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Morti sul lavoro quasi raddoppiate: l’allarme della Cisl Asse del Po

Ivan Zaffanelli chiede protocolli concreti, formazione costante e più controlli. Crescono gli infortuni femminili e le malattie professionali, in aumento del 19,7%

La Provincia Redazione

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12 Ottobre 2025 - 13:50

Morti sul lavoro quasi raddoppiate: l’allarme della Cisl Asse del Po

Ivan Zaffanelli (a fianco foto IA)

CREMONA - Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro.
In occasione della ricorrenza, Ivan Zaffanelli, segretario generale della Cisl Asse del Po, lancia un forte appello alla responsabilità collettiva e alla prevenzione: “Troppi morti e malattie professionali: servono protocolli mirati, operativi e formazione continua. Sicurezza e salute sono una sfida che riguarda tutta la comunità”.

Infortuni in calo, ma decessi in aumento
Nei primi otto mesi del 2025 – spiega Zaffanelli – gli infortuni denunciati all’INAIL sono stati 2.888, in calo del 5,6% rispetto ai 3.058 dello scorso anno. Ma la riduzione complessiva nasconde un dato drammatico: le morti sul lavoro sono quasi raddoppiate, passando da 5 a 9 (+80%), soprattutto in occasione di lavoro (+133%).
In crescita anche gli incidenti in itinere, verso o di ritorno dal posto di lavoro (+8,1%), con un aumento significativo tra le donne (+18,6%)”.

Settori più colpiti e fragilità crescenti
“Preoccupa la situazione in alcuni settori strategici – sottolinea – come sanità e assistenza sociale (+26%), servizi per edifici e paesaggio (+23%), edilizia (+43%) e trasporti terrestri (+17%). Ambiti spesso segnati da precarietà e ritmi di lavoro intensi. Anche gli infortuni tra i lavoratori stranieri continuano a crescere e rappresentano ormai il 28,3% del totale. È urgente investire in formazione continua e multilingue, in mobilità sicura e turni concilianti, oltre a rafforzare i controlli su orari e spostamenti”.

Dati incompleti e necessità di intervento
“Un ulteriore problema – aggiunge – riguarda la quota ancora troppo alta di casi non classificati per settore ATECO, pari a 1.156 denunce, circa il 40% del totale. È un limite che rende difficile intervenire in maniera mirata. Serve un tavolo con INAIL e ATS per migliorare la qualità dei dati e rafforzare la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Malattie professionali in aumento
“Accanto agli infortuni, crescono anche le malattie professionali: nei primi otto mesi del 2025 le denunce sono passate da 127 a 152 (+19,7%). L’aumento riguarda soprattutto le patologie muscolo-scheletriche e da rumore.
La sindrome della cuffia dei rotatori è quasi raddoppiata (+94%), le ipoacusie sono salite da 2 a 7 casi (+250%), mentre i mesoteliomi pleurici legati all’amianto passano da 3 a 7 (+133%), insieme a nuovi casi di tumori polmonari e cutanei”.

Prevenzione, formazione e nuove tecnologie
“Si tratta di segnali preoccupanti – conclude Zaffanelli – che colpiscono in particolare le donne (+27%) e i lavoratori over 55. La salute nei luoghi di lavoro non può essere lasciata al caso: dobbiamo passare da un sistema che cura a un sistema che previene. Servono protocolli mirati e operativi, maggiori controlli e ispezioni, investimenti nella formazione e in ambienti di lavoro progettati per ridurre i rischi. Accanto a questo, anche l’intelligenza artificiale può diventare un alleato prezioso per imprese e lavoratori, aiutando a prevenire e mitigare i rischi e migliorando la gestione dei processi produttivi, in particolare quelli più complessi e potenzialmente pericolosi”.

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