di vere e proprie esplosioni demografiche che determinano una proliferazione incontrollata nei bacini idrici interni, ecosistemi delicati, autentici “scrigni” di biodiversità, la cui flora e fauna risultano gravemente compromesse. La normativa nazionale sanziona penalmente chi coltiva, vende o rilascia nell’ambiente esemplari di specie esotiche invasive di interesse unionale: sono previste pene fino a tre anni di arresto, ammende tra 10.000 e 150.000 euro e la sospensione della licenza per sei mesi.

Si precisa che i fatti sono in attesa di giudizio definitivo e che nei confronti degli indagati vige la presunzione di innocenza. Le piante poste sotto sequestro saranno confiscate e gestite secondo legge dall’Autorità amministrativa competente, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. La diffusione delle specie aliene invasive, stimate in circa 12.000 nell’Unione europea, è favorita dai cambiamenti climatici, che incidono negativamente sul patrimonio naturale.

Per questo le istituzioni pubbliche hanno rafforzato la disciplina relativa ad allevamento, coltivazione, vendita e detenzione. L’evoluzione del clima e le conseguenze sanitarie collegate impongono a UE e Stati membri aggiornamenti normativi costanti. Resta fondamentale il ruolo delle imprese e dei cittadini, chiamati a rispettare le regole e a contribuire concretamente alla riduzione dell’impatto sull’ambiente e sulla biodiversità.

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