L'ANALISI
21 Settembre 2025 - 05:10
CASALMAGGIORE - Una mostra per ricordare la resistenza contro la violenza della prigionia e suscitare la curiosità di esplorare sentieri poco conosciuti della Storia. È stata inaugurata nella biblioteca civica Mortara la mostra documentaria Il coraggio di dire no, curata da Ugo Lazzarini in collaborazione con l’Istituto Romani. Erano presenti anche il sindaco Filippo Bongiovanni e il professor Stefano Prandini, insieme agli studenti del classico.
L’esposizione è stata aperta in occasione della prima Giornata degli internati militari italiani (IMI), al fine di commemorare il sacrificio dei soldati che rifiutarono di collaborare con il nazifascismo. Il sindaco, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza di queste iniziative per le giovani generazioni: molti di loro non hanno ricevuto una memoria diretta da nonni o genitori, e queste proposte sono occasioni per far conoscere parte di un passato drammatico.
«La mia ricerca, in quanto figlio di internato, è stata finalizzata a raccogliere più dati possibili sulla prigionia di mio padre e di tutti i casalaschi internati in Germania dall’8 settembre 1943 fino alla fine della guerra per non perderne la memoria» ha spiegato il curatore. Negli anni, Lazzarini, alpino paracadutista, ha raccolto la documentazione di 126 IMI rientrati in Italia e di ulteriori 18 caduti in prigionia, attraverso materiale d’archivio delle famiglie e dei registri istituzionali. «È stato un modo di riappropriarmi di una pagina di storia personale e anche nazionale».
L’esposizione è un riassunto dei materiali identificati, come cartoline postali e fotografie, registrati nella banca dati online dell’albo nazionale IMI. Il professor Prandini ha offerto una panoramica storica delle vicende dei soldati prigionieri; alcune pagine sono state lette dagli studenti Elisa Gozzi, Martina Pagani, Samuele Maldotti e Angelo Pasini, concludendo così un percorso didattico avviato nei primi giorni di scuola.
«I dati raccolti sono moltissimi e ho cercato di condensarli in schede personali archiviate in biblioteca dove sarà sempre possibile consultarle – ha detto Lazzarini –. Ringrazio Vittorio Rizzi, il personale degli Archivi di Stato di Cremona, Mantova, Piacenza e molti altri, e il professor Prandini per presentare la mostra». L’elenco è in continuo aggiornamento e i promotori hanno lanciato un appello pubblico a condividere informazioni o nuovi documenti per proseguire il recupero di queste testimonianze di vita.
La ricerca è ancora in corso, così come l’auspicio a un riconoscimento ufficiale dei prigionieri nei campi di concentramento nazisti. «Spero che l’amministrazione comunale, così come sta avvenendo in molte altre parti d’Italia, possa dedicare qualcosa agli IMI per ricordarli nel tempo».
La mostra sarà visitabile fino al 4 novembre. I risultati della ricerca saranno poi pubblicati sul sito web della biblioteca.
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