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Carta del docente, precari ancora senza bonus nonostante le sentenze

Ritardi, burocrazia e mancanza di fondi bloccano i pagamenti ai supplenti che hanno vinto i ricorsi: solo pochi casi andati a buon fine

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

30 Settembre 2025 - 15:37

Carta del docente, precari ancora senza bonus nonostante le sentenze

CREMONA  - È un diritto sancito dalla Corte di Giustizia Europea, per far valere il quale, però, i docenti precari stanno affrontando un iter burocratico e giudiziario lungo e estenuante. Non solo, anche coloro che hanno già vinto il ricorso presentato, sono ancora in attesa di ricevere quanto di loro spettanza dal ministero dell’Istruzione.

Il problema ruota attorno alla Carta del docente, 500 euro all’anno da spendere per corsi di aggiornamento, teatro, libri, hardware e software con finalità didattiche. Finora, soltanto una decina di precari, sui quasi 500 della nostra provincia che hanno fatto ricorso, sono riusciti a vedersi accreditare il bonus.

alba

«I ricorsi – afferma Alba Caridi, segretario provinciale della Flc Cgil – sono iniziati nel 2022. Da allora abbiamo presentato più di 350 istanze per i nostri iscritti. Le sentenze positive, al momento, sono state 70, ma solo cinque persone hanno ricevuto il bonus che spettava loro».

Caridi spiega i motivi per i quali le operazioni vanno a rilento: «La sentenza positiva è scontata per chi ricorre. Ma occorre attendere i tempi del tribunale, che deve fissare l’udienza. A volte sono udienze collettive, altre volte individuali. La sentenza viene emessa il giorno stesso. La persona che l’ha ottenuta deve poi scrivere al Ministero, inviando il testo e chiedendo la cifra che le spetta. Se entro sei mesi il ministero non paga, occorre scrivere nuovamente attraverso l’avvocato del sindacato, per dire che non si è avuto riscontro».

Conoscere le tempistiche è praticamente impossibile. «Lo è – precisa Caridi – perché non viene nemmeno rispettato l’ordine di presentazione dei ricorsi. C’è gente che si è mossa l’anno scorso e ha già avuto la sentenza e altri che lo hanno fatto nel 2023 e stanno ancora aspettando. La presentazione del ricorso serve comunque a evitare la prescrizione».

A rallentare la liquidazione del bonus docente si è aggiunto un altro fattore. «Le competenze in materia sono state dirottate alla Direzione Generale del Ministero, cosa che allunga i tempi per tutti. Il pagamento avviene man mano che il Governo reperisce le risorse. Si era parlato addirittura di ridurre l’importo annuo della Carta del docente».

cgil

La situazione di stallo viene confermata da Salvatore Militello, segretario provinciale della Cisl scuola: «Noi abbiamo gestito circa 130 domande da parte di docenti precari e al momento meno della metà sono state accolte. Le persone che hanno ricevuto le loro spettanze sono qualche unità. Finché lo Stato non trova le risorse, non paga coloro che hanno vinto il ricorso. C’è gente che ha diritto al bonus degli ultimi cinque anni, anche perché oltre quel termine non è possibile ricorrere».

L’ultima sentenza della Corte europea sulla Carta del docente ha ampliato la platea dei beneficiari del bonus: adesso, sono 350mila in più, ma i fondi stanziati dal Governo rimangono sempre gli stessi. Per la Corte, la Carta del docente spetta anche ai precari con supplenze brevi.

Qualcuno ha deciso di ricorrere alla Corte dei Conti per il mancato pagamento da parte del ministero dei 500 euro a quei precari con contratti fino al 31 agosto che, nonostante i ricorsi vincenti, non hanno ancora ricevuto un centesimo dal Governo. Si tratta di un maxi debito che lo Stato ha verso tutti questi docenti e per il quale rischia anche l’accusa di danno erariale.

La Carta del docente era stata inizialmente attribuita con il governo Renzi soltanto ai docenti di ruolo. Successivamente, la Corte di Giustizia Europea prima e la Corte di Cassazione poi, hanno dichiarato discriminatoria questa esclusione, sancendo il pieno diritto dei supplenti annuali a ricevere il medesimo beneficio.

A questo punto, si sono fatti avanti pure quei supplenti che svolgono attività per pochi giorni e quindi una sentenza più recente ha affermato che il mancato riconoscimento anche a questi docenti costituisce discriminazione in violazione dei diritti dell’Unione Europea.

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