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Salami abbandonati e potenzialmente pericolosi, azienda cremonese nei guai

Operazione dei carabinieri Nipaaf e Forestali e dell'Ats Val Padana. La ditta si è disfatta illegalmente di circa 600 insaccati non più commercializzabili. Sottoscritto un accordo tra l'Arma e Confagricoltura per il contrasto ai reati agricoli

La Provincia Redazione

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09 Ottobre 2025 - 12:42

Salami abbandonati illegalmente, azienda cremonese nei guai

CREMONA - Si è conclusa oggi una mirata attività investigativa condotta dalla specialità forestale dell’Arma dei Carabinieri, in particolare dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Cremona, in collaborazione con il Nucleo Carabinieri Forestale del capoluogo e con i tecnici e i veterinari dell’Ats Val Padana, Distretto Veterinario di Cremona. L’operazione ha fatto emergere presunte responsabilità in relazione ai numerosi abbandoni di insaccati avvenuti nel Cremonese tra gennaio e marzo 2025.

Gli elementi probatori e i molteplici indizi raccolti dagli investigatori fanno ipotizzare il coinvolgimento diretto di un’azienda locale attiva nella trasformazione delle carni suine, che si sarebbe disfatta delle eccedenze produttive — in particolare salami non più commercializzabili — senza attenersi alle procedure previste dalla normativa. Un comportamento illecito, potenzialmente dannoso per l’ambiente per via del rischio di contaminazione del suolo e delle acque e dell’alterazione delle catene trofiche, che avrebbe riguardato un quantitativo rilevante di prodotti: circa 600 salami, abbandonati in diversi comuni della provincia.

Il responsabile dell’impresa è stato segnalato all’Autorità giudiziaria per gestione illecita e abbandono di rifiuti speciali; contestualmente è stata elevata una sanzione amministrativa di 6.000 euro per la violazione delle norme sulla corretta gestione dei Sottoprodotti di Origine Animale. Al fine di prevenire ogni pericolo sanitario, il materiale rinvenuto è stato sottoposto ad analisi da parte delle autorità competenti, che, dopo gli opportuni accertamenti, hanno escluso forme di contaminazione riconducibili alle principali malattie dei suidi, in particolare la Peste Suina Africana, nonché la presenza di patogeni pericolosi per l’uomo, come Listeria e Salmonella.

Condotte di questo genere sono da stigmatizzare: le imprese del settore sono tenute a utilizzare i canali ordinari di smaltimento dei sottoprodotti, favorendo il corretto riuso delle frazioni recuperabili e prevenendo qualsiasi rischio igienico-sanitario per l’ambiente e la popolazione. Si precisa che si tratta di fatti in attesa di giudizio definitivo e che, nei confronti degli indagati, vige la presunzione di innocenza. I Carabinieri della specialità forestale proseguiranno nell’azione di tutela dell’ambiente e nel controllo del rispetto delle procedure di gestione degli alimenti, con particolare attenzione ai prodotti tutelati DOP e IGP e ai Sottoprodotti di Origine Animale.

CARABINIERI E CONFAGRICOLTURA INSIEME CONTRO I REATI AGRICOLI

L’Arma dei carabinieri e Confagricoltura hanno sottoscritto oggi, presso la sede del Comando Generale, un protocollo d’intesa volto a rafforzare la legalità, la sicurezza e la tutela del lavoro nelle aree rurali del Paese. A firmare l’accordo sono stati il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Luongo, e il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

L’intesa sancisce una collaborazione strutturata per la realizzazione di iniziative volte a:

  • Prevenire e contrastare i reati nei settori dell’agricoltura, dell’acquacoltura, dell’allevamento e della silvicoltura;
  • Difendere e valorizzare le produzioni agricole e forestali;
  • Migliorare le condizioni di lavoro delle categorie agricole;
  • Promuovere la cultura della legalità ambientale.

L’Arma dei Carabinieri, attraverso i suoi reparti specializzati, metterà a disposizione competenze e professionalità per partecipare a incontri formativi e divulgativi promossi da Confagricoltura. Il protocollo, della durata triennale, si inserisce in un più ampio impegno comune per promuovere una cultura della legalità e del rispetto delle regole, contribuendo a rendere l’agricoltura italiana sempre più sicura, etica e sostenibile.

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