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SORESINA

La multa non esiste, la truffa sì. E-mail fasulle a nome PagoPA

Ondata di messaggi nel territorio: «Devi pagare 298 euro entro 72 ore»

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

16 Ottobre 2025 - 21:06

 La multa non esiste, la truffa sì. E-mail fasulle a nome PagoPA

SORESINA - «Il nostro sistema ha rilevato che...». Segue un codice alfanumerico a caso, palesemente inventato e privo di senso logico. Ma sembra serioso, quindi incute timore. E poi si parla di una presunta multa per eccesso di velocità mai pagata. La cifra è già di per sé importante: 298 euro. «E devi pagare entro 72 ore altrimenti c’è la maggiorazione». Il mittente (fake, tant’è che se si controlla scrive dalla Romania) è PagoPA, la controllata del ministero delle Finanze che si occupa dei pagamenti informatici. C’è pure il logo ufficiale, una mail non troppo sospetta se non a un occhio esperto e un tot di riferimenti per pagare. Poi, in rosso, pure la minaccia: «Paga o diventeranno 496».

Ormai tutti l’avranno capito: il messaggio arrivato per posta a diversi soresinesi nei giorni scorsi è palesemente falso. Un tentativo di truffa bello e buono. Peraltro un probabile frutto della pesca a strascico perché, se i malintenzionati fra tutte le vittime avessero scelto di proposito anche un collega (come da foto), non sarebbero certo da annoverarsi tra i candidati per il ‘premio Diabolik 2025’.

E infatti di messaggi identici, o molto simili, a Soresina e dintorni (anche a Soncino, per esempio) ne sono arrivati diversi. Le mail artefatte non sono sempre così ben strutturate: a volte c’è direttamente il maresciallo, un colonnello o addirittura il capo di una divisione speciale a chiedere i soldi. Inutile dire che le identità, così come ogni contenuto del messaggio, sono inventate di sana pianta. Sono delle imitazioni che, specie con l’aiuto dell’IA, si possono realizzare in dieci secondi a far tanto. Ma molto spesso gli indirizzi scelti sono quelli di persone poco avvezze al digitale, ancor più frequentemente pensionati non abituati al doppio ‘check’. Stavolta, comunque, pare non esserci cascato nessuno. Sarà forse anche merito della massiccia campagna d’informazione anti-truffe.

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