L'ANALISI
09 Ottobre 2025 - 19:54
Il tribunale di Cremona
AGNADELLO - Nel 2021, marito e moglie con due bimbi di appena 3 e 1 anno, hanno prenotato una settimana di vacanza in un villaggio turistico a Villasimius, perla del sud della Sardegna: 1.900 euro, biglietti d’aereo compresi. Per la prenotazione, si sono rivolti alla titolare di un’agenzia di viaggi con sede ad Agnadello, la stessa alla quale in passato avevano affidato l’organizzazione di quattro vacanze quando l’agenzia l’aveva a Caravaggio. Si erano sempre trovati bene. Stavolta, no. Peggio. Stavolta, la famiglia è stata truffata: la titolare dell’agenzia, 47 anni, natali a Treviglio (Bergamo) non ha prenotato aereo e soggiorno, ma i 1.900 euro se li è intascati.
Oggi il giudice l’ha condannata a 10 mesi di reclusione (il pm ne aveva chiesti 8) e a risarcire i danni — 1.900 euro di provvisionale, il costo del soggiorno — alla famiglia. Nel processo, la moglie si era costituita parte civile con l’avvocato Roberto Cremonesi del Foro di Milano. Ma vi è di più. Nel condannarla, il giudice ha revocato alla titolare dell’agenzia viaggi il beneficio della sospensione della pena concesso dal Tribunale di Bergamo.
«Vacanza rovinata», ha affermato l’avvocato Cremonesi, che nelle sue conclusioni, aveva chiesto 3.500 euro di risarcimento danni: i danni patrimoniali (1.900 euro del viaggio) più 1.600 euro di danni «non patrimoniali», ovvero «lo stress» e «il turbamento psicologico» causato dall’imputata che «ha compromesso il sereno trascorrimento delle ferie estive per l’intera famiglia, comprensiva di due bambini, contesto che ha inevitabilmente aggravato l’ingiusto turbamento dello stato d’animo già ingenerato nella persona offesa».
Il primo stress, marito e moglie lo hanno avuto quando la titolare dell’agenzia di viaggi ha inviato i moduli. «Ma qui manca il volo». «Ah scusate». Poi l’imputata ha rimandato il carteggio con i voli. Peccato che fossero «sbagliati». La famiglia se ne è accorta, semplicemente con un controllo su internet. L’imputata ha preso tempo, ha rimpallato la colpa al villaggio turistico, finché ha potuto. Nell’imminenza della partenza, la magagna è saltata fuori quando la famiglia ha telefonato in Sardegna ed è arrivata la doccia fredda: «A vostro nome non c’è nulla di prenotato». Marito e moglie si sono fatti sentire con l’imputata. Vacanza all’aria, ma, almeno, «restituiscici i 1.900 euro». L’imputata ha ‘confezionato’ un finto bonifico. «Ce lo ha mandato sul telefonino». Morale: addio vacanza e addio soldi.
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